HOME
Sommario
Le Vostre Domande
News
Keywords
Archivio Rivista
Il Vostro Contributo
La Redazione
Teleconferenza
Archivio Notiziario
Chat
Link
       
       
   

Self-efficacy: una strategia vincente per migliorare le prestazioni professionali

"Le convinzioni che le persone nutrono sulle proprie capacità hanno un profondo effetto su queste ultime. Chi è dotato di self-efficacy si riprende dai fallimenti; costoro si accostano alle situazioni pensando a come fare per gestirle, senza preoccuparsi di ciò che potrebbe eventualmente andare storto". Albert Bandura

Autoefficacia, aspettative di efficacia, convinzione di efficacia, convinzione di autoefficacia, senso di efficacia e senso di autoefficacia sono espressioni con lo stesso significato; secondo Albert Bandura, lo psicologo americano che nei primi anni del secolo scorso ha formulato il concetto, esse indicano nel loro insieme la convinzione della propria capacità di organizzare ed eseguire la sequenza di azioni necessaria per produrre determinati conseguimenti. Insomma, l'autoefficacia è la convinzione della propria capacità di fare una certa cosa, o in altre parole, di raggiungere un certo livello di prestazione.
Con il termine Self-Efficacy dunque si suole definire la percezione che noi abbiamo delle nostra capacità di portare a termine con successo il compito che ci troviamo ad affrontare. La "Autoefficacia" riguarda le nostre credenze personali, intese come capacità personali di organizzare le azioni necessarie per conseguire determinati livelli di prestazione. La percezione delle nostre abilità si basa su un processo di autovalutazione che chiama in causa la nostra storia personale di successi e insuccessi, rispetto al superamento dei compiti incontrati fino a quel momento. Bandura, nel definire il concetto di autoefficacia, individua tre dimensioni: ampiezza, intesa come numero di compiti che una persona ritiene di poter affrontare in situazioni problematiche; forza, ossia estinguibilità delle aspettative di autoefficacia di fronte ad esperienze di insuccesso; infine generalità, ovvero il grado di estendibilità delle aspettative ad altri contesti.

Schematicamente:

ampiezza:

ordinando per difficoltà varie attività, troviamo che le aspettative di efficacia di alcune persone sono limitate alle più semplici, a differenza di altre persone: l'individuo perciò si cimenterà con certi compiti, non con altri più impegnativi.

generalità:

alcune esperienze positive (o negative) creano delle spettative di efficacia strettamente circoscritte a quell'ambito particolare, altre inducono aspettative più generalizzate che investono ambiti che vanno al di là della situazione specifica in esame o in trattamento: ne risulteranno cambiamenti in più ambiti.

forza:

aspettative forti sopravviveranno più a lungo a dei feedback negativi o all'assenza di risultati positivi, aspettative deboli verranno meno prematuramente e porteranno l'individuo a desistere in un compito o in un'attività.


Nel dettaglio la teoria prevede che:

dal livello di self-efficacy che una persona possiede derivano:
· la modalità di reazione alle difficoltà della vita,
· l'entità dello sforzo e la capacità di perseverare di fronte agli ostacoli e alle esperienze di fallimento,
· la quantità di stress e depressione vissuta.

I cambiamenti che possiamo osservare nel comportamento di un individuo possono essere a loro volta ricondotti almeno a 4 classi principali:
1. cambiamenti indotti da esperienze dirette dell'individuo, che possono essere concettualizzati all'interno dei processi descritti dalle teorie dell'apprendimento (condizionamento classico o operante);
2. cambiamenti indotti da esperienze indirette, che possono essere ricondotti all'apprendimento osservativo (vicario) e al modeling reale o simbolico;
3. cambiamenti in assenza di esperienze dirette o vicarie ma che possono aver luogo a seguito di input verbali (persuasione o convincimento verbale), ad esempio informazioni che inducano modifiche di aspettative e convinzioni.
4. Cambiamenti connessi a particolari stati di tensione emotiva che potessero essere intervenuti nel soggetto.

I cambiamenti comportamentali possono essere ricondotti ad un meccanismo comune che è essenzialmente cognitivo. Questo meccanismo ha a che fare con le aspettative e più precisamente con cambiamenti a livello di quelle aspettative che Bandura chiama di "efficacia personale" o "autoefficacia".
La teoria dell'autoefficacia costituisce un primo passo verso una teoria unificatrice del cambiamento, cioè verso una spiegazione del perchè le persone cambiano e quando cambiano fanno quello che fanno.
La teoria della self-efficacy si basa sull'assunto secondo cui i procedimenti psicologici sono mezzi grazie ai quali si creano e si rafforzano le aspettative inerenti l'efficacia personal

Avanti>>