Il problema non riguarda ancora la quantità
ma la distribuzione e la ripartizione di questa
risorsa vitale che diventa sempre più
merce di scambio, bene commerciale e politico
a causa della mercificazione di tale elemento
e della sua privatizzazione.
Il mercato privato mondiale dell’Acqua
è dominato oggi dalle francesi Suez (presente
in 130nazioni serve 115 milioni di consumatori
con un fatturato nel 2001 di 9 miliardi di dollari)
e Vivendi (con 110 milioni di consumatori in
oltre 100 Paesi ha fatturato nel 2001 12,2 miliardi
di dollari) e dalla tedesca Rwe (serve 70 milioni
di persone con un guadagno netto del settore
acqua nel 2001 di 1,69 miliardi di dollari).
Il loro giro d’affari potrà arrivare
nei prossimi 15 anni a controllare il 65%-75%
degli acquedotti in Europa e Nord America.
La gestione che viene fatta oggi dell’Acqua
si allontana molto da quanto dichiarato nella
“Dichiarazione di Porto Allegre”
del 2002.
In quell’occasione si riunirono 25 organizzazioni
provenienti da tutte le parti del Mondo per
discutere tra le altre cose anche dell’Acqua
al fine di garantirne una gestione equa e sostenibile.
Fu infatti dichiarato che:
“l’Acqua del Pianeta appartiene
a tutta la specie vivente e perciò non
deve essere trattata come una merce che può
essere comprata, venduta e commercializzata
per profitto come qualsiasi bene economico”.
“ L’acqua è un diritto umano
fondamentale, individuale e collettivo di tutte
le specie ed essere viventi. Deve essere salvaguardato
dalle Autorità pubbliche e da leggi nazionali
ed internazionali.”
“ Il settore pubblico è l’affidatario
sotto il profilo giuridico e costituzionale,
disegnato a rappresentare l’interesse
pubblico” .
In nessuna Costituzione del Mondo però,
è presente una norma che tuteli il Diritto
all’Acqua garantendone un utilizzo solidale.
A questo proposito molte sono le Associazioni
che si stanno battendo per far introdurre nella
futura Costituzione Europa tale diritto.
Siamo quindi tutti chiamati, non solo nella
Giornata Mondiale dell’Acqua (il 22 Marzo)
ad utilizzare in modo più coscienzioso
tale risorsa per fare in modo che: dove
c’è vita ci sia anche acqua.
Basta avere una “Cultura dell’Acqua”
che non richiede sacrifici o rinunce ma piccoli
accorgimenti.
Senza neanche pensarci consumiamo moltissima
acqua: 40-50 litri per cucinare e lavare le
stoviglie, dagli 8 ai 30 litri ogni volta che
azioniamo la sciacquone, 100 litri per un bagno
nella vasca, 50 litri per la lavastoviglie,
170 litri per la lavratrice e solo 2 litri vengono
utilizzati per essere bevuti.
I consumi di acqua possono essere ridotti anche
del 50% con dei semplici comportamenti che andrebbero
interiorizzati da piccoli, che a noi non costano
nulla ma che cambierebbero molte realtà
garantendoci un futuro migliore.
- il principio base è quello di non
aprire al massimo l’acqua e lasciarla
scorrere inutilmente
- Chiudere il rubinetto quando ci si strofina
i denti. Basta poco più di un bicchiere
per lavare i denti e non i 15 litri che vengono
consumati lasciando aperto il rubinetto.
- Chiudere l’acqua della doccia mentre
si ci lava i capelli o il corpo.
- Lasciando le verdure a mollo e risciacquandole
velocemente sotto l’acqua corrente una
famiglia di tre persone risparmierà
almeno 4500 litri l’anno.
Barbara Ciani
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