INTERVISTA A MARCO MAGNANTI: E-LEARNING,
LA DIFFICOLTA' DI CONIUGARE LA TECNOLOGIA CON
LA CULTURA ALL'INTERNO DELLE AZIENDE
In questo numero abbiamo il piacere di ospitare
un intervista a Marco Magnanti, Presidente della
Delegazione regionale Lazio dell'AIF,
Associazione italiana formatori, e responsabile
della Formazione e della Comunicazione Interna
del Gruppo Autostrade.
Marco Magnanti è nato a Roma e si è
laureato in Psicologia alla Sapienza di Roma,
specializzato in Psicologia di Comunità
è iscritto all'albo degli Psicologi.
Ha iniziato la sua esperienza come docente presso
l'ex Indesit di Aversa, mentre approfondiva
le sue competenze presso l'associazione Spazio,
prima di giungere al Cerved come docente, in
particolare nei corsi motivazionali all'uso
del computer.
Magnanti si sta occupando attualmente, per la
società Autostrade per l'Italia, di formazione
nello sviluppo di un sistema aziendale di FaD
e della docenza in corsi di formazione su leadership,
team building e stress management. I suoi attuali
interessi sono la teoria della complessità,
le neuroscienze ed il counseling.
Al Dott. Magnanti abbiamo fatto alcune domande
a proposito di E-learning, per illustrare potenzialità
e limiti di questa metodologia e per avere un
quadro della sua importante esperienza al riguardo.
Parlando di e-learrning e dell'ultimo
rapporto elaborato da Assinform-Anee,
emerge una grande concentrazione dell'offerta
di corsi da parte di un numero ridotto di grandi
aziende, mentre i piccoli e medi supplire faticano
a trovare una collocazione nel mercato. L'offerta
dei corsi, inoltre, finisce spesso per non soddisfare
le esigenze dei clienti.
Quale idea si è fatto del mercato di
servizi di formazione E-learning?
"In italia le grandi aziende sono poche
e diventano sempre meno, le piccole e medie
imprese hanno delle grandi difficoltà
a realizzare investimenti nella formazione e
nella ricerca; fare dei piani di formazione,
anche con nuove metodologie e nuove tecnologie
vuol dire avere delle capacità che spesso
non si riscontrano nel tessuto economico del
nostro Paese.
Nel mercato, troviamo le grandi aziende che
fanno E-learning da tanto tempo, come Telecom,
insieme ad altre che si sono affacciate con
forza come l'Enel e le grandi banche, che hanno
tentato, per rimanere competitive, di realizzare
corsi di formazione per i vari livelli della
loro organizzazione, a partire dagli sportellisti.
Oggi vediamo che le Poste Italiane stanno investendo
molto sull'e-elearning, e questo li porterà
ad essere ben presto protagonisti in termini
di esperienza e capacità in questo settore
della formazione.
Quando parlo di E_learning preferisco parlare
di formazione, perché le tecnologie e
gli strumenti sono tutti finalizzati all'obiettivo
della formazione, non vorrei che si perdesse
di vista questo punto principale che è
proprio la formazione delle persone; è
in relazione alle persone che utilizziamo tecnologie
e metodologie, spesso, però, la necessità
di fare grandi investimenti in termini in di
E-learning ha portato a fare delle forzature
e così molti progetti non hanno avuto
ritorni sufficienti. Si finiscono per imporre
grandi investimenti, pretendendo che la gente
si adatti, ma così non funziona.
Troppe volte, invece di una spinta motivazionale,
alla base della partecipazione ai corsi di formazione
troviamo la paura di perdere il posto"
- Spesso i corsi e-learning si limitano
a riportare sul web il libro tradizionale, senza
sfruttare a pieno le grandi potenzialità
della rete e dell'interattività che offrono
questo tipo di corsi. Che esperienza ha in proposito?
