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2. Il sistema bancario rumeno: aspetti si e aspetti no

Innanzitutto, premettiamo che la situazione in questo ambito in Romania, oggi molto simile nell’aspetto legale a quello delineato a livello di Unione Europea è il risultato di un’evoluzione, a tratti molto difficile, degli ultimi quindici anni. In particolar modo è il risultato degli sforzo norma-tivi più incisivi fatti a partire dal 1998 quando fu emessa la legge bancaria che con le dovute aggiunte e modifiche è ancora oggi in vigore. Una legge strutturata secondo le linee guida indicate dalla seconda direttiva bancaria. In sostanza gli anni seguenti al 1989 possono essere definiti come una ricerca, a tratti mancata, di un modo di fare banca in un sistema economico che per primo ren-deva tale attività soggetta a mille difficoltà2.

E’ particolarmente evidente come il cambiamento nell’atteggiamento normativo in Romania sia avvenuto proprio nel momento n cui si stava delineando la prospettiva di iniziare i negoziati per una futura adesione della Romania all’Unione Europea, che infatti si possono dire ufficialmente ini-ziati nel 1999.

Quello di cui il sistema bancario rumeno aveva maggiormente bisogno nel momento del gi-ro di boa era di professionalità da parte degli impiegati nel settore. La Banca Nazionale (BNR) è stata la prima che si è impegnata in questo senso, valorificando e formando persone molto preparate che hanno da quel momento in poi ridisegnato l’intero sistema. Per far ciò la BNR si è avvalsa dalla consulenza importantissima della Banca d’Italia con la quale nel 2002 ha firmato uno dei primi ac-cordi di collaborazione per la comunicazione e scambio di informazione a livello di intero sistema. Il lavoro fatto dalla Banca Nazionale si è sviluppato in due direzioni: da un parte attraverso il suo potere normativo ha stabilito una nuovo disciplina per il settore e dall’altra parte ha cercato la via per distaccarsi sempre più dal controllo politico, prendendo in mano le fila della politica monetaria.

Le norme emesse dalla BNR sono state ispirate dalla volontà di raggiungere parametri se-condo gli standard europei ed internazionali che facessero del mercato rumeno un mercato “emer-gente” e non più un mercato stagnante. Ad esempio la Norma nr. 8 del 2001 che ha stabilito il limite di solvibilità delle banca ad un livello del 12% (Basilea I - 8%), ha ridefinito la terminologia di “stretti legami” nell’attività di credito della banca ( in particolar modo con gli azionisti) e imposto una nuova gestione della contabilità sottolineando il grado di esposizione della banca per cliente. Naturalmente così farcendo ha accelerato una ricapitalizzazione del settore, evidenziando anche quelle banche che non rispettavano i giusti criteri per operare sul mercato.

Per quanto riguarda l’aspetto vigilanza bancaria si può dire che finalmente dal 1999 la BNR è entrata in azione, facendo operare al meglio il suo Dipartimento di Vigilanza e Controllo. Alla ef-fettività di questo settore della Banca Nazionale ha giovato anche il fatto di essersi liberata sempre più dagli influssi di natura opportunistica della rappresentante politica al governo. La sua opera in questo settore ha portato alla luce la realtà di varie banche che negli anni avevano perso buona parte del loro capitale fino ad arrivare all’impossibilità di far fronte ai propri pagamenti, quindi al falli-mento. Tutto ciò era da imputare alla situazione economica in generale e ad una privatizzazione ri-mandata, unita ad un comportamento di una parte dei soggetti del settore che avevano privilegiato più gli affari speculativi e meno la gestione pianificata e calcolata dell’attività creditizia. Per far fronte a questo grave problema è intervenuta una legge in particolare, la nr. 99 del 1999, sui falli-menti bancari.

La Banca Nazionale dal 1998 ha preso in mano la politica monetaria del paese, avendo come obiettivo il tasso di inflazione3 e quindi il livello dei prezzi, sul modello della BCE. Per il raggiun-gimento di tale obiettivo la BNR ha operato attraverso due strumenti di politica monetaria: il tasso ufficiale di sconto e il livello della riserva obbligatoria.

Un altro aspetto caratterizzante il sistema bancario rumeno è quello del sistema di proprietà delle banche che è stato varie volte sottolineato come fonte di squilibrio e di inefficienza sia dalle istituzioni europee (Comitato di Bruxelles e BERS) che da organismi finanziari internazionali (es. FMI).

Come possiamo vedere una percentuale importante di mercato che si avvicina al 50% anco-ra oggi è in mano alle banche statali o controllate dallo stato. Questa dicitura si riassume in due no-mi importanti: la Banca Commerciale Rumena e la Cassa Di Risparmio. Due banche che insieme a livello di numero di sportelli sono le più presenti sul territorio nazionale. A livello di efficienza la BCR è molto migliorata dopo l’acquisto nel 2001 del 25%+ 2 azioni dalla BERS e dalla IFC, inve-ce la Cassa di Risparmio, nonostante una ristrutturazione iniziata nel 2002, non è arrivata ad affer-mare le sue potenzialità. Ed è proprio nelle loro potenzialità a livello di intero sistema che sta la lo-ro attrattiva per i possibili investitori nei prossimi mesi. L’intera opera di privatizzazione della Cas-sa di Risparmio si svolge sotto il controllo della Banca Mondiale, che deve sempre dare il suo as-senso - “no objection” - sulle varie iniziative prese in tal senso.


2Articolo di CORALIA POPESCU , Profesionalismul – singura perspectiva a sistemlui bancar romanesc, giorna-le“Adevalul economic”, 20/26 giugno 20013Stabilito per Statuto già con la legge 101/1998, ripreso con ancora maggiore enfasi nella legge 312/2004.

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