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EDITORIALE
La teoria del CAOS: un excursus storico-filosofico
sulle origini e l'evoluzione della scienza
(appunti e spunti da vecchie letture e recenti
navigazioni su internet)
Parte seconda (per la prima parte vedi Notiziario
Gemini Europa di dicembre 2003)
" … Lo studio della natura si è
sviluppato nel tempo attorno a due principali
poli: ordine e disordine…
… Per gli antichi la Natura era fonte di
saggezza. La Natura medievale parlava di Dio.
… Kant pensò che scienza e saggezza,
scienza e verità, dovessero essere completamente
separate. Abbiamo vissuto con questa dicotomia
nel corso degli ultimi due secoli. E' tempo che
essa giunga alla fine.… Una prima tappa
verso una possibile riunificazione della conoscenza
è stata la scoperta, nel corso del XIX
secolo, della teoria del calore, delle leggi della
termodinamica. Nella nostra attuale prospettiva
la termodinamica appare dunque come la prima scienza
della complessità … "(Y. Prigogine,
Premio Nobel per la chimica, 1977).
IN PRINCIPIO FURONO I GRECI……
Panta rei ovvero "tutto scorre, tutto si
trasforma": è questo il famoso aforisma
di Eraclito (VI sec. a.C.) che introduce nel pensiero
filosofico classico, oltre allo studio della materia
e delle sue forme, il tema del dinamismo (divenire),
spiegandolo in termini di forze intrinseche e
di energie racchiuse nella materia stessa. L'affermazione
esprime la ciclicità perenne delle trasformazioni
naturali e del tempo …
… Nella filosofia di Eraclito da Efeso il
concetto di divenire occupa il posto principale.
Egli considerò il Fuoco l'elemento mobile
per eccellenza, come la sostanza base. La difficoltà
di conciliare l'idea di un principio fondamentale
con l'infinita varietà dei fenomeni viene
da lui risolta attraverso l'ammissione secondo
cui il conflitto degli opposti è in realtà
un tipo dì armonia. Per Eraclito il mondo
è al tempo stesso uno e molti .... Possiamo
notare a questo punto che la fisica moderna è
in qualche modo assai vicina alle dottrine di
Eraclito. Se sostituiamo la parola fuoco con la
parola energia possiamo quasi ripetere le sue
affermazioni parola per parola.
… il concetto di atomo risale a molto prima
che avesse inizio la scienza moderna nel diciassettesimo
secolo: esso ha avuto origine nell'antica filosofia
greca e risale a quel primo periodo il concetto
basilare del materialismo insegnato da Leucippo
e da Democrito. Con la teoria degli atomi di Democrito
e Leucippo per la prima volta nella storia prese
espressione l'idea dell'esistenza di piccolissime
particelle ultime, noi diremmo particelle elementari,
come componenti fondamentali della materia. Gli
atomi nella filosofia di Leucippo non si muovono
soltanto per caso. Sembra che Leucippo abbia creduto
in un determinismo completo giacché è
noto aver egli detto "nessuna cosa accade
senza ragione, ma tutte accadono per una ragione
e di necessità". Nella filosofia di
Democrito tutti gli atomi consistono della stessa
sostanza.
Le particelle elementari della fisica sono dotate
di una massa nello stesso senso limitato in cui
posseggono altre proprietà…Giacché
massa ed energia sono, secondo la teoria della
relatività, concetti essenzialmente identici,
possiamo dire che tutte le particelle elementari
consistono di energia. Ciò potrebbe venir
interpretato come una definizione dell'energia
quale sostanza prima del mondo. Essa ha infatti
la proprietà essenziale implicita nel termine
sostanza, ossia quella di conservarsi.
Altre determinazioni della filosofia antica sono
abbastanza vicine a quelle della scienza moderna.
Il che mostra semplicemente quanto lontano si
possa arrivare combinando l'esperienza ordinaria
della natura, che noi abbiamo senza esperimenti,
con l'instancabile intento di porre un ordine
logico in codesta esperienza, per intenderla in
base a dei principi generali.
(W. Heisenberg, Fisica e filosofia, Il Saggiatore,
Milano. 1961, pp. 75-93)
Secondo Anassimandro: " da dove infatti gli
esseri hanno origine ivi hanno anche la distruzione
secondo NECESSITA' perché essi pagano l'uno
all'altro la pena e l'espiazione dell'ingiustizia
secondo l'ORDINE del tempo"
(Giannantoni, " I Presocratici", testimonianze
e frammenti).
L'idea che l'Universo sia ordinato ha origine
nel pensiero Presocratico ed ancor prima nelle
teogonie (nascita degli dei) di Esiodo, e trova
la sua massima espressione nella filosofia di
Pitagora.
I filosofi Greci erano consapevoli della confusione
del mondo percepito "così come si
mostra agli occhi". Essi, però, spinti
dalla ricerca dell'epistème (conoscenza
autentica, coerente e completa) avevano la forte
sensazione che al di là di questa confusione
ci fosse un principio più alto, semplice
e unitario. Cominciarono gli Ionici, filosofi
della natura, a cercare l'Uno sotto il molteplice;
seguirono le riflessioni di Parmenide ed Eraclito,
che spostarono il problema dall'individuazione
di una sostanza generale al problema dell'Essere
e del Divenire. Anche i filosofi di scuola atomista,
come Democrito, Epicuro e Lucrezio, avevano manifestato
l'esigenza di ridurre entro uno schema comprensibile
all'uomo, entro una struttura concettuale, l'immenso
e il mutabile, l'eterno e il divenire.
