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INTERNAZIONALIZZAZIONE E CREAZIONE DELL'ARCO LATINO

Il modello che tanto successo ha avuto con l'arco del Nord in termini di impegno positivo delle risorse dell'Unione Europea ha visto la rapida trasformazione dell'economia dei paesi interessati secondo il rispetto di alcune priorità che i soggetti proponenti avevano individuato:

  1. attribuire a ciascuno quel capitale necessario a trasformare la propria abitazione meramente contadina in un luogo idoneo a soddisfare i bisogni della famiglia funzionalizzato all'avvio di una attività agricola fondata sul processo di trasformazione;
  2. inserire il prodotto realizzato dal settore primario nel contesto economico mercantile richiesto dalla piazza e dalla comunità economica internazionale;
  3. attraverso una opportuna azione di marketing territoriale rendere universale il prodotto locale scambiandolo con quei prodotti di origine esterna destinati a soddisfare quei bisogni interni non soddisfacibili mediante il ricorso ai sistemi locali di produzione;
  4. utilizzare una sola lingua veicolo per comunicare a livello internazionale

Il “Northern Arch” di cui si parla è come noto composto da EIRE, Gran Bretagna, Danimarca, Svezia, Finlandia e area settentrionale della Repubblica Federale Tedesca. L'esempio tipico che lo rappresenta è rappresentato dalla Repubblica d'Irlanda che negli ultimi 23 anni ha pressocché risolto il suo problema occupazionale in un quadro non solo di crescita economica ma anche di stabilità politica e sociale. Ha concesso a tutti i cittadini la concreta possibilità di disporre di una casa e di una fattoria capace di produrre beni utili al mercato interno ma soprattutto apprezzabili a livello internazionale.La scelta della lingua inglese come lingua veicolo, obiettivamente facilitata dal fatto che tutti i membri dell'Arch ne avessero l'uso e la cognizione, ha facilitato il compito e ha consentito di trasformare il territorio, i suoi giacimenti naturali e la sua cultura materiale in un valore, al punto che il resto del mondo è entrato per ragioni anche puramente di approfondimento linguistico, a contatto con quelle realtà assumendo che non solo la lingua sia di per sé cosa importante ma che l'intero modello di vita proposto sia il migliore fra quelli possibili.

Solo dall'Italia, da almeno 35 anni, 2 milioni di ragazzi di ogni età ogni anno si recano nei paesi del Northern Arch per imparare la lingua e i costumi, per usare la Guinnes locale, fruire del fish and chip, accostarsi al salmone affumicato, utilizzare il Cedar, abituarsi all'idromele, diventare principianti nel gioco del golf, e via continuando, aver addosso kilt e maglioni di stile più o meno golfistico. All'unisono gli strumenti del comunicare sono stati utilizzati al fine di rafforzare il concetto di essere protagonisti della vita sociale organizzata solo attraverso l'uso degli strumenti democratici di fruizione ma che il Northern Arch esprime aldilà di contenuti e di valori che quei paesi forse non conoscevano.Certamente alcun soggetto residente nei paesi del Commonwealt o di più recente crescita economica si sente realizzato se non riceve la “giarrettiera” o il titolo in uno qualsiasi dei gradi utili di OBE “Order of British Empire”, così come il massimo, ancora oggi, per un cinese o per un iracheno è essere socio esclusivo del Club Saint Andrews.

Ciò premesso, le regioni facenti parte dell'Italia centrale, meridionale e insulare, così come la Grecia, la Spagna meridionale e l'intero Portogallo, tutte attraversate dal concetto di sciupio vistoso fine a se stesso, si devono posizionare sul mercato internazionale delle persone, dei capitali, dei beni e dei servizi tenendo conto del modello proprio dell'arco settentrionale che non hanno voluto o saputo imitare.Purtroppo 35 anni di non impegno delle risorse comunitarie non facilitano il compito accompagnandosi con il fatto che 35 anni di assenza dei governi dell'economia e di un programma da realizzare per obiettivi progressivi rende poco prevedibile qualsiasi iniziativa. In altre parole l'assenza di 35 anni di progettualità richiede oggi uno sforzo enorme per il riposizionamento dell'area nel contesto mondiale, al fine da rendere possibile l'avvio di un modello di sviluppo.A mio modo di vedere la cosiddetta globalizzazione ha portato come conseguenza l'impossibilità, per i prodotti dell'area, di essere strumento protagonista nella competizione globale.

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