Sun Tzu e l'arte
della guerra, una metafora della competizione
tra le aziende
Negli
ultimi mesi, nelle librerie, tra gli scaffali
delle pubblicazioni dedicate al Management, si
può trovare un libro che a prima vista
sembra trattare un argomento del tutto differente,
ma che viene considerato, da molti teorici, perfettamente
attinente: l'arte della guerra, scritto da Sun
Tzu.
Questo libro, di più di 2000 anni, è
il più antico trattato militare nel mondo,
ed è tornato alla ribalta perché
in molti vedono nella competizione tra le aziende
una sorta di conflitto, al limite con quello militare,
in cui l'obiettivo è conquistare quote
di mercato e non territori, in cui le armi sono
la comunicazione e il marketing, in cui strategie
e tattiche hanno un'importanza primaria e dove
il funzionamento dell'esercito/impresa gioca un
ruolo fondamentale.
Cercare di applicare le massime contenute nel
testo di Sun Tzu ad un'organizzazione contemporanea
porterebbe inevitabilmente ad una struttura eccessivamente
rigida e non permetterebbe certo di fare molta
strada nell'economia attuale, ma le questioni
trattate nel libro sono ugualmente di estremo
interesse, e non soltanto storico, in quanto esprimono
con grande efficacia l'importanza di una strategia
flessibile e capace di adattarsi a condizioni
ambientali in costante mutamento.
Sun Tzu non descrive soltanto quello che riteneva
il modo più efficace di gestire le operazioni
militari, ma esplora l'influenza della natura
umana nel modo di condurre e di organizzare le
attività, così come il valore della
conoscenza di sè stessi e del rivale.
Questo testo è stato introdotto in Occidente
dai francesi e si dice che sia stato utilizzato
da Napoleone per la sua campagna alla conquista
dell'Europa, ma anche dagli Americani durante
la seconda guerra mondiale o dai Giapponesi per
cercare di conoscere qualcosa di più sulle
abitudini dei loro rivali storici.
La lettura è senza dubbio piacevole, il
libro è molto sintetico e lascia spazio
a molte informazioni sulla cultura di un popolo
così affascinante e dal ruolo storico di
grande rilievo.
È interessante riportare alcune parti
del testo, che lasciano capire quanto sia attuale
e saggio lo studio dell'autore, ad esempio:
"Quando si è in grado di attaccare,
dobbiamo sembrare incapaci di farlo; quando muoviamo
le nostre forze, dobbiamo sembrare inattivi; quando
siamo vicini, dobbiamo sembrare lontani e quando
lontani, dobbiamo far credere di essere a un passo…
Se l'avversario è superiore di numero,
evita lo scontro diretto; se è irritabile,
fallo innervosire. Fai finta di essere debole
per renderlo arrogante."
Tornando alle analogie tra l'arte della guerra
e il Management, si può fare riferimento
al capitolo sui preparativi per la guerra, dove
Sun Tzu afferma come sia non solo inutile, ma
assolutamente controproducente iniziare un conflitto
solo nel momento in cui tutti i dettagli siano
pronti e questo è evidente anche nell'attività
imprenditoriale, che necessita costantemente di
sperimentazione, per appurare quali sono le possibilità
che offre il mercato e per individuare prodotti
e strumenti di comunicazione innovativi.
Attenersi ad una programmazione a lungo termine,
senza riflettere sui nuovi elementi che si manifestano
durante l'attività, conduce ad una inconsapevolezza
assolutamente pericolosa e molte aziende lo hanno
appreso a proprie spese.
Un altro elemento strategico piuttosto interessante
riguarda il modo in cui si può raggiungere
il successo, tanto per un generale che conquista
un territorio, quanto per un imprenditore che
acquisisce un'azienda rivale.
"Nell'arte della guerra la cosa migliore
tra tutte è prendere il territorio nemico
intatto; saccheggiare e distruggere non porta
alcun profitto… In quanto combattere e conquistare
in tutte le tue battaglie non corrisponde alla
suprema eccellenza; la suprema eccellenza consiste
nell'infrangere la resistenza del nemico senza
combattere"
Per questo alcune tra le battaglie più
importanti nella storia hanno visto il minimo
spargimento di sangue, come quella del generale
prussiano Moltke contro i francesi a Sedan nel
1870 e la battaglia di Francia del 1940 condotta
dall'esercito tedesco, non certo per spirito di
umanità, quanto per poter utlizzare al
meglio e prontamente i territori conquistati.
In relazione a ciò, si può citare,
nel campo del Management, tutta l'attenzione che
ha attirato il fenomeno del venture capital negli
anni '90, quando le aziende, più che attaccarsi
direttamente per sottrarsi quote di mercato, sembravano
più propense ad intraprendere attività
in comune per ottenere il massimo profitto da
un'idea ritenuta vincente.
Questa strategia è stata utilizzata molto
spesso dalle grandi aziende (l'esempio più
lampante riguarda le aziende IT della Silicon
Valley) per ottenere il controllo su altre, senza
affrontarsi direttamente e senza "bruciare"
ricchezza in seguito ad una lunga competizione
.
"Vincerà chi saprà quando
combattere e quando evitarlo; chi saprà
come gestire una forza sia superiore sia inferiore
al nemico; vincerà chi al suo interno sarà
animato dallo stesso spirito a prescindere dal
rango; chi si preparerà adeguatamente e
saprà cogliere l'avversario impreparato.
Se conosci le tue capacità e quelle del
nemico non dovrai temere l'esito di cento battaglie;
se conosci te stesso, ma non il tuo avversario,
per ogni vittoria subirai una sconfitta, ma se
non conosci né la tua forza, né
quella del rivale, perderai in ogni battaglia"
E per concludere, prima di consigliare la lettura
di questo breve ma significativo testo, un'ultima,
utile citazione:
"Chi comprende i vantaggi legati alle variazioni
nella tattica, sa come gestire la propria organizzazione,
ma chi non lo capisce appieno, pur possedendo
un'ottima conoscenza dell'ambiente in cui agisce,
non sarà in grado di trasformare la conoscenza
in un'azione vantaggiosa".
(I brani citati sono stati tradotti dall'edizione
di "The art of War" pubblicata da Dover
Publication, New York)
Simone Piperno
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