- levami una curiosità, abbiamo già
sniffato?
- mi pare di no. hai finito?
- ecco fatto.
- e se fossimo già circondati?
- ci dis-circonderemmo. se ne valesse la pena,
quella cosa lì pare proprio un cadavere,
andiamo a vedere?
- vuoi andare a piedi?
- la tua macchina è blindata? perché
se la tua macchina non è blindata tanto
vale andarci a piedi, è più fatale
ma è più comodo.
- non è un cadavere, è un pacco
d'immondizia.
- messi in scacco da un sacco d'immondizia,
in noi non c'è nulla dei guerriglieri
della notte, se ci fosse un reale pericolo...
- e c'è.
- pare anche a me. se ci fosse un reale pericolo
tu saresti in grado di assumere la forma di
uno sputo?
- potrei provarci.
- sono certo che non ti riuscirebbe, l'anima
di quel tuo zio viscontello te lo impedirebbe,
alza un po' quel vetro per favore, che strano
ho notato che hai avuto paura. sto cercando
di capire se mi fai più schifo o pena,
comunque per intanto mi fai pena e schifo.
- sembri molto gratificato.
- lo sono.
- bella vita, gratis e comodamente, ma non credo
fosse esattamente paura professore, acuto terrore
è più preciso.
- ne sono convinto, in ogni caso è bene
che sia venuto a te. mi ha reso coraggioso,
suppongo che se l'avessi provato io tu saresti
diventato temerario, invece di urinare come
ho
fatto io ti saresti messo ad intrecciare una
lunga laboriosa aggressiva e cianidrica cacca.
- che sta combinando quel tale?
- dove?
- là.
- quell'ombra?
- quell'ombra che cammina, perché sta
rallentando?
- io quel tale lo conosco.
- come fai a riconoscerlo?
- è il mio sguardo penetrativo di coniglio
gallonato.
- e chi è?
- non lo so. ma lo conosco, secondo te è
un uomo, vero?
- secondo me?
- per un solo istante.
- nient'affatto. non è un uomo, si vede
benissimo che è una porta scardinata.
- e senza battente.
- non s'usano più
- questa l'aveva, di ferro foderato di porcellana
bianca, apparteneva a un ufficiale postale.
- il battente?
- anche la casa, dietro dovrebbe esserci un
vetreria.
- una vetreria d'ombre che camminano.
- ora ti ci porto.
- dove mi stai portando?
- hai mai sentito parlare del conte carne della
cipolla?
- chi fu?
- chi è. è ancora vivo, alleva
bottiglie in una serra.
- come mai non me ne hai già parlato?
- probabilmente per pudore, è un mio
zio. fratello di mia nonna.
- dev'essere molto vecchio.
- non tanto, non credo che abbia più
di sessantanni.
- tua nonna che età ha?
- mia nonna è morta vent'anni fa. sui
sessanta, hai mai osservato quella bottiglietta
mummificata che sta sulla mia scrivania?
- forse non ho mai osservato la tua scrivania.
- l'ha tirata su questo mio zio. è anche
un costruttore di arie.
- arie musicali?
- no. arie, plurale di aria, ma non è
bravo come con le ombre delle bottiglie, non
hanno sufficiente trasparenza.
- mentre le ombre delle bottiglie...
- a mio parere sono bottiglie perfette.
- è qui?
- sì. dietro quella curva.
- non ho mai sospettato che qui ci fosse un
parco, e pensare che ho abitato da queste parti
per dieci anni, che facciamo? quel cancello
sembra chiuso.
- è strano, è sempre aperto.
- come vive questo tuo zio? è ricco?
ha figli?
- professore tu con tutta la tua sensibilità
non hai ancora capito che io non sono un delatore
pacificato.
- figlio non hai di che preoccuparti, è
difficile ammanettare bottiglie mascherate,
non parliamo poi dell'aria.
- non condivido questo tuo ottimismo, al sette
aprile segue il sette maggio, al sette luglio
il sette settembre, vedi tu un po'. se cela
fai.
- è per questo che tuo zio vive cosi
isolato?
- anche, stanno arrivando i cani.
- sembrano più rinoceronti che unicorni.
- quello a sinistra si chiama benito. l'altro
Calogero.
- che casino, direi di riprendere il nostro
viaggio.
- finiamo di rumarci questa sigaretta in pace.
- qui? con i rinoceronti di tuo zio costruttore
di bolle, ti senti al sicuro? eh?
- mi è diffìcile negarlo, ma se
vuoi ci muoviamo subito.
- non ho nessuna fretta, ho deciso di dedicarti
l'intera notte dolcezza.
- visto che sei cosi gentile mi muovo.
- ma no. no. questo posto mi piace, ha l'aria
di una zona industriale spenta, e poi il latrare
di quei due boaconstrictor dietro quel cancello
da lager, la risacca dei platani centenari.
- lo sbattere di una finestra.
- domani mattina alle sette e un quarto ci troveranno
riversi sui sedili anteriori della fìesta
spolpati fino all'osso.
- vuoto di midollo.
- esatto, e penseranno ad un omicidio diverso.
- un tantino arrogante prognatico steatopigico.
- stop! meglio: in codice.
- giusto, così è più intelligente,
succhiare il midollo delle ossa, intelligenza
di buongustai.