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Di questi punti sopraccitati mi soffermerei su due in particolare : b) e c).

La struttura della proprietà in Romania (b) è un punto da focalizzare, in quanto presenta degli aspetti che sono in continua evoluzione con un passaggio sempre maggiore del capitale sociale dalle mani dello stato nelle mani di grandi banche internazionale in predominanza europee. Questo fa si che in questo cammino di adeguamento al “Basel II” del sistema bancario rumeno, queste nuove banche a capitale di predominanza estera siano viste come delle banche impegnate nel raggiungimento dei migliori standard del Basel II. Un altro fenomeno che sta dando i primi segni, le prime avvisaglie, è quello del consolidamento del mercato che porterà all’uscita dallo stesso di un buon numero di banche. Infatti secondo una dichiarazione rilasciata in un’intervista nel agosto del 2004 dal presidente della BRD, Dott. Baltazar, entro il 2009 il numero delle banche passerà dalle 31 banche di oggi ad un più ridotto numero di 19/21 banche.

Il terzo punto, quello che tratta la riduzione dell’entità complessiva di credito accordato alle PMI è un interrogativo che interessa la Romania, come tra l’altro interessa molto anche l’Italia, ma in Romania dato il recente sviluppo di questa tipologia di imprese che sono la colonna portate dello sviluppo rumeno degli ultimi anni ciò presenta un aggravante nel pericolo che questa riduzione ab-bia effetti molto negativi sul intero sistema economico, in quanto anche per un lettera di garanzia rilasciata da un istituto di credito che presenta oggi un indice di rischio di circa il 20%, secondo i nuovi indici determinati secondo il modello del rating, basandosi anche sulle varie tipologie di ri-schio implicate presenterà un rischio del 100%, con un sempre minore disponibilità delle banche ad assumersi tali oneri.

Detto ciò quello che i vari annalisti mettono in evidenza è la necessità di una stretta collabora-zione tra le banche commerciali e la BNR per la determinazione di un regolamento tale che vada in-contro alle necessita delle PMI, dato appunto l’apporto di queste alla formazione del PIL rumeno.

Da quello che è stato detto fin qui si evince che la situazione in Romania presenta come im-maginabile dei punti in comune per quanto riguarda le preoccupazioni per il Basilea II con la situa-zione europea in generale, naturalmente in questo paese certi effetti negativi sono da vedere con un’aggravante maggiore data la fragilità insita in un’economia che sta presentando le sue potenziali-tà solo negli ultimi cinque anni.

 

Dalla tesi di Aurora Nacu inviata via mail il 17/03/2005

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