LA SFIDA DELL'E-LEARNING
Intervista a Maurizio Gri, Dipartimento
Risorse Umane- Responsabile Formazione TIM Italia
Dopo l’intervista realizzata con
Marco Magnanti della Società Autostrade
per l’Italia, proponiamo le stesse domande,
a Maurizio Gri, della Tim Italia, per avere
un interessante confronto tra le posizioni di
due importanti protagonisti della formazione
in Italia.
Parlando di E-learrning e dell'ultimo rapporto
elaborato da Assinform-Anee, emerge una grande
concentrazione dell'offerta di corsi da parte
di un numero ridotto di grandi aziende, mentre
i piccoli e medi supplier faticano a trovare
una collocazione nel mercato.
L'offerta dei corsi, inoltre, finisce spesso
per non soddisfare le esigenze dei clienti.
1. Quale idea si è fatto del
mercato di servizi di formazione E-learning?
In TIM la situazione è ancora fluida,
in quanto gli aspetti tecnologici (di piattaforma)
e quelli contenutistici (dei corsi) sono fortemente
interrelati e spesso confusi.
Per le Aziende è pertanto più
sicuro ricorrere ad un unico fornitore che passi
entrambi i servizi garantendo l’effettiva
fruibilità dei corsi formativi in e-learning.
2. Nel nostro Paese, a differenza di
quanto avviene nel resto d’Europa, la
formazione per i dipendenti è piuttosto
trascurata. Pensa che l’è-learning
possa contribuire a cambiare le cose?
La trascuratezza della formazione dipende dalla
cultura aziendale piuttosto che dai costi. L’e-learning
invece è uno strumento. Per diffondersi
ed essere funzionale all’obiettivo deve
potersi appoggiare ad un contesto culturale
che dia valore alla formazione professionale
in genere e che faciliti l’utilizzo dei
sistemi informatici (dalle postazioni che devono
essere adeguate, alla disponibilità di
orari e spazi congrui con le attività
proposte).
3. L’e-learning è una
modalità di formazione che si attua coniugando
l’erogazione dei contenuti da apprendere
con la verifica dell’apprendimento in
chat e/o con momenti di formazione in “presenza”.
In altre parole i corsi dovrebbero essere basati
sulla simulazione di situazioni manageriali,
sull’utilizzo delle tecniche di problem
solving e di interattività. E’
d’accordo con questa definizione? Come
viene attuato nella sua azienda?
Mi trovo molto d’accordo. Il corso on
line fine a se stesso non consente di raggiungere
obiettivi formativi di interesse aziendale.
Attualmente, per problemi tecnici legati alla
rete interna, nella nostra Azienda non è
perseguibile tale strada, abbiamo al momento
messo in campo corsi on line con taglio molto
specialistico (offerte, servizi, corso sulla
certificazione di Qualità e Ambiente,
sulle Reti, etc.).
Per il 2005, con l’adeguamento della rete
interna, parteciperemo ad un progetto di e-learning
a livello di Gruppo Telecom Italia che prevede
proprio la costituzione di community di apprendimento.
4. A chi si rivolge principalmente
l’e-learning nella sua azienda?
Attualmente alle funzioni con le quali abbiamo
definito i corsi da mettere on line: il Customer
Service e la Rete.
Con il progetto di Gruppo l’E-learning
sarà aperto a tutti con due portali differenziati:
uno per i Dirigenti ed uno per il resto della
popolazione.
5. In che modo l’e-learning può
rappresentare un valore aggiunto per l’azienda?
Per essere effettivamente un valore aggiunto,
a mio avviso, dovrebbe avere una diffusione
capillare ed un utilizzo costante. Questo si
può creare solo attraverso la messa in
campo di corsi di effettivo interesse aziendale
(e personale) e soprattutto attraverso la costituzione
di più virtual community all’interno
delle quali scambiarsi esperienze, strumenti,
osservazioni, etc. in modo tale da creare una
comunità di apprendimento.
6. Quali sono a suo parere i benefici
reali di un’operazione di e-learning su
media e larga scala aziendale? Quali invece
gli svantaggi?
Innanzi tutto sono dell’opinione che
l’e-learning sia funzionale solo se realizzato
a larga scala: i servizi devono essere accessibili
da un numero elevato di persone, altrimenti
i costi della piattaforma e dell’elaborazione
dei corsi non vengono ammortizzati.
I benefici dovrebbero essere quelli legati alla
- circolazione di informazioni, conoscenze
ed esperienze;
- diffusione di contenuti su larga scala
e coinvolgimento dell’intera popolazione
aziendale nelle attività formative.
- motivazione professionale delle persone,
che può vedersi arricchita di spunti
di riflessione;
- senso di appartenenza delle persone all’Azienda,
grazie al sentirsi parte di una comunità
di apprendimento.
Gli svantaggi possono essere di diverso tipo:
- economici: l’attuale utilizzo dell’e-learning
non è sufficientemente alto da “giustificare”
la spesa (rapporto ore/costi perdente rispetto
all’aula); la creazione di corsi ha
prezzi molto elevati e spesso i contenuti
(soprattutto se di taglio specialistico) hanno
un elevato livello di decadimento, richiedendo
continui aggiornamenti e pertanto costi aggiuntivi.
- Formativi: il contatto umano è fondamentale
per l’apprendimento e l’e-learning,
seppur supportato dalle community virtuali,
da solo non lo può sostituire. Inoltre
l’e-learning è un’attività
per lo più autonoma e autodefinita:
a volte “chiudere” delle persone
in un’aula significa dar loro una reale
occasione di staccare dalla quotidianità
e riflettere, cosa che on line non può
essere garantita.
Barbara Herreros
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