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BPR: per ridurre
i costi non basta "tagliare", occorre
riprogettare i processi.
Il
Business Process Reengineering, nella definizione
data da Hammer e Champy, inventori e propositori
della metodologia, è " .. il ripensamento
di fondo ed il ridisegno dei processi aziendali,
finalizzato a realizzare straordinari miglioramenti
nei parametri critici delle prestazioni, come
i costi, la qualità, il servizio e la rapidità..".
Non a caso iniziamo queste riflessioni partendo
dall'accezione corretta di questa metodologia.
Sul tema, infatti, c'è ancora una discreta
confusione e, spesso, si sovrappongono, nei termini
e nei metodi, approcci completamente differenti
tra loro.
È frequente, infatti, assistere ad una
reale commistione tra il metodo BPR
e quelli di TQM
(Total Quality Management) e BPI (Business Process
Improvement). Le diversità tra i due
approcci si apprezzano, oltre che nei contenuti,
soprattutto nella modalità di conduzione
del progetto, essendo il BPR un intervento "top
down" a differenza del TQM e del BPI che
possiamo senz'altro considerare approcci "bottom
up" fondati cioè, sul coinvolgimento
dal basso con strumenti come l'empowerment. In
altre parole, è soprattutto un profondo
capovolgimento di mentalità e di cultura
dell'impresa che provoca le azioni di reingegnerizzazione.
Partendo da una finalità che consiste nel
mettersi al servizio del cliente, l'impresa deve
avviarsi a subire una profonda trasformazione
di tutti i livelli e di tutti i suoi fattori costitutivi
tra i quali:
l'organizzazione del lavoro;
il contenuto del posto di lavoro (carico);
i metodi di lavoro;
le responsabilità (che saranno ripartite
secondo metodi totalmente innovativi);
i centri e le tecniche decisionali;
i metodi di trattamento delle informazioni;
le regole di valutazione della prestazione.
Una seconda tipologia di assimilazione ha visto
il BPR paragonato agli interventi di Activity
Based Costing e di Downsizing. Tali approcci sono,
in effetti, tutti finalizzati alla riduzione dei
costi ed all'aumento degli indici di produttività.
Come nel caso precedente, nonostante i punti di
contatto, gli approcci sono totalmente diversi.
Mentre il Downsizing e l'ABC, infatti, sono interventi
di puro recupero della produttività, in
genere perseguiti attraverso un taglio dei costi,
il BPR è un intervento di rimodellazione
dei processi guidato dal valore che gli stessi
"forniscono" al Cliente.
È, quindi, incidentale e non implicita
una riduzione dei costi associata ad un intervento
di questo tipo. E', anzi, possibile (ed in alcuni
casi anche auspicabile), che il BPR possa fornire
indicazioni totalmente contrarie o diverse, nella
direzione di un aumento degli investimenti in
una determinata area di un processo critico o
nella riduzione dei tempi di esecuzione delle
attività che lo costituiscono. Se il principio
guida è creare valore per il Cliente, non
è detto che l'Azienda debba far leva sulla
riduzione dei costi, essendo, viceversa, possibile
la necessità di un loro aumento.
Il BPR è, in altre parole, un intervento
di rimodellazione dei processi primari e critici
(collegati , cioè, al "core business")
di un'organizzazione, guidato dal "valore"
per il Cliente. Si tratta dunque di un vero e
proprio "ripensamento" globale del modo
in cui un'azienda funziona, a prescindere dalle
modalità in cui questa era strutturata
in precedenza, operato riprogettando strutture
e flussi operativi in funzione del miglioramento
delle performances che l'organizzazione fornisce
al suo Cliente esterno. Centrale, in tale metodologia,
è la "straordinarietà"
delle misure adottate, intendendo con questo l'eccezionalità
di un tal ridisegno, che si pone nell'ottica di
un salto immediato dei livelli di performance
dell'azienda, più che di un loro graduale
miglioramento (BPI). Ecco perché è
senz'altro un approccio "top down".
E' impensabile che una strategia riorganizzativa
di tal fatta venga implementata senza che costituisca
una priorità assoluta del top management
dell'azienda.
