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Liquidità
La liquidità degli ETF è garantita dalla presenza di almeno un "market maker ufficiale", detto specialist, che si impegna a quotare un prezzo di acquisto e uno di vendita, con obblighi di quotazione in continua in conformità di uno spread massimo
e di una quantità minima stabiliti dalla Borsa Italiana. Oltre allo specialist, la presenza di alcuni "market maker non ufficiali" (tutti gli intermediari interessati possono infatti sottoscrivere e chiedere il rimborso delle quote/azioni dell'ETF secondo lo stesso meccanismo di cui gode lo specialist.) e la possibilità di operare arbitraggi tra l'ETF, le azioni sottostanti e i derivati sull'indice benchmark, rappresenta un ulteriore fattore che influenza la liquidità dello strumento.

Distribuzione dividendi
L'ETF (al contrario di alcuni strumenti similari) riconosce agli investitori i dividendi incassati a fronte delle azioni detenute in portafoglio, nonché i proventi del loro reinvestimento e i proventi derivanti dal prestito (securities lending) delle azioni del
portafoglio gestito. I dividendi periodici sono distribuiti (generalmente in un'unica soluzione una volta all'anno) al netto delle spese sostenute dal gestore, ma a volte i
dividendi sono reinvestiti automaticamente nel fondo. La politica del fondo è descritta nel rispettivo prospetto informativo.

Trasparenza
Un ETF rappresenta un insieme di titoli azionari, e il suo valore riflette quello del paniere sottostante.
Ogni giorno è disponibile:
- il NAV (Net Asset Value), cioè il valore dell'ETF, riportato dalla Borsa su cui lo strumento è trattato all'inizio o alla chiusura della seduta. Il NAV comprende anche i dividendi accumulati ed i costi di gestione, che vengono sottratti direttamente dal valore dell'ETF con il passare del tempo. E' possibile trovare i NAV degli ETF sui principali quotidiani finanziari, sul sito internet della Borsa. Italiana e sui siti web degli emittenti
- la composizione dell'ETF (creation basket)
- la composizione dell'indice benchmark di riferimento
In tempo reale è disponibile:
- "iNAV" (Indicative Net Asset Value), cioè il valore dell'ETF
durante ogni momento della giornata.
Il prezzo dell'ETF corrisponde generalmente a una frazione dell'indice sottostante (es. 1/10 opp. 1/100) per cui è sempre possibile una valutazione puramente indicativa del suo corretto valore. Il NAV sarà diverso dal prezzo dell'ETF in borsa, il quale varia continuamente in base alla variazione dell'indice e all'andamento della domanda/offerta. Possono inoltre intervenire delle limitazioni alla diffusione della
composizione dell'ETF e dell'indice benchmark a seconda degli accordi intervenuti in tal senso tra emittente e index provider.

Diverse modalità di impiego e adattabilità a diverse strategie di mercato.
Date le loro caratteristiche, gli ETF costituiscono una valida opportunità di investimento sia per una clientela di tipo istituzionale (che utilizza questo strumento nell'ambito dell'asset allocation), sia per una clientela retail (che vuole diversificare i propri investimenti con un esborso contenuto).

Le modalità di impiego degli ETF possono essere così sintetizzate:

1) Vendita allo scoperto ("short selling") intraday o multiday al fine di prendere una posizione "ribassista" sull'indice benchmark. Questa operazione consiste nel vendere un ETF prima di averlo acquistato, sperando così in un ribasso del sottostante per ricomprarlo ad un valore inferiore. Gli investitori privati potranno operare vendite allo scoperto, solo se ciò è previsto dal proprio intermediario e secondo le modalità definite da quest'ultimo.

2) Trading (anche di tipo intraday) al fine di cogliere i momenti di rialzo dell'indice benchmark (attraverso un acquisto e la successiva immediata vendita dell'ETF)

3) Investimento di medio / lungo termine (strategia "buy" and "hold") per beneficiare di un eventuale trend favorevole, con però:
- una particolare attenzione ai costi
- basso rischio di sovra/sotto performance del benchmark (in
quanto questo viene replicato)

4) Arbitraggio, al fine di sfruttare momentanee divergenze di prezzo tra la quota del fondo ed il benchmark di riferimento.

5) Hedging e copertura dei rischi per ottimizzare le posizioni aperte su derivati aventi come sottostante l'indice di riferimento.

6) Gestione di portafoglio da parte degli investitori professionali. Tramite una semplice transazione, è possibile investire in un determinato paese, area geografica e settore.

Agevolazioni fiscali
Sia gli ETF, sia gli equity funds tradizionali devono distribuire annualmente i profitti ed i capital gains realizzati. In generale gli ETF tendono ad essere più efficienti dal punto di vista fiscale rispetto ai fondi aperti gestiti attivamente, in quanto generano minori capital gains in relazione al basso turnover delle azioni in portafoglio.
Tale efficienza, varia considerevolmente in base all'indice sottostante. Gli ETF vendono titoli solamente in caso di variazioni all'interno dell'indice sottostante, mentre gli investitori che desiderano liquidare la posizione devono semplicemente vendere le proprie quote sul mercato ad altri compratori; non vi è dunque la necessità di cedere azioni per far fronte alle richieste di rimborso delle quote, procedura che genera potenziali plusvalenze.

Dario Viviani condirettore di ULNL

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