La scuola di Platone e di Aristotele dominò
poi lo scenario filosofico: Aristotele, sistematizzò
tutte le conoscenze entro una rigorosa struttura
di categorie, ponendo le basi della scienza occidentale
che, ancora oggi, si presenta organizzata e suddivisa
in settori ben distinti e separati (fisica, chimica,
biologia, ecc.), con oggetti e metodi specifici.
In effetti nelle riflessioni dei filosofi/scienziati
Greci su questo tema esisteva una spinta etica:
negli atomisti, ad esempio, l'dea era quella di
liberare l'uomo dalla paura degli dei, mostrando
come la natura non rispondesse ai capricci degli
dei ma all'azione di ben precise forze fisiche.
Per questi scienziati/filosofi la realtà
delle cose, la loro esistenza, erano date dalla
relazione di forza e materia entro una struttura
delineata. Il concetto di relazione, inteso come
punto di vista privilegiato per la conoscenza,
deve essere considerato l'eredità più
importante del pensiero "scientifico"
greco. La scienza dell'età moderna ha però
sottovalutato questo aspetto della questione,
preferendo soffermarsi sulla determinazione assoluta
delle leggi, creando cosi delle barriere, dei
limiti alla comprensione; tali limiti alla conoscenza
sono poi emersi con forza con la crisi del modello
riduzionista e meccanicista.
L'ETA' MODERNA
Da un punto di vista etico la Scienza moderna
ha tentato disperatamente di decifrare i simboli
del libro della natura scritto da Dio.
La filosofia - diceva Galileo - è scritta
in questo grandissimo libro che continuamente
sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo)
ma non si può intendere se prima non s'impara
ad intender la lingua e conoscere i caratteri
nei quali è scritto. Egli è scritto
in lingua matematica e i caratteri sono triangoli,
cerchi, ed altre figure geometriche.
Per secoli l'ideale della scienza è stata
quella di riuscire a prevedere l'evoluzione futura
di ciascun fenomeno a partire dalla conoscenza
della legge che Io regola, la tendenza quindi
a vedere il mondo come un insieme di fenomeni
semplici, riducendo la varietà e la molteplicità
delle variabili in gioco entro schemi generali
e assoluti. Con Newton questa tendenza diventò
poi un metodo per tutte le scienze, un modello
a cui adeguarsi per raggiungere rigore e precisione.
La cosiddetta età della modernità
(Cartesio, Galileo, Bacone, Newton) fu indubbiamente
l'epoca di un profondo riassestamento concettuale.
Astronomia, fisica e cosmologia da un lato, metodo
di ricerca filosofica dall'altro, hanno proceduto
verso una sola direzione: concepire il Mondo come
un'unica grande macchina.
D'altra parte, Galileo riteneva che la descrizione
del mondo dovesse attuarsi passando per una riduzione
di tutte le sue caratteristiche a quelle solamente
che fossero quantificabili e misurabili. In questa
tendenza al riduzionismo lo seguivano Bacone con
il suo metodo induttivo e assai più da
vicino Cartesio, con il suo dubbio metodico.
La costruzione della nuova immagine dell'universo
in Cartesio fu essenzialmente la costruzione di
una macchina, un meccanismo perfetto al pari di
un orologio, che rispondesse e vivesse armonicamente
in virtù dell'adeguata disposizione delle
sue parti. Era il riduzionismo che trionfava,
e in tale contesto la certezza matematica ebbe
ragione anche dell'imponderabile, dell'irrazionale,
di tutte quelle questioni che riguardavano la
sfera intellettuale e morale
Ma fu con Newton che l'immagine dell'universo-macchina,
dell'ideale riduzionista, ebbe il suo vero trionfo.
Newton sviluppò una completa formulazione
matematica della visione meccanicistica della
natura, una teoria coerente del Mondo che rimase
solido fondamento scientifico fino al XX secolo.
L'universo newtoniano era un immenso sistema meccanico
governato da leggi assolute ed esatte, leggi generali,
valide per spiegare tanto la caduta di una mela
dall'albero quanto i movimenti dei pianeti.
Nei Philosophiae naturalis Principia mathematica
Newton esprime con forza il proprio pensiero riduzionista:
gli elementi che compongono l'Universo si muovono
in uno spazio e in un tempo assoluti, quindi sono
eterni e immutabili. Questi elementi sono gli
atomi, formati tutti della stessa materia e messi
in movimento dalla forza di gravità che
agisce a distanza e istantaneamente; tutti i fenomeni
fisici si riconducono al moto di particelle elementari
e materiali causato dalla loro attrazione reciproca;
tanto le particelle, atomi, quanto la forza di
gravità che le mette in relazione sono
state create da Dio, e quindi non hanno bisogno
di un'ulteriore conferma della loro esistenza.
L'equazione del moto di Newton diventa quindi
la legge fondamentale del funzionamento dell'universo.
In questa maniera si connettono fra loro, in un'unione
destinata a durare per almeno due secoli, la visione
meccanicistica della natura e il determinismo.
E' possibile dunque interpretare ogni fenomeno
come la manifestazione di una semplice catena
di causa/effetto.
Nel corso del Seicento e per tutto il Settecento
la meccanica di Newton fu considerata l'unica
spiegazione possibile per i fenomeni della natura,
in ogni campo, dall'astronomia alla chimica. Ne
venne di conseguenza che tutte le branche della
scienza si uniformarono, nel metodo e nei principi,
alla fisica, che divenne la scienza regina , e
Newton divenne il simbolo e il prototipo dello
scienziato modello, l'uomo che va alla conquista
dell'Universo fidando solo nel proprio ingegno.
Sembrava la soluzione che dovesse durare per sempre.
Ma, come abbiamo visto, solo un secolo dopo il
senso di questa conquista svaniva, insieme al
sogno di una conoscenza assoluta ed eterna.
Giuseppe Monti
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