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Lungo i confini del futuro stato di Israele, riconosciuti i diritti finanziari della gente in qualche modo espropriata dei propri beni, attraverso la concessione di idonei buoni di godimento emessi a valere sulle proprietà relitte nei singoli stati, un'amministrazione internazionale potrebbe creare un'area di crescita comune capace di utilizzare in misura non inferiore al 50% degli addetti risorse umane dell'area. Tale nuovo soggetto porterebbe investitori esteri garantiti da accordi multilaterali e assistiti da correlate agevolezze fiscali e finanziarie oltre che strutturali (modello irlandese) a investire nell'area al fine consentire il pieno raggiungimento di un'autonomia produttiva che trovi mercato nell'intera ara regionale. Una sorta di genius loci capace di garantire una redditività adeguata ai capitali investiti e il pieno impiego del fattore umano della produzione integrato attraverso strumenti di formazione permanente. Inizio di tale processo dovrebbe essere la realizzazione dell'area di Gaza, di un'area di ricerca sul modello di quella triestina che sia unita dai principi della redditività, dell'efficacia e della contestualizzazione al resto del mondo.
Il principio è semplice: chi vuole può avere la dignità e in un clima di non violenza così come tutto è insegnabile a tutti, in qualsiasi luogo è possibile produrre in dignità e autonomia, cose e attività anche immateriali capaci di avere mercato.
Non vedo perché i teatri di posa per le telenovele debbano trovarsi a Roma o a Città del Messico quando possono benissimo trovarsi a Gaza.
Le risorse che fin qui l'Italia ha utilizzato per promuovere l'Internazionalizzazione del suo sistema produttivo non sono state capaci di determinare né un miglioramento nella competitività del sistema paese né tantomeno la creazione di un mercato federato fra uguali. Sapendo che nell'epoca della competizione globale la battaglia si vince sui mercati residuali, occorre che, pur rispettando quanto le multinazionali hanno realizzato in termini di fruizione al minor prezzo del miglior prodotto, occorre che il concetto di commercio etico equo e solidale accompagnato a quello altrettanto etico della remunerazione del capitale attraverso la partecipazione degli utili di impresa e di affare e non a quello di mera conservazione del capitale rappresentato dagli interessi, divenga lo strumento per finanziare il modello di sviluppo. Da qui il mandato fiduciario che può assistere emissioni obbligazionarie di cui è certo il rimborso del capitale ma incerta la redditività essendo quest'ultima connessa ai risultati da conseguire e attesi.

Un esempio concreto

Oggi è possibile fare turismo full pension a costo zero; la remunerazione dei fattori della produzione rimanendo legata esclusivamente ai consumi voluttuari che si aggiungono alla full pension ma per realizzare pienamente tale concetto occorre che tutti nel mondo fruiscano dell'opzione turistica sostituendo così alla cultura dell'edonismo fine a se stesso la cultura del pieno soddisfacimento dei diversi tipi di bisogni ivi inclusi quelli voluttuari.

 

Vincenzo Porcasi

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