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Mediterraneo e Globalizzazione

Il termine "mediterraneo" non può non includere tutte le afferenze territoriali e le complementarietà che trovano riferimento all'area del bacino, vuoi per tradizioni economico commerciali, vuoi per effetto delle comuni radici storiche, vuoi per effetto delle interdipendenze economiche venutesi a realizzare a seguito della globalizzazione.

In aggiunta a ciò occorre tener conto dei vincoli anche civili che l'appartenenza alla Nato e i mandati delle Nazioni Unite attribuiscono all'Italia.

Per tale complessa serie di ragioni il termine "mediterraneo" è da intendere quale luogo - mezzo, nel quale confluiscono da sempre i tre modelli culturali: quello del califfato arabo ÷ religioso politico, quello orientale o della cultura del tredicesimo apostolo, che identifica il potere temporale con lo stesso afflato Divino e quello cattolico ed ebraico della democrazia partecipativa diffusa di tradizione aristotelica.

In questo senso è da recepire il concetto di "mediterraneo" quale area di confluenza delle grandi vie di comunicazione che hanno messo in relazione le terre della Anseatica con Roma e Costantinopoli (via dell'Ambra); il Corno d'Africa e le Arabie e la Somalia (via dell'Incenso), e, le più lontane vie delle Spezie e della Seta.

Il modello porta alla rinascita di Roma quale sede di una ragionevole e sempre disponibile pari dignità dinanzi a quel valore assoluto costituito dall'essere umano nella sua integrale capacità di essere misura delle cose e soprattutto dei suoi limiti.

La proposta non violenta diviene l'essenza di una chiave di lettura che rifiutando la globalizzazione della povertà avvia la cultura del costruire insieme, miscelando le esperienze diverse, portatrici di cultura e tecnologia a quel comune modello sociale che è finalmente il presupposto stesso dell'esistere: l'amore, quello vero, semplicemente esistente e necessario.
In questo senso diviene problema di Roma la soluzione della questione contadina polacca.

La globalizzazione ha provocato la nascita della grande distribuzione plurimarche ma sostanzialmente mono mandataria in Polonia; la piccola proprietà contadina, non ha potuto reagire con una propria controproposta.
Infatti, essa risulta divisa, turbata dal fallimento delle politiche cooperativistiche e collettivistiche, incapace di dare vita a forme di accumulazione capitalistica originarie (col piccolo risparmio falcidiato dalla inflazione pregressa, può solo procurare i mezzi per sementi non arboree)e qualora assistita dal sistema bancario ordinario, portata alla bancarotta e quindi alla espropriazione forzata del fondo rustico, all'arresto, anche fisico, del proprietario diretto coltivatore, alla estirpazione delle famiglie dalle proprie origini autonome, alla loro eventuale urbanizzazione sottoproletaria contrapposta alla concreta possibilità di un ritorno alla servitù della gleba all'interno di un latifondo, non più fondato sul lavoro dell'uomo, ma su quello delle macchine e delle tecnologie transgeniche; capaci di trasformare la logica della produzione ecosistemica, compatibile e simbiotico-mutualistica in una logica di fabbricazione di prodotti mutanti destinati a produrre profitto a dispetto di ogni considerazione nutrizionistica o dietologica, anzi attiva nella contaminazione genetico-funzionale, atta a favorire l'insorgere di quei fenomeni di malattia (bulimia, etc.) prima tappa verso l'impotenza e la sterilità.
A ben veduta ragione Solidarnosc, la Conferenza Episcopale Polacca, informalmente si sono poste il problema di avviare una qualche ricerca di soluzione al problema.

Insieme allo Studio Porcasi, con Padre Casimiro Przydatek, la Dott.ssa Marilla Gromnicka ed il Prof. Romuald Kukulowicz si è immaginato di procedere alla creazione presso le parrocchie polacche di una struttura volontariamente organizzata dai contadini parrocchiani in forma di associazione o fondazione di mutuo soccorso che:

1) assista con l'Università di Schiernewitze, con l'Università di Trieste, con lo studio Porcasi nella formazione delle necessarie richieste di finanziamento all'agenzia polacca per l'agricoltura (programma SAPARD);
2) fornisca la garanzia e il credito necessario per coprire il delta esistente fra il dono del 75% del valore del progetto e lo scoperto obbligatorio del 25% che l'agricoltore non è assolutamente in grado di provvedere a coprire;
3) negozi con gli agricoltori le tipologie stagionali di prodotto, curi l'ammasso del raccolto e ne indirizzi il piazzamento fresco, conservato, secco, freddo, o, liofilizzato, proceda alla distribuzione attraverso canali distributivi diretti, alternativi ai gross markets, ai minimarkets, ai supermerkets, curandone il relativo trasporto.

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