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La "pitta cu cuccu"
Il
nome è bizzarro e singolare, difficile
comprendere di che cosa si tratti, complicato
anche associarne qualcosa di simile pronuncia.
Ma che sarà mai il "cuccu"? In
realtà soltanto poche persone riescono
ad associare tale nome ad una ricetta calabrese.
Infatti il nome è in dialetto calabrese,
la parola "pitta" è la forma
tonda del pane, "cu" sta per 'con' e
il "cuccu" è il nome calabrese
di un fiore, esattamente il fiore di sambuco.
E' ignoto da dove derivi tale forma dialettale
per designare il nome di un fiore molto diffuso
in ogni parte d'Italia. Infatti il sambuco è
presente nei boschi umidi, ai bordi delle strade
e dei sentieri, nelle radure, ma anche nei centri
abitati. Il sambuco è utilizzato come erba
medicinale ma i suoi fiori in Calabria sono utilizzati
per elaborare antiche ricette. Il fiore del sambuco
ha una forma circolare costituita da cinque steli,
che terminano in piccole margherite bianche, legati
tra di loro da sottilissimi ramoscelli.
Gli ingredienti necessari per la "pitta cu
cuccu" sono la farina di granturco, il "cuccu"
e il peperoncino rosso, immancabile nei piatti
calabresi.
La preparazione di tale ricetta ancora oggi richiede
un rituale che coinvolge tutta la famiglia. Infatti
il giorno prima si va in cerca del fiore in zone
lontane dal centro abitato, incontaminate, per
raccogliere i fiori più bianchi e puliti.
Raccolti abbastanza fiori, questi vengono lavati
e spezzettati in piccoli ramoscelli e lasciati
asciugare tutta la notte. L'indomani mattina si
prepara l'impasto con la farina di granturco,
l'acqua e il peperoncino tritato, ed infine si
aggiunge un po' di olio e i fiori di "cuccu".
Si stende l'impasto in una teglia tonda e si lascia
cuocere nel forno a legna per circa 40 minuti.
Quando si crea una doratura in superficie il pane
è pronto per essere mangiato. Esso è
leggermente piccante, ma non molto per la presenza
della farina di granturco che addolcisce il tutto.
Questo pane è un perfetto accompagnamento
di un buon vino e di salumi e carni varie. Il
profumo è un misto di pane caldo e di fiori
primaverili, che creano un odore unico.
Vanta origini molto remote ma non è conosciuto
in tutta la Calabria, bensì solo nella
provincia vibonese. Nella stessa zona tale ricetta
da paese a paese si arricchisce di ingredienti
differenti, chi aggiunge la cipolla di Tropea,
chi l'origano, ma in ogni caso è sempre
presente il peperoncino e il fiore di sambuco.
Tale ricetta insieme ad altre fa parte della tradizione
e delle usanze calabresi, che sono svariate ma
vengono costantemente riproposte e diffuse per
non essere dimenticate. Dietro ogni ricetta esistono
una serie di modi di fare, di usanze che si tramandano
di generazione in generazione, e nel momento in
cui vengono trasmesse e ripetute non si fa altro
che ritornare a rivivere e a pensare ai propri
familiare e ai momenti trascorsi accanto a loro.
Francesco Gasparro
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