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"L'Arte turba, la Scienza rassicura". Da questa citazione di Braque e da una personale esperienza sul campo, mi deriva una considerazione: "Penso, anzi sono convinto, che il turbamento che promana dall'Opera d'Arte possa - anzi debba - richiedere un tempo metabolico perché, in completezza, trovi rassicurazione nella Scienza".
Salvatore Lorusso, 2000


ARTE E SCIENZA

L'arte e la scienza si sono sviluppate nel tempo apparentemente in manie-ra indipendente, risultando infatti del tutto distinte nel modo di trattare la loro esperienza selettiva del mondo, nel perseguire gli obiettivi e nell'interpretare i risultati conseguiti.
Con George Braque si può icasticamente affermare che "l'Arte turba, la Scienza rassicura".
Nel XIX secolo Goethe era il sostenitore di una scienza a misura d'uomo e per tale motivo si opponeva perfino all'utilizzo del microscopio perché, secondo lui, ciò che non poteva essere visto ad occhio nudo, per una qualche ragione non doveva essere visto. Alla fine del XIX secolo, i professori di fisica delle più importanti università europee allontanavano gli studenti da questa disciplina perché ritenevano che non ci fosse più molto di rilevante da scoprire sulla natura della realtà fisica. Dopo vi fu la fondamentale espe-rienza di Einstein.
Si è da poco concluso il XX secolo e siamo all'inizio del XXI secolo. Ci si chiede quale sia l'attuale stato della scienza: si potrebbe affermare che la scienza è sul punto di elaborare una Teoria Universale capace di spiegare tutto, ma sussiste sempre il rischio che altre teorie scientifiche giungano a formulare "altre verità". L'arte ha sempre riconosciuto questo limite, consa-pevole del fatto che non ci sono cose nuove da dire, ma soltanto modi nuovi e diversi di formulare la verità.
Pertanto, arte e scienza, a certi livelli, sono così vicine che è difficile distinguerle: sono due modi diversi per "raccontare il mondo", dunque non due discipline in contrasto fra loro, bensì due modi diversi di "leggere la realtà". La sola distinzione è che l'arte, pur mutando i modi e i mezzi con cui si esprime, è sempre in grado di suscitare attraverso poesie, quadri, sculture, melodie e altre creazioni, sensazioni diverse al fruitore dell'oggetto artistico: sensazioni di pace, di gioia, di turbamento, ecc. rivissute per merito dell'arte.
La scienza trova un'estensione pratica nella tecnologia che è sempre in evoluzione e dà, quindi, una sensazione di incompletezza e di mobilità.
Allo scopo di evidenziare la distinzione e, comunque, l'interdipendenza della "tecnologia" e della "tecnica" nell'ambito della "scienza", si ritiene opportuno specificare i significati concettuali dei due termini: per "tecnica" si intende l'applicazione sistematica della "tecnologia" per conseguire de-terminati risultati nel modo più efficace. Ne consegue che la tecnica basa il suo sviluppo essenzialmente su fondamenti empirici, mentre la tecnologia presuppone fondamenti scientifici.
Fatta tale premessa, è vero che la tecnica in maniera sempre più crescente sta dominando e trasformando il mondo: l'aumento quantitativo ha sicura- mente determinato anche una variazione qualitativa della tecnica nello scenario mondiale. Ebbene, è possibile affermare che esiste un rapporto fra tecnica e cultura, fra tecnica e pensiero filosofico? Per far questo bisogna stabilire se è la tecnica che ha prodotto i cambiamenti culturali e innanzi tutto filosofici oppure se è il pensiero filosofico che ha determinato il dominio della tecnica.
Un pensiero molto diffuso è che la filosofia negli ultimi due secoli, affermando l'impossibilità dell'esistenza di una realtà eterna, ha aperto uno spazio senza confini al dominio della tecnica con risvolti sul piano quantitativo e qualitativo e non viceversa, ovvero non è stata la tecnica, rendendo tutto dominabile, a produrre quelle modificazioni del pensiero filosofico inerenti la negazione di ogni realtà eterna e verità definitiva.
La tecnica diventa, per lo meno per alcuni, sempre più un rimedio per salvarsi dal nulla, quel nulla che è stato evocato e affermato per la prima volta dalla filosofia. In questo rapporto fra filosofia e tecnica non bisogna però dimenticare ed escludere l'importante funzione ricoperta dall'arte.
Quest'ultima può essere intesa in maniera duplice e contrastante:

- l'arte può costituire, secondo alcuni, l'unico "spazio autonomo" capace di sottrarsi al dominio della tecnica;
- l'arte, secondo altri, è essa stessa tecnica; d'altronde poesia è un termine che deriva dal greco "poiesis" che significa "produzione" in cui diversi e multiformi mezzi sono utilizzati e organizzati per raggiungere degli scopi.

Pertanto, la tecnica non può essere ricondotta semplicemente ad una macchina: nel suo significato più profondo, cioè come forma suprema dell'immaginazione, la tecnica può esaudire tutte le istanze della spiritualità umana comprese quelle dell'arte e della religione, può quindi diventare suprema arte e suprema poesia. È chiaro che, in questo difficile ma realistico rapporto fra tecnica-filosofia-arte, hanno il loro peso e la loro importanza la religione, la fede, la spiritualità.
In definitiva si fa presente che sarebbe stolto opporsi all'irruzione della "tecnologia" e della "tecnica" nella vita sociale: il progresso, anche quando è pericoloso, è inarrestabile.

Salvatore Lorusso

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