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Confidence: in questa parte
del suo modello Keller enfatizza l'importanza
per il discente di sentire che i suoi sforzi
non siano vani ma che, migliorando le sue
abilità, grazie al processo di apprendimento,
riesca ad aumentare la sua confidenza, fiducia
e sicurezza in sé.
Anche qui Keller individua tre categorie:
- Requisiti per la formazione: la
corretta strutturazione del processo, Keller
lo definisce patto formativo, è fondamentale.
È il rapporto che si viene a creare
tra il tutor e il dicente.
- Opportunità di successo nel
processo formativo: in questa fase viene
analizzata quella che molte volte viene espressa
come una delle condizioni necessarie per mantenere
un elevato livello motivazionale dei corsisti:
il corsista deve poter avere la sensazione
di poter raggiungere lo scopo formativo prefissato.
In questo aspetto, rientrano anche gli studi
condotti da Vigotsky, che individua la ZSP
(Zone of Proximal Development): "distanza
tra il livello attuale di sviluppo e il livello
di sviluppo potenziale, individuato sotto
la guida di un adulto o di pari più
capaci, nel nostro caso il tutor."
- Responsabilizzazione: Keller definisce
un discente responsabilizzato: colui che è
in grado di collegare il successo educativo
con gli sforzi fatti durante il processo formativo.
Per facilitare tale percezione può
essere utile utilizzare dei test di auto-valutazione.
Satisfaction: Keller riconosce
due tipi di soddisfazione; quella intesa come
arricchimento del discente ma anche data dalla
possibilità di poter riutilizzare quanto
appreso. Le categorie individuate da Keller
sono:
- Rinforzo intrinseco: utilizzare le esperienze
di discenti precedenti per far testimoniare
l'efficacia del percorso formativo;
- Ricompense estrinseche: utilizzare stimoli
positivi;
- Equità: gli standard valutativi
devono risultare chiari e trasparenti al discente.
In questo caso possono essere utili confronti
tra tutor e discente.
Barbara Ciani
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