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INVESTIRE IN ARTE
"Oggi si conosce il prezzo di tutto e il
valore di niente".(Oscar Wilde)
Prima
di entrare in argomento è bene fare delle
precisazioni su che cosa, genericamente, viene
indicato come mercato dell'arte. La prima cosa
che viene subito alla mente sono i quadri e le
sculture, ma le offerte degli operatori e gli
interessi degli investitori si sono decisamente
ampliate. Le categorie tradizionali comprendono
dipinti, grafiche e sculture contemporanei (dagli
anni Cinquanta ai nostri giorni), dipinti, grafiche
e sculture moderni ( dalle avanguardie del primo
Novecento al secondo dopoguerra), dipinti, grafiche
e sculture dell'Ottocento, dipinti, stampe e sculture
antichi (dall'età medievale al Neoclassicismo),
archeologia e arte tribale. Questi comparti rappresentano,oggi,
il 50%-60%, degli scambi internazionali. Circa
il 25%, invece, è determinato dai gioielli
e dagli orologi da collezione, sia antichi che
moderni, il 10%-15% da mobili antichi, moderni
e di design contemporaneo e il rimanente 10% degli
scambi interessa il settore dei tappeti e degli
arredi d'epoca (bronzetti, ceramiche, argenti,
vetri).
Anche le più recenti espressioni artistiche
di fine millennio iniziano ad avere mercato e
giovani collezionisti. Tra queste sono già
oggetto di aste internazionali il settore della
fotografia d'autore, quello dei poster cinematografici
e dei manifesti pubblicitari, i fotogrammi in
celluloide detti "cell" di celebri cartoni
animati. Altro settore in crescita è quello
dei memorabilia (oggetti feticcio) dello sport
e del rock, le bottiglie di vino, le automobili,
le bambole e i giocattoli d'epoca, i costumi militari
e i vestiti indossati dalle celebrità,
gli strumenti scientifici e di meccanica di precisione,
l'antiquariato nautico. Altro dato interessante
è il giro di affari annuo generato tra
scambi pubblici e privati che si aggira ad una
cifra stimabile intorno ai 30 mila milioni di
euro, dove l'Italia è interessata per una
piccola parte intorno ai 350 milioni di euro.
Si tratta di cifre esigue se paragonate a quelle
sviluppate dai settori tradizionali dell'economia,
ma il valore simbolico del mercato dell'arte non
ha paragoni, e il record stabilito da un'opera
di Picasso o di Canaletto fa il giro del mondo
alla stessa velocità degli annunci di fusioni
di grandi aziende o di operazioni finanziarie
che investono l'interesse di decine di migliaia
di risparmiatori. La clientela privata si rivolge
al settore dell'arte con sempre maggiore attenzione,
nel tentativo di conciliare l'esigenza di realizzare
un buon investimento con il desiderio di appagare
il proprio senso estetico, il piacere della contemplazione,
l'appartenere ad un sistema elitario. In relazione
a queste motivazione si comprende che il mercato
dell'arte va analizzato nella sua specificità,
con la consapevolezza di non appartenere alla
categoria dei mercati perfetti, ammesso che esistano.
Le caratteristiche peculiari di questo mercato
sono: l'infungibilità, l'improduttività
e l'incomparabilità. Rispetto a queste
cerchiamo di definire il suo funzionamento, i
meccanismi che determinano la formazione del prezzo
e le strutture che lo caratterizzano. Cosa determina
il prezzo di un'opera d'arte? Per quale motivo
dipinti di una stessa epoca, in apparenza analoghi
hanno quotazioni molto diverse? Nel mercato dell'arte,
l'acquirente, oltre al suo senso estetico, se
nell'acquisto vuole ricercare un valore in termini
d'investimento finanziario, deve riconoscere e
tenere in considerazione una serie di fattori
strettamente correlati. Tali fattori si possono
dividere in fattori oggettivi e fattori indotti.
I fattori oggettivi sono: il ruolo dell'artista
nell'ambito della storia dell'arte; la diffusione
internazionale dell'artista; la sicurezza dell'autenticità;
la presenza dell'opera su pubblicazioni specializzate
o sui cataloghi generali; il curriculum espositivo;
la qualità dell'opera all'interno della
produzione dell'artista; il periodo di esecuzione;
la dimensione dell'opera; la tecnica; lo stato
di conservazione; la piacevolezza del soggetto.
La conoscenza di tali elementi permette un'analisi
simile a quella che riguarda la bontà o
meno di un titolo azionario. Si tratta di informazioni
verificabili, anche se non sempre la loro determinazione
è immediata; ciò vale , in particolare,
per l'autenticità. I fattori indotti possono
essere: le acquisizioni pubbliche; i media; il
ruolo del museo; il ruolo della galleria; il ruolo
delle case d'asta; il ruolo del critico; il ruolo
del curatore museale; il ruolo del collezionista;
l'influenza delle mode e del contesto culturale.
Il gusto della collettività, rappresenta
un aspetto essenziale per stabilire il prezzo,
ed è determinante che il valore culturale
trovi una conferma nell'ambito del sistema arte.
A questo punto parte quella che il critico d'arte
Achille Bonito Oliva ha definito "catena
di Sant'Antonio", intendendo con questa definizione
il legame tra aspetti differenti del sistema.
Fino a circa venti anni fa i giocatori erano pochi
e si limitavano essenzialmente ai galleristi e
ai critici, oggi il campo di gioco è diventato
più vasto e si sono aggiunti altri giocatori
come il museo, il collezionista e la casa d'asta.
In questo contesto, è evidente che la vera
novità è rappresentata dal mercato
che riflette l'intero meccanismo facendo in modo
che non ci sia mostra, monografia o acquisizione
che non abbia riflessi sui prezzi. Va ricordato
che il mercato dell'arte si muove secondo parametri
propri, quindi sarebbe scorretto valutare la convenienza
all'acquisto con criteri presi in prestito da
altri settori. In termini generali l'investimento,
e il suo rapporto rischio/rendimento, varia a
secondo delle categorie prese in esame. L'arte
antica rappresenta un investimento conservativo,
avvicinandosi all'arte contemporanea, il rischio
cresce, e con esso anche la possibilità
di guadagni consistenti. L'investimento in arte,
pur essendo definito rischioso dagli economisti,
ha spesso dimostrato di essere molto remunerativo,
con vantaggi superiori a qualsiasi altro tipo
di bene. La scelta dell'autore, l'individuazione
dell'opera giusta, il timing nell'acquisto, la
certezza dell'autenticità e il canale utilizzato
determinano la fortuna dell'investitore. Confrontata
con altre forme di ricchezza, l'arte ha il vantaggio
di non dover pagare le tasse sul capital gain
e di non dover essere riportata in sede di dichiarazione
dei redditi. I beni artistici, se notificati,
possono essere considerati merce di scambio con
lo Stato al posto del pagamento dell'imposta di
successione. Inoltre i liberi professionisti possono
detrarre l'1 per cento del costo dell'acquisto
come spesa di rappresentanza, e le aziende possono
detrarre, come costi di produzione, le spese per
ogni oggetto o opera d'arte collocati in un locale
di rappresentanza. Ma, il grande vantaggio dell'arte
è di avere dalla sua il plusvalore estetico,
elemento senza il quale sarebbe difficile concepire
un acquisto in questo settore.
Nadia Toffaloni
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