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IL CINEMA MODERNO: UNA RIFLESSIONE SU TENDENZE E MESSAGGI

Semplice passatempo, prodotto di mercato, ulteriore strumento di diffusione pubblicitaria: a circa cento anni dalla sua nascita, il cinema perde gradualmente l'onore originario e l'investitura ufficiale di espressione artistica tra le più significative, per vestire gli abiti suggeriti dai tempi e adeguarsi ai mutamenti imposti dal progresso, primo fra tutti lo straordinario sviluppo della tecnologia, di cui le pellicole si fanno in qualche modo carico, traducendo questa presenza dilagante in una serie di inimmaginabili effetti speciali che invadono vari ambiti e per i quali si potrebbero fare numerosi esempi: dai Jurassik Park (USA, '93, '98 e '01) di Spielberg, ai fantascientifici "Independence day" (USA '96) e "Man in black" (USA '98); dal gigantesco "Titanic" (USA '98) al nuovo metodo disneyano, anch'esso assalito dalla febbre virtuale, dei "Toy Story" (USA '95 e '98). Dopo la decadenza insopportabile del cinema anni '80, nei '90 gli schermi si popolano di immagini mai viste, di navi spaziali che sembrano bucare i teli delle sale, di mostri ed esplosioni ed affondamenti e suoni, rumori in stereofonia e creazioni virtuali mozzafiato, che lasciano lo spettatore con il fiato sospeso, ma soprattutto lo trascinano in un vortice di sensazioni che variano solo per intensità, rispetto a un intento che rimane unico, ovvero quello di generare stupore e meraviglia, a scapito dei contenuti, ormai sacrificati, se non del tutto esauriti e confinati nei capolavori anni '50.
Una tendenza, quella all'esagerazione scenica e all'abuso di prodigi tecnologici, che si affianca a un'altra maschera "indossata" spesso e volentieri dal cinema odierno: quella del "non limite".

L'irriverenza riguarda soprattutto il mondo dei sentimenti, che diventano particolarmente espliciti, come è ovvio, nelle esternazioni e manifestazioni fisiche dei protagonisti di storie d'amore: il nudo è d'obbligo, il sesso è un ingrediente imprescindibile anche degli intrecci più romantici e la violenza diviene così gratuita da apparire scontata; l'atteggiamento è dunque duplice e a farne le spese risulta, come già detto, la consistenza dei temi trattati, o la profondità dei dialoghi, o lo spessore di ruoli e situazioni.

Non si può tuttavia generalizzare in senso assoluto e mancare di sottolineare, sia pure in rapida rassegna, i buoni traguardi del cinema attuale : anzitutto la grande libertà d'espressione che sembrerebbe intrinseca in questo periodo e che ha permesso a numerosi giovani registi di affrontare numerosi argomenti spesso in precedenza negletti, per timore della scarsa partecipazione del pubblico (nazismo e razzismo, olocausto e genocidi storici più o meno recenti rappresentano alcuni dei campi di interesse più esplorati anche tra i registi più importanti di questi tempi, costituendo un grande elenco di film-documentaristici che rendono noto a un pubblico vasto, di vecchie e nuove generazioni, l'orrore di quegli anni. Ultimo fra tuuti, il grande successo italiano di Roberto Benigni, "La vita è bella" (Italia, '97) che riesce, sulla sia del mitico Chaplin, a far sorridere e commuovere anche i più alienati statunitensi. Oltre alla storia recente, celebrata anche in buoni film come "Salvate il soldato Ryan" (USA '98), un'altra tendenza è quella di impressionare lo spettatore con ben costruiti thriller, primo fra tutti il mitico "Silenzio degli innocenti" (USA '90) con un'ottima Jodie Foster , dal quale discenderà un fruttuoso sequel (Hannibal nel 2001 nelle sale di tutto il mondo).
E ancora è tendenza ben radicata, e recentemente "sposata" anche dalla produzione televisiva italiana, in particolare quella di fiction, quella di mettere in scena classici della letteratura (ad esempio "I Miserabili" di V. Hugo), come già fecero negli anni precedenti Kubrick e altri maestri.

In conclusione, se è possibile indicare una meta fondamentale raggiunta dal cinema moderno, questa può risiedere nell'aver compreso che anch'esso, non differentemente dal teatro, dalla pittura e dalla musica, ha bisogno di una spinta fantasiosa e creatrice non indifferente per ottenere risultati sempre nuovi. Nello stesso tempo, come impegno per il futuro, la celluloide dovrebbe assumersi quello di proseguire ad affrontare, in termini il più possibile realistici, temi anche scottanti, quali l'oppressione politica, l'omosessualità, la religione, con la più trasparente indipendenza dal giudizio dei critici e dei benpensanti.

Donatella Vasselli

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