APPUNTI
PER PALERMO
Per parlare di pace occorre essere innanzi
tutto non violenti, per parlare di pace occorre
poi avere un progetto, per parlare do pace occorre
essere generosi, per parlare di pace occorre
essere capaci di amare, per parlare di pace
occorre sapere che il luogo dove si sta bene
è anche la propria patria. Per parlare
di pace occorre essere onesti ed essere capaci
di donare.
L'Europa post-romana non può certo ergersi
ad esempio di strumento di pace,: ha violato
innanzi tutto se stessa in ogni maniera possibile,
poi, quando i suoi problemi sono divenuti insolubili
ha ceduto al fascino degli argentarii bizantini
per tentare di avere la supremazia sul resto
del mondo. Mal gliene incorse per le sconfitte
numerose e ripetute e il concreto pericolo di
una definitiva perdita di identità prima
con i magiari e poi con i turco mongoli. Ciò
premesso, occorre oggi avanzare una proposta
concreta al di là e al di fuori del progetto
Meda che tenga conto del fatto che le forme
di stato e le forme di governo non sono un principio
lineare geneticamente e funzionalmente, ma sono
figli dei possibili equilibri generali divenuti
equilibri costituzionali, mai uguali in tutti
i paesi, in tutti i tempi , in tutti i popoli.
Vi sono diverse velocità atte a qualificare
una forma di stato, cosi' come vi sono diverse
locuzioni per definire la forma di una democrazia;
possiamo parla re di democrazia presidenziale,
parlamentare, diretta, oligarchica, assembleare,
popolare , partecipativa, sapendo che spesso
lo stesso concetto di democrazia applicata può
essere influenzato dallo strumento elettorale
utilizzato. In un certo momento la democrazia
assembleare individuata e proposta dal terzo
congresso del Partito Comunista Bolscevico,
poteva essere considerata , cosi' come poteva
leggersi nelle parole di Stucka, Pasukanis e
Majakovski, come la forma più avanzata
di democrazia tout-court o di democrazia partecipativa.
Ma il terzo grande giurista russo dell'epoca
Visniewski , pubblico ministero al processo
di Norimberga, fu capace di trasformare la democrazia
in centralismo democratico. Tutti giuristi,
tutti russi, ma l'uno cancellò le idee
degli altri: così cristiani, ebrei e
musulmani abbiamo dato vita a forme di aggregazione
di questa materia le più diverse possibili,
imponendo alla nostra vita velocità diverse.
Mentre i tedeschi ci riducevano quanto meno
in schiavitù se non in cenere, i nostri
scenziati davano vita al cannone multiplo(katiuscia),
gettando così le fondamenta della cibernetica,
attraverso un'attenta lettura della Bibbia e
dei Suoi numeri. D'altra parte la società
musulmana all'interno del pur non repressivo
impero ottomano (salvo l'immane sciagura del
genocidio del popolo armeno), trae occasione
dalle vicende europee del secolo passato per
ridiventare visibile e quindi capace di proselitismo.
Ora il problema mi sembra quello di trasferire
la rigidità fondamentalistica di qualsiasi
parte in un possibile modello di sviluppo e
quindi di crescita, di trasformare la sfiducia
in coesione , risolvendo i problemi di fondo
che sono quelli di attribuire a ciascuno e a
tutti una specifica capacità di fare
sistema, cioè di soddisfare i propri
bisogni, nel rispetto dell'eco-sistema, da quelli
fondamentali a quelli voluttuari, senza per
questo dover rinunciare alla propria identità
e alla propria origine , semmai sommando ai
propri gli altri fondamentali valori riconosciuti
in diritto comune come irrinunciabili e inalienabili
perché spettanti alla persona umana in
quanto tale . Gli effetti delle due guerre mondiali
e delle conseguenti guerre di indipendenza che
ancora oggi si trascinano in Afganistan , come
in Daghestan e in Cecenia , sono prodromiche
a quell'intifada che ha provocato la tragica
frattura di quel formidabile strumento di convivenza
che fu la Jugoslavia del Maresciallo Tito ed
impedisce di fatto ancora la nascita di quello
Stato Palestinese, federato con quello Israeliano
e con gli altri vicini in una vera unione quanto
meno doganale. La sicurezza militare così
come quella alimentare e del lavoro deriva dalla
soluzione del problema economico. La struttura
dell'economia, oggi fondata sulla conoscenza,
ha consentito ad alcuni grandi imprenditori,
id est: grandi compratori di acquisire in qualsiasi
parte del mondo le materie prime loro necessarie
per trasformarle in prodotti di consumo omogenei
ed uguali per soddisfare quei bisogni puramente
sollecitati dalla continua edonistica ricerca
di ricchezza dimostrabile ottenendo solo il
soddisfacimento di bisogni apparenti.
Tutto ciò ha avuto come conseguenza
la perdita della civiltà dei colori,
dei sapori, della preparazione cultuale dei
prodotti liberamente scelti.
Così siamo tutti divenuti più
poveri aderendo ad una società dell'informazione
finanziaria fondata di fatto sul non controllo
del sistema. Abbiamo presunto che i managers
figli del sistema puntualmente capitalistico
volessero creare ricchezza per tutta quella
gente che ricchezza voleva per essere presente
nel mercato dei bisogni da soddisfare perché
etero-diretti aldilà di un convinto sentire
personale.
Ci siamo tutti dinanzi a una ineducazione
alla libertà di essere accettando di
vivere in una sorta di dover essere. Siamo partiti
cioè dall'assunto che la libertà
dell'uomo dipenda dagli oggetti e dai servizi
che lo circondano fruendo e consumando l'uomo
che diventa funzionale al sistema, consentendo
la formazione di quell'accumulazione capitalistica
destinata ad infuturare sine die una società
puramente finanziaria cioè virtuale.
Abbiamo purtroppo visto che tale topica politica
era finalizzata alla creazione di apparenze
fondate sul fatto che nessuno vedesse il Re
Nudo della Favola. Poi la lunga stagione del
bambino che si accorge che il Re è Nudo,
il crollo delle quotazioni, i fondi che rendono
meno delle obbligazioni in cui investono, l'uso
per fini terroristici dei risultati delle speculazioni
finanziarie.