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L'EMOZIONE DEL
MARE
La
sensazione che si prova nel momento in cui si
smette di respirare l'aria dalla superficie, ci
si immerge completamente e le bombole diventano
l'unica fonte di ossigeno, è un misto di
panico e profondo benessere.
Un panico che nasce dal nostro istinto, dalla
paura atavica e dal rispetto per il mare, una
forza della natura da non sfidare mai.
Quando si inizia l'immersione, si perdono, completamente,
i punti di riferimento che ci accompagnano dalla
nascita, per calarsi in una nuova dimensione,
dove gli oggetti e gli esseri viventi si muovono
in modo totalmente differente, i colori e i suoni
assumono intensità fino a quel momento
sconosciute.
È una sensazione che somiglia a volare,
sopra piante e pesci, che somiglia allo scalare
una montagna, dove gli scogli sommersi ricordano
le rocce in superficie, ma che da lì sotto,
si superano con un semplice battere di pinne.
Il silenzio è ciò che colpisce di
più, quando, superati i timori iniziali,
si riesce ad apprezzare il mare e la sua esplorazione;
la mancanza di ogni altro rumore, a parte il proprio
respiro, permette di gustare una solitudine speciale,
priva di ogni malinconia, densa di emozioni.
E' questo il profondo benessere cui accennavo,
una nuova condizione che porta a stabilire un
rinnovato rapporto con se stessi, una conoscenza
più intima delle proprie paure e del modo
di affrontarle.
Da una parte, l'armonia dei movimenti, dei gesti,
del paesaggio circostante, una sensazione di rilassamento
intensa e piacevole, ma dall'altra il rischio
di sbagliare, di compromettere la propria vita
e quella del proprio compagno, perché è
buona norma essere sempre in due.
Una coppia che condivide un'esperienza esaltante,
ma che mette tutto in gioco, in quell'ora che
si trascorre a 20 o 40 metri di profondità.
Abituato a vedere il mare dal ciglio dell'acqua,
magari con una maschera e un tubo per respirare,
tutto è diverso quando ci si immerge, non
si è più un osservatore di una realtà
a portata di mano, ma lontana, si diventa parte
di un ambiente che ci accoglie e ci ospita, con
le sue regole, le bellezze entusiasmanti e i pericoli.
Guardare i pesci che si muovono sotto di noi o
giocare con loro, seguendoli, studiandone i movimenti,
o semplicemente lasciandosi affascinare dalle
loro evoluzioni tra le correnti, è una
sensazione provata soltanto nei sogni, fino al
momento in cui non si decide di sperimentarla
e di sfidare uno dei limiti della nostra condizione
di esseri umani.
Quando si sta in barca e ci si avvicina al punto
dell'immersione si possono cogliere i mille modi
in cui le persone, anche le più esperte,
reagiscono ad una situazione di stress, così
come nel momento del "rito della vestizione",
quando tutto sembra soltanto routine, mentre in
realtà ogni gesto è studiato per
non mettere a rischio la propria vita e quella
degli altri.
Ricordo la mia prima immersione e il modo goffo
con cui preparavo i miei attrezzi, i movimenti
lenti, impacciati, l'insicurezza di chi vorrebbe
essere in qualsiasi altro posto, ma non in quello;
collegare la bombola all'erogatore, controllarne
il funzionamento, accertarsi della pressione,
infilarsi la muta, le pinne e….. sperare
di non sentire troppo freddo.
Quindi, il tuffo in acqua, il segnale all'istruttore
che tutto è ok e il primo contatto con
l'ossigeno misto ad azoto, contenuto nelle bombole,
e poi, al momento in cui si inizia la discesa,
tutto cambia, a partire dal ritmo della respirazione,
che diventa più lenta, per consumare meno
ossigeno e favorire il rilassamento, una sorta
di meditazione che si svolge sotto il mare, dove
tutto sembrerebbe inospitale per l'uomo, mentre,
in realtà, tutto è bellissimo.
Conoscere se stessi, sapere come si reagisce
quando si è in difficoltà, o quando
qualcun altro è in pericolo, diventare
parte di un nuovo ambiente, senza creare lo scompiglio,
ma apprezzandone le differenze: sono tutte situazioni
che si presentano anche nella nostra vita di tutti
i giorni, così come nel lavoro.
Allo stesso modo, migliorare la propria capacità
di rilassarsi nelle situazioni di stress, affrontare
attivamente le situazioni di rischio, senza rimanere
bloccato, essere pronti ad aiutare chi ti è
vicino senza mettere in pericolo la tua vita,
sono qualità che si possono esercitare
con l'allenamento, in vari modi, e l'immersione
è senza dubbio uno di questi.
Nella vita come nelle immersioni, è importante
agire con prontezza, ma con la consapevolezza
di ciò che si sta facendo, perché
lo si è provato varie volte, così
come risulta fondamentale reagire a situazioni
nuove senza farsi vincere dall'indecisione, che
blocca i movimenti e ottenebra la mente.
Al contrario di quello che può sembrare,
però, l'immersione ha dei margini di sicurezza
piuttosto elevati e tutto l'allenamento che precede
le prime esperienze è finalizzato a risolvere
le situazione di eventuale pericolo nel modo migliore
possibile, certi movimenti diventano automatici,
nella preparazione dell'attrezzatura, così
come nei movimenti sott'acqua: per questo è
un'esperienza da provare senza troppe esitazioni
e timori.
Simone Piperno
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