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Racconti
Sudamericano. La famiglia Anguita: una storia
(la terza) (la seconda)
(la Prima)
Il
tempo inesorabilmente continuò a passare
e di quello che era la famiglia Anguita si può
dire che è rimasto molto poco, quasi nulla.
Abbiamo parlato molto superficialmente degli otto
figli di Don Leopoldo e Dona Rebeca, soffermandoci
su Gaston e Basilio più che altro per parlare
della loro normalità, pur essendo loro
di fatto anormali, visto che erano sordomuti dalla
nascita.
I ricordi sono molto fragili, cambiano forma,
colore, suono, odore, e non sono tutti della stessa
intensità. Ci sono quelli che sono proprio
nostri, che ci appartengono ed altri che ci vengono
trasmessi. I ricordi della famiglia Anguita, o
meglio, i ricordi dei suoi discendenti sono molto
forti, tanto da guadagnarsi da soli la loro presenza
sul mondo. In fondo, ogni famiglia ha i suoi propri
ricordi, ognuno di noi ha un passato, un prima,
un tutto che ci consente di "posizionarci"
all'interno dell'universo. Forse, in epoche passate
c'era più tempo per i ricordi, più
tempo per indagare su noi stessi, sulle nostre
origini: io stessa ho la mente e il cuore "affollati"
di mille piccoli ricordi che ancora oggi trovano
un loro spazio.
La più piccola dei figli della famiglia
Anguita, era Maria Rebeca. Essendo la più
piccola, era molto legata a suo padre e anche
se lui avrebbe potuto benissimo essere suo nonno,
tra di loro c'era un rapporto molto intenso. Don
Leopoldo le parlava come se lei fosse in grado
di seguirlo perfettamente su tutti i discorsi
che lui faceva. Questo significò che Maria
Rebeca ebbe l'opportunità di capire molte
cose, naturalmente senza nessun sforzo; aveva
comunque un carattere allegro e la fortuna di
crescere in una famiglia grande, benestante, aperta,
e la vita l'avrebbe affrontata sempre con questa
leggerezza, senza mai perdersi d'animo, eredità
queste ultime quasi sicuramente provenienti dalla
genialità del padre e dalla fermezza e
buon umore della madre.
Era anche una ragazza simpatica, di corporatura
un po' "abbondante" - effettivamente
tutti in famiglia da sempre e per sempre la chiamavano
affettuosamente "gorda" (grassa - cicciona),
ma già da adolescente cominciò a
trasformarsi e a 15 anni durante una di quelle
estati passate a Penaflor alla Quinta del Reloj,
un po' sul serio un po' per scherzo fu eletta
"Miss Gambe". Da quell'estate non passò
molto tempo e nella stessa Quinta del Reloj si
sposò con un giovane di buona famiglia,
in verità una famiglia con qualche difficoltà
economica visto la prematura morte del capo famiglia,
che lavorava nella Banca Centrale del Cile e aveva
dunque davanti a sé un buon futuro professionale.
Il fatto che lavorasse in banca, più una
nonna scozzese, garantirono la sua entrata in
famiglia. Più tardi, con il passare degli
anni, si sarebbe scoperto il suo vero contributo
familiare, nel senso che anche lui aveva una famiglia
della quale ci sarebbe molto da raccontare. La
sua era una famiglia composta da una madre tenerissima,
dolce, con un unico segreto - che consisteva nel
dormire ogni notte con delle forcine in testa,
facendo credere a tutti quanti di avere i capelli
naturalmente ondulati -, una sorella e quattro
fratelli.
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