"Le proposte di E-learning che giungono
alla nostra azienda sono legate anche alle simulazioni,
che spesso sono molto divertenti. La cosa che
manca nell'E-learning è il rapporto umano,
la relazione; ciò viene ovviato dall'introduzione
di alcuni strumenti, dalle chat, alle aule virtuali
con i tutor. Una delle carenze della Fad, a
cui occorre ovviare è proprio la mancanza
del rapporto umano"
- Cosa chiede all'interattività
quando vaglia la possibilità di realizzare
un corso all'interno della sua azienda?
"La necessità di una spiegazione
è molto importante per chi fa parte di
un'altra generazione. Chi è nato nell'epoca
dei videogiochi non ha problemi, al contrario
la formazione on-line può essere il miglior
modo di procedere. I problemi subentrano con
chi non ha la stessa attitudine con le nuove
tecnologie e questo ha creato dei grandi insuccessi.
Le tecnologie si stanno evolvendo sempre più
rapidamente e questo genera soluzioni nuove,
ma che necessitano di un orientamento e di particolare
attenzione nella progettazione dei corsi.
Abbiamo fatto recentemente un esperimento con
una scuola di lingua inglese on-line e questo
ha palesato che in alcuni casi i risultati sono
ottimi e in altri molto meno; abbiamo visto
che alcuni dei partecipanti al corso si sono
collegati da casa, e questo ha permesso loro
di apprendere sfruttando i momenti liberi. Già
dai primi anni novanta abbiamo creato delle
postazioni dedicate, dove fosse possibile accedere
facilmente ai corsi.
In questi ultimi anni i ritmi di lavoro sono
aumentati e per fare un corso c'è bisogno
di concentrazione, cosa che non avviene quando
si hanno continue "distrazioni" per
questo è così complesso impostare
dei corsi all'interno delle aziende".
- A chi si rivolge l'e-learning nella
sua azienda?
"I nostri corsi sono rivolti a tutti i
livelli dell'aziende, dal vertice agli operai.
Una delle nostre prime esperienze è stata
nel 1992, con corsi di informatica, ma non ci
siamo mai limitati soltanto al corso di informatica
on-line, perché davamo la possibilità
di incontrare il docente a fine corso; la chiamavamo
validazione del corso perché volevamo
appurare cosa avessero appreso i partecipanti
ai corsi. Abbiamo iniziato fin da subito, quindi,
un tipo di formazione blended, di cui oggi si
parla molto.
Se noi vediamo l'E-learning come uno strumento
per la formazione, credo sia preponderante l'ottica
del corso misto, blended".
Quali sono il vantaggio e lo svantaggio
principali dell'E-learning?
"Il vantaggio maggiore è quello
di far parte della rete, di poter raggiungere
tutti nello stesso momento veicolando contenuti
a tante persone contemporaneamente. Prima non
era possibile, mi viene in mente l'immagine
degli altoparlanti aziendali del passato, quello
era l'unico modo per inviare un messaggio a
tutta l'azienda e possiamo intuire la differenza…
Non esiste secondo me un grosso svantaggio se
non nella difficoltà di costruire piattaforme
e tools per l'E-learning e soprattutto di renderle
omogenee. Vengono presentate delle cose che
meravigliano inizialmente ma che difficilmente
trovano un'applicabilità immediata, sia
per questioni culturali, sia per la tecnologia.
È difficile applicare su larga scala
un'innovazione tecnologica, perché va
capita da tutti e vi assicuro che non è
assolutamente facile.
L'esempio che mi viene da fare è quello
della posta elettronica, abbiamo penato due
o tre anni prima di riuscire a farla utilizzare
da tutti, magari è mancata in passato
la figura di un amministratore delegato che
lanciasse un segnale forte al riguardo. Se fossimo
riusciti a far capire a tutti contemporaneamente
le potenzialità di questo strumento avremmo
guadagnato molto in termini di produttività".
Ringraziamo il Dott. Magnanti per averci concesso
questa interessante intervista e rimandiamo
i nostri lettori ai prossimi pareri che raccoglieremo
riguardo la formazione e l'E-learning in particolare.
Simone Piperno
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