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GLI INVESTIMENTI DIRETTI ALL'ESTERO, IL PAN EUROPEAN ECONOMIC SPACE E L'AMERICA LATINA

La c.d. globalizzazione non tiene conto di taluni fattori che sono
fondamentali nel contesto del processo di crescita internazionale:

  1. il continuo ampiamento della distanza economica che
    intercorre fra taluni paesi ricchi, i paesi portatori di nuova
    ricchezza e di un tasso d™incremento del PIL superiore al 5% in ragione d™anno e la gran parte dei PVS e dei paesi in transizione
    che non hanno dal 1990 subito alcun incremento del loro PIL, anzi spesso si è assistito al suo decremento;
  2. l™ulteriore impoverimento dei ceti deboli e della borghesia
    esistenti in tali paesi;
  3. l™indifferenza delle compagnie produttive di ogni grado e livello
    all™andamento dei paesi in cu pongono la loro attività.

Ma ciò che risulta possibile per le scelte proprie dell™operatore
economico di diversa dimensione non può lasciare indifferente il paese e
soprattutto l™organizzazione multilaterale di cui lo stesso fa parte.
La domanda che si pone oggi l™operatore del diritto è quale sia il ruolo
che l™Europa può e deve giocare nel nuovo contesto geopolitico che si mostra
dopo la caduta dell™Impero Sovietico e dopo la guerra all™Iraq.
Innanzi tutto occorre che l™Europa riesca ad uscire dallo stato ibrido in
cui si trova: divisa com™è fra sovrannazionalismo e intergovernamentalismo,
attraverso l™approvazione della nuova costituzione, che contiene al proprio
interno quegli elementi che la possono condurre al superamento della linea
Jean Monnet œcommunity method.

Tale linea era puramente funzionale
allo sviluppo dell™unione economica e doganale e quindi funzionale
alla formazione di un mercato interno unico. Occorre ora dare vita ad
una nuova forma di governabilità fondata sulla comune accettazione di
un nuovo ordinamento giuridico, dei processi di elaborazione delle
politiche da parte delle parti sociali, e, del comportamento delle
aziende produttrici. Tali diversi fattori producono la politica a livello
europeo, con particolare riguardo alla visione del mondo, alla
partecipazione alla gestione della cosa pubblica e di quella privata,
alla contabilità gestionale dell™area ormai allargata a 25 paesi, alla
efficacia e all™efficienza dell™azione interna e internazionale e quindi
alla sua coerenza temporale (tale definizione è figlia del libro bianco
sulla Governabilità pubblicato nel 2001 dalla Commissione dell™U.E.).

Non è possibile svolgere una politica estera anche puramente
commerciale se prima non si definisce il proprio modo d™essere,
particolarmente quando ci si deve confrontare con l™altissimo nuovo rischio
rappresentato dalla criminalità, come mai prima: frodi e truffe finanziarie a
livello planetario con l™ausilio del sistema bancario e di revisione, il
riciclaggio di denaro, la conseguente distrazione di fondi, la contrapposizione,
la violazione di ogni tipo di diritto soggettivo collegato ai diritti immateriali e
ai diritti connessi alla proprietà intellettuale, la pirateria marittima e più
recentemente il crimine cibernetico e l™onnipresente terrorismo.
Tuttavia, è utile non dimenticare che l™approccio pratico voluto da
Monnet ha avuto pieno successo per la realizzazione del mercato interno
unico e in certa misura per la creazione dell™Unione Monetaria Europea,
diversamente da altre esperienze di unioni regionali. Per tale ragione, la
Commissione futura, agendo come braccio esecutivo dell™Unione Europea,
deve non solo immaginare le politiche ma anche pensare nell™interesse
generale dell™Europa e arbitrare fra gli eventuali interessi in conflitto.
Sulla scorta di tale effettiva presa di coscienza, l™Unione Europea deve
innanzi tutto dare piena applicazione al œNew Neighbourhood Instrument al
fine di consentire lo stabilimento di una piattaforma unica œPan Europea che
possa proporsi al resto del mondo sulla scorta di un progetto e modello
unitario.

Infatti, non è possibile agire nell™agone internazionale, se si
continua a parlare di œEuropa occidentale, e, senza coinvolgere i
nuovi vicini dell™Est e del Sud.
Siamo davanti a una proposta di Wider Europe che, costruendosi
economicamente e politicamente al proprio interno, in termini di stabilità e
prosperità, sia a est che a sud, provveda ad avviare un dialogo planetario in
termini di pari dignità e non di sfruttamento.

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