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LA CONTABILITA' AMBIENTALE IN EUROPA - EUROSTAT

Fin dalla pubblicazione del V Programma Comunitario d'Azione a favore dell'ambiente è emerso subito l'orientamento dell'Unione Europea verso modelli di crescita basati sullo sviluppo sostenibile.

Al termine della conferenza di Rio, il presidente della Commissione Europea, Delors, riunì un gruppo di funzionari della commissione, al fine di studiare strumenti statistici in grado di rendere la politica ambientale comunitaria un'effettiva politica della sostenibilità.

Il Gruppo incaricato, formato da tutti esperti ambientali appartenenti alle Direzioni Generali della Commissione (ambiente, agricoltura, energia, trasporto, strumenti economici, ricerca, sviluppo regionale) iniziò i lavori con una valutazione dei progetti, nazionali ed internazionali, basando le proprie osservazioni sul modello degli indicatori PSR (Pressure-State-Response) promosso dall'OCSE e sul Sistema di Contabilità Integrata Ambientale ed economica (System for Integrated Environmental and Economic Accounting - SEEA1).

Al termine dei lavori, fu proposta una strategia basata su due tipologie di strumenti: da una parte, i conti satellite, intesi come struttura contabile esterna alla Contabilità Nazionale in grado di fornire uno strumento analitico, nel quale accogliere gli aspetti della sostenibilità; dall'altro la creazione di indici fisici ed indicatori relativi alle pressioni delle attività economiche sull'ambiente.

Indici fisici ed Indicatori
La creazione di questi indici è stata poi formalizzata con la realizzazione dell'ESEPI (European System for Environmental Pressure Indices), il cui scopo principale è fornire una descrizione sintetica ed esauriente delle pressioni esercitate dalle attività antropiche sull'ambiente.

Il Sistema ESEPI consiste in cinque categorie di indicatori, riassunte nella sigla DPSIR (Driving Forces - Pressure - State - Impact - Response). Gli indicatori relativi ai Determinanti, alle Pressioni e alle Risposte sono stati sviluppati da EUROSTAT, mentre quelli riguardanti lo Stato e gli Impatti sono stati elaborati dall'EEA (European Environmental Agency).

Il modello collega le cinque variabili con relazioni causali, inserite in un percorso di analisi che, partendo dai processi che determinano gli impatti ambientali (DF & P), si sofferma sulle ripercussioni ambientali (S & I), per giungere infine a esaminare gli sforzi attuati dal sistema socio-economico nella risoluzione delle criticità evidenziate (R).

Non esiste una forma standard di applicazione del modello, in quanto esso fornisce solo un percorso logico, lasciando poi a chi lo applica, la definizione degli indicatori più adeguati alla realtà che si sta analizzando:

- Driving Forces - Determinanti = sono indicatori territoriali che riguardano la sfera antropica. Forniscono informazioni sui fattori che determinano le pressioni ambientali (Stato, produzione industriale, famiglie);
- Pressure - Pressioni = descrivono le variabili che sono direttamente causa dei problemi ambientali considerati (uso di risorse naturali, emissioni, effluenti e ancora gli impatti sulla biodiversità e sull'ambiente urbano);
- State - Stato = indicatori di stato che registrano i cambiamenti avvenuti nell'ambiente naturale a causa dell'attività antropica;
- Impact - Impatti = indicatori di impatto, che misurano gli effetti sul sistema antropico derivanti dai cambiamenti di stato del sistema naturale;
- Response - Risposte = quantificano gli sforzi del sistema politico e sociale per risolvere i problemi di carattere ambientale, riguardanti principalmente azioni di prevenzione (legislazione, ricerca, monitoraggio e controllo, gestione delle risorse naturali, permessi negoziabili, tasse e sussidi); abbattimento (tecnologie "end of pipe"; depuratori, inceneritori, barriere contro il rumore), ripristino (bonifiche)2.

Il problema della scelta degli indicatori è stato affrontato da EUROSTAT nell'ambito del progetto Environmental Pressure Indices Project ed in particolare nel PIP (Pressure Indicators Project) che aveva lo scopo di definire gli indicatori di pressione ambientale. Furono individuati, da principio, 10 temi, tenendo conto delle disposizioni relative al V Programma Comunitario d'Azione per l'Ambiente: l'inquinamento atmosferico - i cambiamenti climatici - la tutela delle biodiversità - l'ambiente marino - il buco dell'ozono - le risorse naturali - la dispersione di sostanze tossiche - l'ambiente urbano - i rifiuti - l'inquinamento delle acque e le risorse idriche.

Per ogni tema è stato individuato un set di 6 indicatori chiave che rappresentassero efficacemente le relative pressioni per un totale di 60 indicatori3.

La seconda edizione del Towards Environmental Pressure Indicators for the UE (EUROSTAT, 2001) propone invece un set di 48 indicatori elaborati e aggiornati per 9 temi di politica ambientale (il tema tralasciato, vista la difficoltà nel poter perfezionare gli indicatori iniziali, è quello sulla perdita delle biodiversità).

Conti satellite
La seconda linea di sviluppo nella definizione della Contabilità Ambientale in ambito Europeo si basa sul sistema dei conti satellite. Lo strumento contabile elaborato da EUROSTAT a tal proposito è il SERIEE (Système Européen de Rassemblement de l'Information Economique sur l'Environnement).

Tale sistema si compone di diversi conti satellite, che hanno lo scopo di definire l'insieme delle informazioni riguardanti le misure di risposta, intraprese dal sistema socio-economico per fronteggiare il degrado ambientale (prevenzione o ripristino) e la riduzione delle risorse naturali (uso e gestione).

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1. Sistema di contabilità integrata che descrive l'economia collegando i conti economici tradizionali ai conti ambientali e delle risorse naturali.
2. Il modello DPSIR, per sua natura, è applicabile in qualsiasi ambito territoriale, locale, nazionale o sovranazionale.
3. I risultati furono pubblicati nel Towards Environmental Pressure Indicators for the UE (EUROSTAT, 1999)