Numero 24

Le Vostre Domande



…………Oppure, utilizzando una dicitura comune alle rubriche del genere, "Chiedi all'esperto", ossia a "colui che ha esperienza". Il nostro bagaglio, in quest'ultimo senso, si fonda su un presupposto solido: l'impegno di un gruppo di professionisti attivi da anni nei settori della consulenza e formazione manageriale, in grado di rispondere a esigenze diverse e affrontare, in termini di proposte risolutive concrete, contesti, situazioni, culture provenienti da Paesi differenti. Un impegno e un proposito che ci sentiamo di confermare anche in questa occasione: nessuna pretesa ambiziosa, solo la disponibilità a rispondere, al meglio delle nostre possibilità, ai quesiti che di volta in volta ci verranno posti….perché, secondo un suggerimento illustre:
Il maestro disse a un suo allievo: Yu, vuoi che ti dica in che cosa consiste la conoscenza? Consiste nell'essere consapevoli sia di sapere una cosa che di non saperla. Questa è la conoscenza.
(Confucio)


Giuseppe Monti

e-mail :



Sono stato a lungo dipendente di una
grande azienda, prima di decidere di
mettermi in proprio e sviluppare
un'attività imprenditoriale, avendo
accumulato una buona esperienza e delle
conoscenze ampie; negli ultimi mesi ho
accostato alla mia attività
tradizionale,che porto avanti da 15 anni,
un nuovo business, per il quale mi sto
avvalendo di personale quasi del tutto
nuovo. Credo che per far lavorare bene
delle persone sia necessario creare uno
spirito di gruppo e una motivazione
costante, ma non sempre risulta semplice.
Alcuni dei nuovi assunti sono molto
giovani ed altri realizzano uno stage
prima di entrare in azienda; molte volte
sembrano lavorare del tutto slegati tra
loro e credo che questo riduca di molto
le potenzialità della mia azienda.
Parlando con amici ed altri imprenditori
ho potuto appurare che il problema è
piuttosto comune e di non facile
soluzione, qual'è il suo parere al
riguardo e quali misure adotta per
risolverlo?


Ha proprio ragione quando dice che “il problema è
piuttosto comune e di non facile
soluzione”. C’è anche da aggiungere che
si tratta di un problema molto complesso.
Devo anche farle i miei complimenti per
avere identificato, almeno in grosse linee,
la soluzione nello “spirito di gruppo e nella
motivazione costante”.
Non avendo molti dettagli mi dovrò
limitare a darle solo alcune indicazioni
di massima per creare tra i suoi collaboratori
uno spirito di gruppo ed una motivazione
costante.L’idea fondamentale è il fatto
che i collaboratori di un’impresa sono la
parte più importante del patrimonio
dell’impresa stessa. Questo è purtroppo un
concetto che non è compreso dalla maggior
parte degli imprenditori e dei manager.
Oggi la parte tangibile del patrimonio delle
aziende, per intenderci quella che compare
nel bilancio (capitale, crediti, immobili, eccetera)
è solo in media il 25% del patrimonio totale.
La parte intangibile, che non compare nel
bilancio, vale quindi il 75%.
E la parte intangibile comprende
i collaboratori, le loro conoscenze,
competenze e creatività, oltre al marchio,
il portafoglio clienti, i brevetti eccetera.
E’ quindi il caso, lei ne converrà, di valorizzare
quanto è più possibile i collaboratori dell’impresa.
Questo non è semplice se non si accetta
il concetto di cui stiamo parlando.
Se invece siamo convinti dell’importanza
delle persone che collaborano con noi la
cosa non è poi tanto difficile.
Alcuni suggerimenti:

  1. nella selezione scartiamo subito coloro
    che lavorano “solo” per lo stipendio, i
    non-curiosi, gli “ossessionati” dalle
    regole, quelli con obiettivi modesti o
    senza obiettivi. Scartiamo subito,
    in sintesi, quelli che non sono disposti
    ad investire nel lavoro e nell’apprendimento;
  2. facciamo in modo che tutti nell’impresa
    siano al corrente della strategia e di
    come si vogliano raggiungere gli obiettivi;
  3. accettiamo gli errori se servono
    all’apprendimento e premiamo sempre
    le nuove idee;creiamo all’interno del processo produttivo
    la catena cliente-fornitore: ciascuno è cliente
    di un collega e fornitore di un collega;
  4. leghiamo incentivi e premi al raggiungimento
    di obiettivi strategici e non ad obiettivi contingenti.

Per ora è tutto, se avesse bisogno di
approfondire non esiti a contattarmi.



Giuseppe Monti

 

 

sono un imprenditore e la mia azienda è attiva sul mercato da circa 20 anni; sono consapevole che per aumentare la competitività della mia azienda dovrei investire per realizzare delle innovazioni, ma sono spaventato dell'entità dei costi che dovrei affrontare, cosa può consigliarmi?

Federico Mangano

Alla sua domanda, che affronta un
problema complesso e molto attuale per
l'impresa italiana in generale, si
potrebbe rispondere in maniera
semplicistica che l'innovazione non e' un
costo ma un investimento. Questa pero'
sarebbe un'ossevazione da contabile. Da
imprenditore ad imprenditore la posso
invitare a fare un'operazione che tutti
dovremmo fare periodicamente: si domandi
cosa sara' della sua impresa da qui a
tre, cinque anni se non innova. Come si
sviluppera' il mercato in cui agisce la
sua impresa, cosa faranno i suoi
concorrenti, quale influenza avranno i
paesi in via di sviluppo entrati a far
parte dell'Europa, come si evolvera' la
tecnologia e il mercato del lavoro? Tom
Peters (un guru dell'organizzazione) dice
che un'impresa dovrebbe essere
rivoluzionata almeno ogni tre anni. Vuol
dire che deve cambiare il proprio
business plan, la propria organizzazione,
smettere di produrre alcuni prodotti e
produrne di nuovi, eccetera.... Senza
voler arrivare a questi eccessi il mio
suggerimento puo' essere quello di
ripensare a tutti gli aspetti della sua
impresa e cercare di averne una vision a
medio/lungo termine.
Resto comunque a sua disposizione se
volesse continuare il discorso.

 

Giuseppe Monti