IL PROBLEMA DELLA INTEGRAZIONE DEI
FLUSSI MIGRATORI
L'Europa
e l'Italia in particolar modo devono prendere
coscienza del fatto che hanno cessato di essere
l'ombellico del mondo e che gli eventi che hanno
portato alla guerra in Afganistan e in Iraq
hanno accelerato l'andare della storia che va
scegliendo le nuove direttrici, consone all'apertura
del terzo millennio.
Il portatore della seconda guerra mondiale ha
messo a confronto violento due materialismi
universalistici, che avevano alla loro base
due concetti di dittatura: quella del proletariato
in un caso e quella del capitalismo puramente
finanziario dall'altro. Le due bolle sul finire
del secondo millennio si sono svuotate. Infatti,
ambedue sono cadute implose, nel momento in
cui hanno ritenuto che la pura forza militare
fosse in grado di modificare le ragioni della
gente; al di là di ogni lezione magistrale
che la storia può impartire e al di là
dell'importanza del possesso tradizionale dei
mezzi di produzione. L'incarico è avvenuto
in Afganistan, l'unico territorio al mondo che
non è mai stato posseduto da alcuno,
tranne il caso di Alessandro Magno che per acquisirlo
dovette maritarsi e dare un figlio alla nuova
moglie, per un momento degna della madre Olimpia.
Ma Alessandro aveva avuto un maestro che con
i fenomeni ci sapeva fare: un certo Aristotele.
Il mondo occidentale, è inclusa la Russia
e gli ex paesi satelliti, impregnato dall'American
way of life fondato sulla filosofia dei Padri
fondatori nel senso che il successo economico
porta
quello sociale e ambedue sarebbero il segno
tangibile del favore divino, accordato all'essere
umano di successo quale che sia la fonte del
suo guadagno.
Il mondo è tuttavia diverso, fortunatamente
e mentre il modello dominante implode, nuovi
soggetti antichissimi entrano di pieno diritto
nell'agone internazionale.
La Cina Popolare, raggiunto il Giappone quale
sesta potenza industriale nel mondo ha tutti
i principali indicatori economici posizionati
su due cifre stabilmente e si avvia ad affrontare
la sua avventura spaziale in attesa di vedere
gli effetti dell'implosione occidentale.
L'India e il Pakistan, ambedue potenze nucleari,
così come il Brasile forti della loro
capacità di disporre di fisici, matematici
e ingegneri di primo ordine, si sono sviluppate
nei campi dell'automazione e dell'informatica
oltre che dell'avionica e ciascuno per proprio
conto si va cimentando nell'avventura spaziale.
Israele, per sopravvivere ha bisogno di avere
costanti informazioni sui propri vicini, in
attesa di cessare dal contendere e di avviare
un processo di collaborazione nell'area, con
i suoi immediati vicini, cosa possibile qualora
il mondo occidentale arrivasse a capire che
i mezzi finanziari di cui dispone devono servire
per creare situazioni di recupero sociale e
di uscita dal bisogno piuttosto che per incrementare
vene politiche di potenza. Le politiche di potenza
così come la volontà di potenza
su altri piani partono dal presupposto delle
tolleranze, cioè dal sentire pezzi di
umanità come diversi da se e quindi muniti
del permesso di esistere, tuttavia separatamente
(ciascuno al suo posto). Tuttavia, i postumi
della seconda guerra mondiale, attraverso il
processo di decolonizzazione la progressiva
parziale modificazione della regione di scambio
il fatto che muove potenze industriali si siano
posizionate sul mercato internazionale dei
beni e dei servizi, ha portato come conseguenza
alla progressiva perdita dei mercati mondiali
da parte delle c.d. Potenze occidentali, al
fermo del loro processo di crescita all'apertura
di un processo deflattivo, almeno per il momento
incontrollabile.
A questo punto l'occidente deve muovere da un
profondo esame di coscienza e deve confrontarsi
con il proprio egoismo, essendo ormai in gioco
la propria stessa sopravvivenza.
Il confronto deve partire da talune preconsiderazioni
i popoli occidentali, sono stanchi non si riproducono
più, non hanno il passo diretto a costruire
il proprio futuro, invecchiati si domandano
chi potrà per loro pagare le pensioni,
verso quale tipo di società sono diretti,
in maniera atta a consentire il mantenimento
dei loro privilegi.
Il mondo occidentale è un mondo terziarizzato
che non ha alcun riguardo per il quaternario,
così come per le proprie origini, vive
in una sorta di eterno presente.
Per conservare, mero tentativo, lo status quo,
è necessario procedere con l'antico metodo
della sostituzione. Man mano che si rileva necessario
andiamo prelevando dai vari paesi vicini e più
deboli economicamente, la gente disponibile
al trasferimento più o meno legale. Le
carrette del mare tragicamente organizzate dalle
varie potenze criminali adempiono a questa funzione
a tale funzione primaria, mentre dal punto di
vista legale, il filtro dei vari consolati dell'area
Schengen, porta le persone munite di titolo
professionalizzate. Gli ultimi dati statistici
disponibili ci parlano di un universo di lavoratori
importati muniti di titolo di laurea o quanto
meno di "baccalaureato" (maturità
liccale).