EXCHANGE TRADED FUNDS - ETF
Gli Exchange Traded Funds (letteralmente
"fondi indicizzati quotati") sono
una rticolare categoria di fondi o Sicav, le
cui quote sono negoziate in Borsa in tempo reale
come semplici azioni, attraverso una banca o
un qualsiasi intermediario torizzato. Caratteristica
peculiare di questo innovativo strumento è
costituita dall'indicizzazione: gli ETF replicano
infatti passivamente la composizione di un indice
di mercato e di conseguenza anche il suo rendimento.
Possiamo dunque definire gli ETF come OICR (organismi
di investimento collettivo del risparmio) aperti
a gestione passiva la cui composizione è
legata ad un benchmark di riferimento, ossia
il paniere di titoli che compone un determinato
indice.
Gli ETF si caratterizzano come una via di mezzo
tra un azione ed un fondo e consentono di sfruttare
i punti di forza di entrambi gli strumenti.
In particolare acquistando un ETF, è
possibile realizzare la diversificazione e la
riduzione dei rischi tipica di un fondo di investimento,
scambiando le quote del fondo come una normale
azione.
La trattazione in continua degli ETF rende infatti
possibile conoscere il valore di mercato in
ogni istante, a differenza dei fondi comuni
di investimento tradizionali, il cui valore
viene fissato una sola volta al giorno, generalmente
a fine giornata. L'origine degli ETF, chiamati
anche "trackers" in gergo, risale
al gennaio del 1993.
Per quanto riguarda il mercato europeo degli
ETF, i primi strumenti sono stati creati nell'aprile
del 2000.
Negli Stati Uniti gli ETF hanno registrato una
crescita esponenziale negli ultimi 10 anni,
soprattutto a partire dal 2000. Il numero ha
superato le 130 unità, con un patrimonio
domestico passato dai 2 miliardi di dollari
del 1993 al superamento ad oggi dei 100 miliardi
di dollari.
Nel Vecchio Continente, secondo un rapporto
elaborato da Morgan Stanley Research & Bloomberg,
il numero degli ETF ha superato le 120 unità,
con un patrimonio gestito di oltre 13 miliardi
di dollari. Se dunque il numero dei prodotti
ha raggiunto quelli presenti nel mercato americano,
il capitale investito negli ETF e il turnover
generato non sono ancora paragonabili con gli
Stati Uniti.
In Giappone invece gli ETF ammontano a oltre
20, con un patrimonio gestito di oltre 23 miliardi
di dollari .
Lunedì 30 settembre 2002 gli ETF hanno
fatto il loro debutto anche a Piazza Affari
sul segmento MTF del Mercato Telematico Azionario
italiano.
Gli Exchange Traded Funds attualmente quotati
sono 20, in 8 categorie d'investimento, 6 azionarie
e 2 obbligazionarie la capitalizzazione degli
strumenti
sfiora i 10 ? miliardi di Euro
LOTTO MINIMO DI NEGOZIAZIONE
1 azione / quota
SPECIALISTA A SUPPORTO DELLA LIQUIDITA'
Per ogni ETF è previsto almeno uno
specialist a supporto della liquidità,
il quale è enuto ad esporre prezzi
in acquisto e in vendita in maniera continuativa,
secondo pecifici obblighi di quantità
minima e di spread (differenza tra prezzo
di acquisto e prezzo di vendita) massimo fissati
da Borsa Italiana.
Come per le azioni, la liquidazione dei contratti
avviene dopo 3 giorni (T+3) in Monte Titoli.
I contratti su ETF sono garantiti sia dal
"Fondo di garanzia dei contratti"
sia dal "Fondo di liquidazione".
Quali sono i vantaggi e le caratteristiche
degli ETF?
Accessibilità e flessibilità
Gli ETF possono esser comprati e venduti come
semplici azioni, tramite una banca, una sim
o un broker online, semplicemente inoltrando
un ordine con il relativo codice ISIN dello
strumento. I fondi indicizzati offrono il vantaggio
di essere quotati su un mercato regolamentato
attraverso la piattaforma MTF, con un lotto
minimo di una quota/azione. Con una sola operazione,
si acquista/vende l'intero portafoglio di titoli
che compone l'indice ed è possibile investire
anche importi limitati, a patto che le commissioni
di negoziazione non abbiamo un incidenza eccessiva
sul capitale investito.
Diversificazione
Investire in un ETF significa prendere posizione
su un intero indice di mercato (azionario, geografico,
settoriale, obbligazionario), diversificando
e diminuendo il rischio dell'investimento.
Nel caso di un ETF, la diversificazione è
immediata ed evita di acquistare tutti i titoli
appartenenti al paniere di riferimento prescelto
(operazione che richiederebbe costi e tempi
molto elevati), con la certezza di ottenere
un rendimento fedele all'indice sottostante.
Precisione di replica dell'indice benchmark
L'ETF consente di ottenere un rendimento pari
a quello dell'indice benchmark di riferimento
(a parte un limitato errore, positivo o negativo,
definito tracking error) in virtù di
una "gestione passiva" e di un particolare
meccanismo di funzionamento detto creation/redemption
in kind.
Il meccanismo di "creation/redemption in
kind" consente di minimizzare il "tracking
error" (cioè la differenza di rendimento,
positiva o negativa, tra ETF e benchmark).
Costi di gestione contenuti
Contrariamente ai fondi tradizionali, gli ETF
non prevedono nessuna commissione di "entrata",
di "uscita" e di "performance".
Viene applicata solo una "Commissione di
Gestione" annua molto contenuta, pari ad
una percentuale fissa del patrimonio gestito
(variabile tra lo 0,35% e lo 0,50% a seconda
dell'emittente, contro il 2%-2,5% di un fondo
comune azionario). Per investire in ETF, così
come per le azioni, si paga solo la commissione
di negoziazione dovuta alla propria Banca/Sim
al fine di operare sul Mercato Telematico Azionario
(MTA) di Borsa. L'economicità degli ETF
è ricollegabile alla gestione passiva
del fondo: il gestore non deve far altro che
bilanciare il portafoglio per seguire i cambiamenti
dell'indice, senza cercare di ottenere una performance
migliore del proprio benchmark.