CSR:
un impegno verso il futuro
Un altro importante appuntamento, il terzo,
che coinvolge le istituzioni e gli stakeholder
attivi sul territorio nazionale sul tema della
Corporate Social Responsibility: a due anni
dalla presentazione del progetto CSR
SC del ministero del lavoro e delle politiche
sociali (Milano , 13 dicembre 2002) e a
un anno dalla Conferenza
Europea sulla CSR (Venezia, 14 novembre
2003), il governo italiano interpella alcune
delle "voci" più significative
del panorama politico, sociale e imprenditoriale
italiano, per fare il punto, in termini di sviluppo
e iniziative concrete, sulle questioni legate
alla responsabilità sociale d'impresa
e alla sostenibilità, nella convinzione
che la costruzione di una strategia condivisa
sulla Responsabilità
sociale sia un passo fondamentale per migliorare
la competitività del Paese, aumentare
la coesione sociale e proseguire il cammino
verso un modello sostenibile di sviluppo, nel
rispetto delle attese delle future generazioni.
L'apertura della conferenza nazionale è
stata affidata al Ministro Maroni, che ha ricordato
e ribadito i presupposti dell'argomento oggetto
del confronto, ovvero la volontarietà
dei comportamenti socialmente responsabili,
che devono divenire patrimonio culturale delle
imprese che li adottano, nonché la necessità
di definire uno strumento di valutazione
e misura del "grado di
consapevolezza" del mondo imprenditoriale
nei riguardi di certe tematiche, in grado di
rispondere a criteri di modularità, ossia
risultare adattabile alle PMI, così come
alle micro e grandi imprese (finora l'unico
esperimento in questo senso ha prodotto un set
di indicatori testato su 25 imprese).
A favore di una diffusione il più possibile
estesa e capillare di concetti e pratiche di
CSR, il Ministro ha poi annunciato l'impegno
su due fronti: la promozione di campagne di
comunicazione, attraverso i principali media
(è stato presentato il primo di una serie
di spot istituzionali sulla CSR) e l'istituzione
di una Fondazione scientifica, cofinanziata
dal governo, con autonomia propria ma in stretta
e continua collaborazione con la Commissione
europea che, dal canto suo, ha voluto sottolineare,
nella persona del nuovo Commissario per l'occupazione
e gli Affari sociali, Vladimir Spidla, l'attenzione
rafforzata delle politiche internazionali, ai
temi della CSR e a quelli concernenti la trasparenza
delle imprese, sui quali verterà appunto
la prossima comunicazione della Commissione.
Altro segnale positivo, l'interesse dimostrato
dalle Camere
di Commercio, che, come ha riferito il Presidente
di Unioncamere
Carlo Sangalli "dopo la firma, nel
novembre 2003, di un protocollo d'intesa con
il ministero
del Welfare per supportare iniziative di
sensibilizzazione rivolte in particolare alle
PMI, si attiveranno nell'apertura di sportelli
dedicati alla CSR (se ne prevedono almeno 60
in tutta Italia), ovvero strutture snelle e
flessibili per realizzare un modello che vada
al di là delle prescrizioni vigenti e
punti su volontarietà e autovalutazione".
"Cura della Formazione, dell'inserimento
in azienda e dei rapporti con l'ambiente esterno,
intesi come relazioni con le categorie privilegiate
dei contatti aziendali (i clienti e i fornitori)"
sono gli obiettivi da perseguire in tema di
CSR, secondo il Presidente di Confindustria
Luca Cordero di Montezemolo per ottenere maggiore
innovazione e solidarietà, dunque competitività
sul mercato.
Interessante infine l'intervento di Edoardo
patriarca, portavoce Forum Terzo Settore, che
ha raccolto alcuni suggerimenti emersi dal dibattito,
elaborandoli e puntualizzandoli in una serie
di proposte aperte per il futuro:
1) affinché il discorso subisca un'evoluzione
positiva, occorre dimostrare la correlazione
tra buone pratiche di CSR ed
efficienza economica : un contributo
fondamentale in questo senso può essere
fornito da una rielaborazione degli indicatori
già esistenti, in modo da renderli il
più possibile adattabili alla "conformazione"
delle piccole e medie imprese italiane, che
rappresentano , come è noto, il tessuto
economico del nostro Paese;
2) è importante anche rafforzare il
dialogo con gli stakeholder coinvolti, in
primis i cittadini e le loro rappresentanze
organizzate, che possano rilevare le criticità
emergenti di volta in volta e farsene portavoci
presso gli imprenditori, in modo da rendere
il discorso di CSR uno strumento di crescita
aziendale, e non di Marketing sociale;
3) occorre inoltre "ripensare", sempre
in un'ottica di superamento della teoria a favore
di un'applicazione pratica e di una adesione
convinta a certi assunti, gli strumenti che
hanno finora "raccontato" la CSR,
ossia il bilancio sociale, il codice etico etc.,
o magari inventarne altri, più funzionali
al raggiungimento di certi risultati.
4) vanno infine considerate come parte integrante
del discorso anche le imprese pubbliche, ed
è auspicabile un loro maggior coinvolgimento,
a partire dalle amministrazioni locali.
Donatella L. M. Vasselli
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