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Introduzione
Questo articolo è la continuazione della
prima parte pubblicata nel secondo numero di questa
rivista (leggi
la prima parte>>) e ha lo scopo di completare
una breve disamina dei concetti base del project
management tradizionale.
Nel precedente articolo si sono date indicazioni
sulle principali tecniche utilizzabili dal project
manager per dare concrete risposte alle domande:
Cosa fare? Chi fa? e Chi fa cosa?
Di seguito si esamineranno, anche se molto stringatamente,
le altre domande a cui occorre dare risposta per
una efficace pianificazione e controllo dei progetti.
Tali domande sono:
- Come fare?
- Con che cosa fare?
- Quando fare?
- Quanto costa?
CONCETTI BASE DI PROJECT
MANAGEMENT (II PARTE)
Come
fare?
Dopo aver definito tramite la WBS il "Che
cosa", scomponendo il progetto in pacchetti
di lavoro elementare, deve essere definito con
cura dal project manager, grazie al supporto dei
singoli responsabili di Work Package, quello che
potremmo chiamare il "modello" del progetto.
Tale modello è descrivibile rappresentando
in forma grafica le attività del progetto
e le relazioni esistenti fra le attività
stesse.
Attraverso la rappresentazione di tale modello
grafico vengono quindi individuati i vincoli logici,
o se si preferisce, propedeutici, esistenti fra
le attività, considerando le sequenze operative,
i cicli di vita, che si intende seguire.
La figura qui di sotto rappresenta un esempio
di semplice reticolo logico in cui i box indicano
le attività (A, B, C, ecc.) e le frecce
i legami logici fra le attività stesse.
Sempre con riferimento alla figura, il legame
(la freccia) "fine-inizio" che unisce
AF1 con AF2 sta ad indicare che deve necessariamente
essere completata l'attività AF1 affinché
possa avere inizio l'attività AF2, e così
via.
Quando fare?
Questa dovrebbe essere la domanda alla quale
il project manager ha la massima esigenza di dare
chiare risposte. La gestione dei tempi e la definizione
del programma temporale, generalmente chiamato
grafico di Gantt, è uno dei problemi che
sempre più affliggono tutte le aziende
i cui progetti hanno forti vincoli di rispetto
dei tempi (es: data di consegna lavori). Con riferimento
alle tecniche reticolari e al modello logico di
progetto precedentemente definito, è possibile
utilizzare appositi algoritmi matematici (CPM
- Critical Path Method o PERT - Program Evaluation
and Review Technique) come supporto alla programmazione
temporale (schedulazione) delle attività.
Tale algoritmi permettono di calcolare:
- Le date di inizio e di fine (al più
presto e al più tardi) di tutte le attività
del reticolo e la data di fine progetto.
- Il percorso più lungo presente in
un progetto, il percorso critico, (nel nostro
caso: AF1-AF2-AC2-AT1-AT2-AC3-Fine) e quindi
le attività "critiche" che
sono la causa della data ultima di fine del
progetto.
- Le attività non-critiche e la loro
potenzialità (Total float) ad essere
ritardate o dilatate nel tempo.
Le tecniche reticolari, teorizzate nel mondo
del project management più di mezzo secolo
fa, portano quindi ad affermare che il grafico
di Gantt (o Barchart, o programma temporale, ecc.)
non dovrebbe costituire un "input",
un dato di partenza, in un sistema di project
management, bensì un "output",
un risultato dinamico, che di volta in volta si
può ottenere velocemente grazie all'analisi
dei tempi automatica (schedulazione) effettuata
tramite il reticolo logico.
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