Alcuni mercati, come quello agricolo, sono
ancora fortemente influenzati dal principio
dei rendimenti decrescenti, ma altri, come il
mercato delle Hi-Tech, hanno mostrato essere
caratterizzati da rendimenti crescenti. Tale
processo prevede, per ogni variazione positiva
di fattori produttivi, una crescita più
che proporzionale del prodotto. Lo stesso vale
per l'utilità percepita nel settore informatico,
per esempio, per cui al crescere della quantità
del servizio erogato, l'utilità marginale
cresce sempre più.
Difatti un aumento degli ISP (internet server
provider) nella grande rete, anziché
apportare gradi di soddisfazioni meno che proporzionali,
come nel caso precedente, comporterà,
al contrario, livelli di utilità più
che proporzionali, permettendo un maggior flusso
di accessi al web, una maggiore offerta di servizi
(tra cui ISP), un ulteriore aumento di accessi
e via dicendo. Emerge un processo "non
di equilibrio", detto feedback positivo
(o esplosivo), per cui il sistema è in
continua evoluzione, interagendo con l'ambiente
che lo circonda. In questo caso, piccole perturbazioni,
anziché essere smorzate, vengono amplificate,
come nel noto innesco Larsen2,
allontanando irreversibilmente il sistema dal
suo stato iniziale.
Rimovendo l'ipotesi di rendimenti decrescenti
ed i processi di feedback negativo, viene meno
l'equilibrio, chiave di volta di tutta l'architettura
neoclassica. Nulla è più in ordine.
Tutto è complesso, o in alcuni casi,
caotico. Una piccola perturbazione, amplificata
da reazioni a catena all'interno del sistema
stesso, porta cambiamenti strutturali imprevedibili,
delineando una particolare proprietà:
la sensibilità dalle condizioni iniziali,
nota anche con il nome di effetto farfalla.
In tale contesto viene meno il determinismo
e la capacità di previsione degli stati
futuri, lasciando spazio all'imprevedibile,
frutto della complessa interazione tra le libere
preferenze di miriadi di agenti economici. Difatti
un sistema economico liberale è tale
perché impostato sulla libertà
dei singoli, ergo sull'imprevedibilità
degli stati evolutivi del sistema, fattori che
si discostano fortemente dallo schema deterministico.
È altresì da considerare che gli
operatori economici non sono individui solamente
egoisti, ma presentano anche atteggiamenti solidali
verso i propri simili, come la cooperazione.
Il processo interrelazionale viene così
ad avere fasi "egoistiche" e fasi
"cooperative". Quest'ultime poi apportano
rendimenti crescenti, come nel caso dei cluster
tecnologici, dove imprese concorrenti cooperano
per lo sviluppo di progetti scientifici comuni
in particolari distretti territoriali, perseguendo
allo stesso tempo, però, i propri obiettivi.
Infine si deve tener conto dell'innovazione
tecnologica che cresce a ritmi esponenziali,
come evidenziato dalla legge di Moore3,
apportando una forte dose di instabilità
nel sistema. La rapida evoluzione tecnologica
ha accorciato il ciclo di vita del prodotto
(e della produzione, con forti ripercussioni
sulle economie di scala), ponendo in essere
una frequente discontinuità tecnologica,
che apporta un nuovo assetto della funzione
di produzione, per cui il breve periodo4
è ancor più breve di quanto non
si creda. Ciò comporta l'impossibilità
di definire il costo marginale del lavoro e
di conseguenza l'equilibrio di questo mercato,
ma anche di definire l'equilibrio di produzione,
poiché i rendimenti decrescenti non hanno
il tempo di manifestarsi, in quanto ci si trova
ancora nella fase dei costi decrescenti nel
momento in cui viene a proporsi sul mercato
una nuova tecnologia. Si tenga conto inoltre
che oggi la maggior parte dei fattori di produzione
sono legati all'uso di software in continuo
aggiornamento (upgrading e updating), come le
metodologie CAD (Computer-Aided Design) e CAM
(Computer-Aided Manifacturing). Tale dipendenza
accelera ulteriormente i ritmi di crescita di
produttività, variando la pendenza della
curva di produzione e, quindi, allontanandosi
ulteriormente dall'equilibrio. Inoltre le innovazioni
radicali, (che non presentano continuità
con le tecnologie precedenti, ma una assoluta
novità), per lo più competence
destroying5,
creano scompiglio nel mondo produttivo (e non
solo), poiché appunto modificano i processi
di produzione ex novo, ovvero il modo di produrre
ricchezza, ponendo in essere una diversa ridistribuzione
della ricchezza stessa.
Secondo Walras, dati n mercati, se n-1 sono
in equilibrio (ovvero la domanda eguaglia l'offerta),
anche l'ennesimo mercato sarà in equilibrio.
Ma se n-1 mercati si allontanano dall'equilibrio,
allora non esiste alcun mercato in equilibrio.
Armando Savini
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2
L'effetto (o innesco) Larsen,
è un tipico fenomeno di feedback positivo,
in cui un suono captato da un microfono disposto
innanzi ad un amplificatore, si autoalimenta
passando dall'amplificatore al microfono, e
da questo, di nuovo all'amplificatore, generando
un forte fischio di intensità crescente.
Paradigma empirico per cui la capacità
di un microprocessore raddoppia ogni anno rispetto
al modello precedente a parità di costi,
o addirittura con costi inferiori.
3
Paradigma empirico per
cui la capacità di un microprocessore
raddoppia ogni anno rispetto al modello precedente
a parità di costi, o addirittura con
costi inferiori.
4
Termine con cui gli economisti ipotizzano l'invariabilità
della dimensione degli impianti e della tecnologia
in essi incorporata in un breve lasso di tempo,
(che coincide con la vita degli impianti stessi),
durante il quale, però, può variare
il loro grado di utilizzazione, variando l'impiego
di fattori quali il lavoro, le materie prime,
etc.
5
Proprietà di una nuova tecnologia, per
cui vengono spiazzate le competenze tecniche
di quella precedente, comportandone in alcuni
casi un ritiro dal mercato.