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Per quanto riguarda la presenza della banche straniere4 in Romania dal 1999 in poi si è assi-stito ad un vero e proprio boom, anche se sono rimaste inizialmente confinate al esercizio della loro attività a livello di corporate banking, per poi negli ultimi tre anni prendere sempre più atto delle opportunità offerte dal mercato del retail banking. Bisogna comunque sottolineare che la loro pre-senza è stata utilissima in Romania, per il cambiamento in questo paese del modo di intendere la banca e l’attività bancaria, con una sempre maggior attenzione al cliente anche attraverso l’introduzione di nuovi prodotti bancari e finanziari. E’ interessante vedere come parlando di ban-che straniere, possiamo ben collocare tra i soggetti bancari esteri più attivi in Romania, anche se non tra i più aggressivi, ci siano delle banche italiane. Le banche italiane sono arrivate leggermente in ritardo rispetto ad altre banche estere tedesche e soprattutto greche e olandesi, ma hanno presto capito che per permettere all’Italia di diventare partner di spicco della Romania la loro presenza era indispensabile. Una delle più importanti joint-venture italo-rumene è la Banca Italo-Rumena (Vene-to Banca) che ha iniziato ad operare in Romania già dal 1996. Tra le altre banche presenti in Ro-mania citiamo: la Monte dei Paschi di Siena, la Banca di Roma, e la Banca Intesa (anche se per a-desso solo con un uff. di rappresentanza), la Unicredit e la San Paolo Imi. Queste ultime, la prima nel 2002 e la seconda nel 2003 hanno acquistato ciascuna due banche già esistenti in Romania la Unicredit la Demirbank Romania S.A – banca turca, molto giovane, ma già in difficoltà e la San Paolo Imi ha acquistato la West Bank. Questo ha permesso loro di maturare ad oggi una buona pre-senza sul mercato.

L’intero sistema bancario in Romania per molti anni ed ancora oggi, anche se in misura mi-nore, soffre per la carenza di un sistema di pagamento elettronico a livello nazionale. Nel 2004 si è molto lavorato sulla messa in funzione a livello nazionale del sistema “TRASFOND SA” per la re-golamentazione dei pagamenti, ma rimangono ancora escluse da questo sistema molte agenzie, co-me ad esempio quelle della CEC, che si basano ancora sull’interscambio cartaceo, questo rallenta di molto l’efficienza a livello di regolamento dei pagamenti sul mercato interno.

Alla fine del 2004 a Bruxelles è stata dichiarata chiusa positivamente la prima fase dei nego-ziati con la Romania. Il sistema bancario a livello normativo5 presentava in quel momento un’aderenza all’acquis communitaire intorno al 90%, ma allo stesso tempo per la Commissione ri-manevano ancora sotto osservazione, in particolare, due aspetti legati al sistema creditizio: la libera-lizzazione completa della circolazione del capitale e l’adeguamento del sistema bancario rumeno agli standard del “Basel II”.

Il primo punto dovrebbe essere portato a termine verso la fine del 2005 permettendo agli stranieri la possibilità di accedere ai depositi in Lei, ma secondo le ultime notizie 6, sarà rimandata perché il livello dei tassi di interesse in Romania sono ancora molto alti e questo attirerebbe più che altro fondi di natura speculativa, danneggiando l’equilibrio macroeconomico, non sufficientemente stabile da resistere a simili pressioni.

Per quanto riguarda il Basilea 2 la discussione la possiamo definire in fase incipiente e la sua dialettica si svolge tra una Banca Nazionale ottimista e gli altri soggetti bancari che sono molto cau-ti.

 

3. Effetti del “Basel II” sul sistema bancario rumeno.

La Banca Nazionale dimostra ottimismo quando si parla del “Basel II” sostenendo che il livello di compatibilità raggiunto con le indicazioni contenute nell’accordo sopraccitato è buono anche se ci sono ancora dei passi avanti da fare a livello di intero sistema economico, riservandosi di definire nei prossimi mesi una regolamentazione che dia maggior chiarezza esecutiva alle linee guida contenute nel “Basel II”7. Dall’altra parte le banche commerciali rumene con in testa l’Associazione Rumena della Banche si dimostrano più scettiche, mettendo al centro della discussione innanzitutto il rischio paese, che secondo quanto definito dal Basel II per la Romania sarà del 100%, non essendo al momento dell’entrata in vigore del accordo al 31 dicembre 2006 stato membro dell’Unione Europea.

Alcune delle principali conseguenze che si potrebbero verificare in Romania, segnalate dagli osservatori economici, sono :

  1. discriminazione tra le banche (particolarmente tra le banche piccole e quelle grandi) in quanto le più piccole a causa degli alti costi di finanziamento per la realizzazione delle strutture per l’applicazione delle metodologie di rating più avanzate, applicheranno le metodologie standard che porteranno una valutazione dei loro stessi indici di solvibilità più alta. È importante segnalare tra le ultime regolamentazioni della BNR - “Normele BNR” del 2004 - che hanno portato il limite mi-nimo l’obbl del capitale sociale e i fondi propri delle istituzioni di credito ad un minimo di 370 mi-liardi di Lei. La BNR potrebbe vagliare la possibilità di imporre a ciascuna banca un limite riguar-dante il capitale sociale in rapporto all’indice di solvibilità dello stesse, anche se questo aumenterà ancora di più i vantaggi competitivi delle banche grandi, “to big to fail”, che potrebbero imporre quasi in regime di monopolio i prezzi dei servizi sul mercato;
  2. una maggior tendenza alle fusioni e alle acquisizioni tra le banche del sistema bancario rumeno, ciò porterà all’abbandono del mercato da parte delle piccole banche. Crescerà la concen-trazione bancaria, già piuttosto accentuata in Romania, dove la Banca Commerciale Rumena (BCR), la Cassa di Risparmio (CEC) e la Banca Rumena per lo Sviluppo (BRD) – Societe Generale controllano il mercato bancario.
  3. le piccole e medie imprese saranno penalizzate dai sistemi di rating interni, perché e ri-provato che le PMI sono considerate più rischiose. La conseguenza di tutto ciò è una flessione nega-tiva del credito per queste imprese e un aumento dei tassi di interessi.
  4. la modifica degli interessi attivi dei crediti e dei servizi di credito, in funzione della qualità del richiedente, così per i clienti che presentano un rating peggiore i tassi di interessi saranno più alti e viceversa.

4Secondo osservatori economici, loro sono “portatrici sane” di adeguamento al Basilea II in quanto a livello Europeo le grandi banche sono in pole position nel lavoro di inquadramento della loro attività nelle regole di questo accordo.
5E’ importante segnalare che a livello pratico il sistema bancario rumeno presenta anche altri problemi legati appunto alla struttura di proprietà delle banche, al sistema dei pagamenti e non in ultimo luogo alla mentalità delle persone e alla situazione economica in generale.
6IULIAN ANGHEL, “Autoritatile vor amana liberalizarea contului de capital”, Ziarul Financiar, 28 gennaio 2005 – infatti in questo caso la Romania si trova tra due fuochi: da una parte la Commissione di Bruxelles che insiste sul rag-giungimento della piena liberalizzazione del capitale entro i tempi definiti, dall’altra parte il Fondo Monetario Interna-zionale evidenzia i pericoli insiti in questa operazione consigliando di rimandare per almeno un’altro anno.
7Nel frattempo la BNR ha stabilito al 12% l’indice di solvibilità (per rischio di credito) che le banche nel loro bilancio devono evidenziare, anche se alcuni analisti economici evidenziano che a livello si sistema questo indice dovrebbe esse-re portato al 20%.

 

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