Tali considerazioni implicano l'esigenza di far
precedere qualsiasi intervento di BPR da un'attenta
analisi della vision e delle strategie aziendali;
tuttavia un altra fronte di riflessione si pone
se si considera che le necessità del Cliente
(in funzione del quale un'azienda si riorganizza)
non corrispondano solo a quelle attuali ma che
siano spostate nel futuro. L'enfasi sul futuro
ha avvicinato tale metodologia agli interventi
di "riallineamento strategico". In uno
scenario competitivo così frenetico e veloce,
come quello contemporaneo, è frequente
che un'azienda decida di riconcepire o creare
"ex novo" dei processi in funzione delle
esigenze future percepite dal Cliente. Interessanti
le esperienze della Rank Xerox e della Toshiba
che, se pur non costrette da situazioni di crisi
imminente, hanno avviato, sulla spinta dei mutati
indicatori sui consumi di prodotti per ufficio,
programmi di BPR per il recupero "preventivo"
della competitività.
***
Anche nell'individuazione degli strumenti associati
alla realizzazione di un progetto BPR, valgono
le analisi fatte in precedenza. Infatti, gli strumenti
metodologici, di seguito elencati, sono condivisi
anche dal BPI e dal TQM:
la mappatura dei processi principali dell'Azienda;
l' identificazione dei processi critici;
l'analisi delle criticità di tali processi
in rapporto alle problematiche evidenziate dal
cliente finale;
la riprogettazione dei processi stessi in rapporto
a degli standard attesi;
l'individuazione dei "process owner";
la creazione di gruppi di lavoro interfunzionali;
il potenziamento dei flussi informativi trasversali.
Da questo ulteriore angolo di visuale, la distinzione
tra il BPR e le altre metodologie risiede nell'utilizzo
di tali strumenti. Poiché il BPR è
un'opzione metodologica, destinata ad operare
cambiamenti radicali sui processi "portanti"
del business (vigente o prospettico) di un'azienda,
l'impiego degli strumenti sopra elencati deve
essere "intensivo" e congiunto.
Intensivo perché si deve effettuare una
vera e propria reingegnerizzazione dei processi,
congiunto perché è impensabile effettuare,
per esempio, la mappatura dei processi omettendo
l'analisi delle criticità dei medesimi.
Caratteristiche, queste ultime, che non sono proprie
delle altre metodologie quali il BPI o TQM, impostate
più sulla gradualità degli interventi
e sulla calibrazione dei cambiamenti in funzione
delle aree di miglioramento individuate.
Occorre, inoltre, porre la nostra attenzione
anche su ciò che determina il successo
o l'insuccesso del BPR: la gestione delle risorse
umane.
La resistenza al cambiamento, unitamente ad un
approccio "top down" che esclude, per
definizione, il coinvolgimento del personale,
non può che indurci a non dimenticare l'importanza
della "conquista" del consenso, non
ottenibile se non attraverso dei corposi programmi
di informazione sugli scopi e sulle modalità
operative del reengineering, così come
sui criteri guida delle azioni di ristrutturazione.
La finalità è quella di motivare
l'irrinunciabilità della scelta. Occorre
rendere consapevoli i propri collaboratori che
il bivio è tra il "governare la barca"
(difesa o incremento della competitività)
o lasciarsi andare alla deriva trasportati dalla
corrente, tra l'essere "proattivi" nei
confronti del mercato o agire "di conseguenza"
alle richieste dei Clienti o alle "mosse"
dei concorrenti.
In conclusione, è necessario porre l'accento
su alcune azioni da far seguire ad un programma
di reengineering come il riallineamento dei sistemi
di:
deployment degli obiettivi,
valutazione dell'efficacia formativa,
incentivazione e sviluppo di carriera.
Non preoccuparsi di tali sistemi, che determinano
la motivazione del personale, può minare
alla base anche le azioni più corrette
di un BPR. Infatti, la rimodellazione dei processi
implica un riallineamento delle competenze da
operare attraverso tecniche di "job enrichment"
e "job rotation", in particolare nei
confronti dei "process owner". Non operare
riconoscimenti coerenti con tali radicali cambiamenti,
rischia di generare frustrazioni e più
o meno consce operazioni di "sabotaggio",
proprio da parte di coloro che dovrebbero essere
gli attori principali del cambiamento.
Alessandro Monti
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