NON E' BELLO CIO' CHE E' BELLO.........
La Bellezza intesa come valore che si trasmette
nel tempo, e attraverso i secoli e le “stagioni”
politiche, sociali, culturali assume forme e
significati differenti, adeguando, di volta
in volta, i propri canoni, alle teorie e concezioni
elaborate dai vari movimenti filosofici e di
pensiero, nonché artistici: con l’ausilio
delle immagini di centinaia di capolavori di
ogni epoca, Umberto Eco, nel suo ultimo saggio
“Storia della Bellezza”
conduce una riflessione storica, arricchita
da citazioni intellettuali ed estetiche, che
ricostruiscono un’intera cultura dal punto
di vista iconografico e letterario-filosofico.
Il “viaggio” metaforico che il lettore
è chiamato a compiere è appassionante
e denso di spunti di riflessione: dall’antica
Grecia, al Medioevo e Rinascimento fino ai giorni
nostri, la Bellezza si è identificata
con modelli dalle caratteristiche mutevoli,
è stata associata a concetti spesso anche
in conflitto tra loro e dalle testimonianze
concrete che allo stato attuale sono in nostro
possesso (le sculture, i dipinti, i testi degli
scrittori, degli scienziati, dei mistici e dei
teologi), è possibile risalire anche
al modo in cui gli uomini comuni, in tutti i
tempi, l’hanno sentita e interpretata.
Fino ai giorni nostri, appunto: l’uso
di tecnologie in continuo progresso e la conseguente
“dilatazione” degli spazi comunicativi
ha in un certo senso strumentalizzato il concetto
di bellezza, finalizzandolo ad altri scopi,
che sconfinano l’ambito meramente artistico,
per investire campi quali la politica, il lavoro,
le relazioni interpersonali.
In tempi moderni il culto del corpo perfetto,
dell’immagine allineata ai dictat
della moda corrente, è divenuto una priorità,
un obiettivo fondamentale da perseguire per
imporre la propria personalità anche
a scapito, spesso, dei contenuti, che vengono
elaborati in funzione delle modalità
estetiche, più o meno convincenti, con
cui li si propone e la ricerca del consenso,
in ogni contesto, passa sempre più di
frequente attraverso l’impatto immediato
di un effetto visivo che riesca a colpire, ad
attrarre positivamente, a trasmettere fiducia,
prima ancora e a volte, desolatamente, a prescindere,
dal messaggio che si vuole trasmettere.
Ne consegue il pericolo ricorrente di una superficialità
dilagante, che sacrifica sovente la ricerca,
lo studio, l’attenzione agli aspetti salienti
di ogni questione: la Bellezza, da risultato
finale di un progetto, di un percorso, finisce
per diventare pura esteriorità, che lascia
dietro di sé il vuoto di significati.
Il monito del Professore, in questo
senso, può essere interpretato come un
invito serio, a cogliere e recuperare, attraverso
l’esempio importante dei modelli di bellezza
che sottopone al nostro interesse, l’essenza
vera e preziosa di tutto ciò che di veramente
“ameno” ci circonda, a partire dalla
natura, con le sue manifestazioni prodigiose,
e, nonostante le infinite contaminazioni, ancora
miracolosamente “esistenti”, da
ammirare e contemplare, per restituire a noi
stessi dignità di uomini, parte di un
universo alterato e vulnerabile, ma ancora…indubbiamente….meraviglioso.
Donatella L.M. Vasselli
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