Cina: il "gigante" si è
svegliato
Dopo aver messo a fuoco, nel numero scorso,
la regione del Caucaso, dove conflitti militari
ed economici si intrecciano pericolosamente
e dove una delle dispute principali ruota
attorno all’accesso alle enormi risorse
energetiche della zona,
ci spostiamo più ad oriente, nello
stato di cui più si parla negli ultimi
anni in quanto a prospettive di crescita,
principalmente economiche: la Cina.
Fino ad alcuni anni fa ci si domandava se il
“gigante” cinese si sarebbe mai
“svegliato”, se sarebbe arrivato
il giorno in cui i dirigenti cinesi avrebbero
ritenuto più vantaggioso aprire la propria
economia nazionale al flusso di investimenti
interni ed esteri.
In poche parole, se avrebbero deciso di superare
un’organizzazione economia per molti punti
di vista autarchica, slegata dalla maggioranza
di Stati interni alla WTO e diretta dal gruppo
dei G9.
Questo giorno è arrivato; non esistono
date precise per sancire cambiamenti così
profondi, che vivono certamente di eventi chiave,
come l’ingresso ufficiale nella WTO (2001),
ma che derivano da un lungo processo storico,
che non ripercorreremo in questa occasione.
Ora, mettendo insieme, alcune delle ultime
notizie, sulla Cina,
·
continua crescita del PIL
·
congiuntura economica
·
relazioni con la Russia per le risorse energetiche
·
prospettive della produzione cinese, in particolare
nel settore auto
·
ruolo della cina nello scontro a distanza tra
USA e Corea del Nord
·
fine dell’embrago dei paesi UE per l’esportazione
di armi in Cina
parleremo di un’iniziativa che è
stata presa a sorpresa dai dirigenti cinesi:
richiedere una consulenza specializzata per
proseguire nel processo di crescita di questi
anni evitando squilibri. Un altro obiettivo
della consulenza è quello di essere pronti
ad utilizzare e valorizzare al meglio gli investimenti
nazionali e quelli provenienti dall’estero.
Inoltre, si tenterà di rendere più
adeguata ai nuovi compiti la grande macchina
amministrativa cinese che conta addirittura
70 milioni di dipententi!
Si parla già da molto tempo di Stati-Azienda
e della necessità di gestire entrambi
con metodologie adeguate al momento economico
che si vive e la Cina si è comportata
proprio come un’azienda dovrebbe fare,
non limitandosi a gestire il momento, ma preparandosi
per il futuro e per renderlo ancora più
produttivo.
Chiaramente l’auspicio è che alla
lungimiranza della visione economica cinese
faccia seguito anche un’adeguamento nella
politica, con un’apertura ed un rispetto
enormemente maggiore della differenze politiche
e culturali.
La Cina ha vissuto una fase di sviluppo economico
enorme, con il tasso di crescita del PIL sul
9,5% annuo, ma non tutte le fasi economiche
sono uguali e quando le condizioni cambiano,
non è assolutamente facile o scontato
adeguarsi in tempo. Chi gestisce un’azienda,
un’organizzazione o addirittura uno Stato,
si trova molto spesso a privilegiare una visione
di breve o medio termine, perché deve
realizzare dei risultati immediati e deve mostrare
questi risultati agli azionisti, all’opinione
pubblica o agli elettori. In questo modo, un
manager di qualsiasi contesto, pur comprendendo
pienamente le trasformazioni in atto, rischia
di essere tardivo nel prendere delle misure
concrete per adeguare la propria organizzazione
alle nuove condizioni.
La Cina ha cercato di risolvere questo problema
e di programmare il passaggio da un’economia
con un tasso di crescita enorme ad una più
bilanciata, grazie alla consulenza dell’OCSE,
costituendo due anni fa il progetto Chinese
Governance Project.
In questi giorni le autorità cinesi e
i consulenti dell’OCSE stanno analizzando
i risultati di questo studio biennale sull’economia
cinese, cercando soprattutto il modo di rendere
la macchina statale adeguata alle capacità
economiche del Paese.
Andiamo a vedere nello specifico le ultime
notizie sulla Cina: