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Il Governo Clinico
Il
governo clinico (Clinical Governance) può
essere definito come "il contesto in cui
i servizi sanitari si rendono responsabili del
miglioramento continuo della qualità dell'assistenza
e mantengono elevati livelli di prestazioni creando
un ambiente che favorisce l'espressione dell'eccellenza
clinica nel limite delle risorse disponibili"
(NHS White Paper, 1999).
In buona sostanza, l'attuazione di politiche
di governo clinico rappresenta un obiettivo strategico
finalizzato a creare maggiore coerenza e trasparenza,
a migliorare la qualità dei servizi, a
garantire alle istituzioni coinvolte un supporto
importante per definire priorità e operare
scelte di allocazione delle risorse limitate.
Il governo clinico di un sistema sanitario, come
strategia gestionale, intende rendere ogni azione
(clinica, economico/finanziaria, gestionale) coerente
e finalizzata alla qualità dell'assistenza
ed al suo miglioramento; vuole inoltre mettere
in grado l'organizzazione di evolvere, sviluppando
meccanismi di feed back che le permettano di apprendere
continuamente dalle proprie esperienze (es. gestione
del rischio, audit clinici a seguito di implementazione
di linee guida).
Gli aspetti che dovrebbero caratterizzare il
concetto di "governo della pratica clinica"
sono:
- la condivisione multidisciplinare: il risultato
degli interventi e dei servizi sanitari è
dato in larga misura non tanto dall'abilità
e capacità tecnica dei singoli operatori,
ma piuttosto dalla buona capacità operativa
dei team di addetti all'erogazione dei servizi.
Per ottenere i risultati desiderati, infatti,
occorre che le capacità tecnico-cliniche
dei team siano adeguatamente supportate da un
ambiente organizzativo e amministrativo funzionale
al raggiungimento degli obiettivi clinici dei
servizi.
- la responsabilizzazione: porsi l'obiettivo
di una buona qualità dell'assistenza
nei confronti del sistema all'interno del quale
si opera (il SSN e suoi utenti), non come generico
compito professionale del singolo operatore,
ma come impegno dei team nel loro insieme, attraverso
la scelta responsabile di sottoporsi a forme
di controllo e monitoraggio delle proprie prestazioni
secondo principi di valutazione professionalmente
condivisi è il punto di partenza per
il mantenimento e perseguimento di una buona
qualità dell'assistenza.
- la partecipazione: un processo di condivisione
e partecipazione attiva degli utenti all'attività
dei servizi corrisponde non solo a un generico
diritto del paziente, ma soprattutto ad una
delle condizioni necessarie per il raggiungimento
degli obiettivi clinici desiderati. Partecipazione
dell'utenza significa, in concreto, avviare
una politica di comunicazione e informazione
con il pubblico, affinché migliori la
consapevolezza rispetto a quanto può
ragionevolmente attendersi dagli interventi
sanitari disponibili e dalla tipologia di offerta
dei servizi; significa anche migliore comunicazione
con il paziente per una maggiore collaborazione
con gli operatori, affinché adotti comportamenti
pienamente funzionali al raggiungimento dei
desiderati obiettivi clinici; significa, infine,
mettere il paziente in grado di operare delle
scelte, laddove varie opzioni diagnostico-terapeutiche
siano possibili e il problema sia trovare quella
più adatta alle esigenze e alle preferenze
del singolo.
"… Il programma di clinical governance
non può prescindere - quindi - da una sistematica
azione di aggiornamento del personale in tutte
le sue forme (lezioni accademiche, dimostrazioni
pratiche e stage, formazione continua individuale,
convegni nazionali ed internazionali delle specialità),
da un sistematico sostegno della cultura della
qualità, da incentivi che premino la partecipazione
del personale ai programmi di miglioramento della
qualità e che premino il conseguimento
degli obiettivi prefissati. I vantaggi di un buon
sistema di governo clinico sono numerosi, sia
in termini di indicatori di salute, sia in termini
economici. Si pensi solo ai vantaggi di evitare
le conseguenze della non-qualità, i cui
costi in termini di variabilità dei processi
e di errori in medicina possono secondo alcuni
esperti aumentare del 30-40% i costi del Dipartimento.
La non-qualità genera infatti costi aggiuntivi,
mentre la qualità genera risparmi. Il conferimento
del governo clinico ai poteri e alla responsabilità
del Capo Dipartimento ha l'innegabile vantaggio
di riportare la decisione in capo ai medici, pur
nel rispetto dei vincoli di bilancio e quindi
di ridurre l'atteggiamento economicistico oggi
ampiamente lamentato in sanità e dovuto
al fatto che la decisione è nelle mani
del potere amministrativo. Peraltro sono proprio
i risparmi provocati dalla correzione della non-qualità
che danno quegli spazi anche economici e consentono
di ottenere di più a costi minori. Il modello
è analogo a quello della Divisione industriale
e quindi un tipico modello aziendale, che elimina
i pericoli del verticismo, soprattutto quando
questo contrappone figure professionali tanto
diverse quali l'amministrativo e il clinico.
A margine di questa nota conviene ricordare che,
contrariamente a quanto alcuni pensano, il governo
clinico non si contrappone alla norma ISO 9000,
ma la integra utilmente negli ambiti medici. Infatti
la norma ISO non ha l'ambizione di determinare
la qualità del prodotto o del servizio,
ma solo di creare le premesse operative perché,
operando in un sistema organizzato con regole
ben precise, il raggiungimento della qualità
dei prodotti o servizi sia possibile; il governo
clinico quindi aggiunge alla macchina basata sulla
norma ISO la finalizzazione e la competenza clinica
necessarie all'obiettivo specifico …"
(Girolamo Sirchia Ministro della Salute - Roma,
13 maggio 2004).
Caterina Ledda
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