In tal senso occorre promuovere non solo la
promozione di nuove regole, ma loro effettiva
applicazione. In maniera tale da sperimentare
ancora in questo periodo di transizione gli
affetti e l'efficacia della prossima liberalizzazione
in confronto con l'efficienza della macchina
amministrativa ancora in via di adeguamento
alle nuove norme. Il fenomeno di cui parliamo
ha preso fin qui varie forme: unioni doganali,
zone di libero scambio, zone franche associate,
zone di unioni economiche e monetarie (ad esempio
COMESA, UOMA, NAMA, MERCOSUR, ALADI), nel Mediterraneo
deve semplicemente dare applicazione ai contenuti
dei documenti conclusivi del colloquio fra i
cinque più cinque. La nascita di tali
preliminari forme di collegamento e raggruppamento
di stati, consente poi ai singoli cittadini
fra loro organizzati, di affrontare meglio la
concorrenza internazionale, di rafforzare i
propri valori di riferimento, di elaborare strategie
di geomarketing, al fine di attrarre investitori
istituzionali dal mercato internazionale di
capitali, di sperimentare pur mantenendo la
plenitudo potestatis giuridica le regole di
un mercato aperto fondato sulla non discriminazione,
sulla qualità, sul rispetto dei principi
della concorrenza e della proprietà intellettuale
nell'ambito di uno sviluppo ecosostenibile.
Il risultato che si otterrebbe è la precondizione
giuridica e politica che conduce a porsi la
domanda di come attivare un processo di sviluppo
autonomo.
In tal modo si consentirebbe di affrontare organicamente
i problemi connessi all'armonizzazione delle
istituzioni normative subcontinentali con quelle
di rango nazionale nel rispetto dei vincoli
nascenti dal contesto istituzionale, politico,
culturale, religioso, da cui le legislazioni
promanano e di cui le attività economiche
e sociali, sono espressione, determinando un
nuovo tipo di assetto istituzionale. Si intende
per assetto internazionale di un determinato
territorio l'insieme dei soggetti pubblici e
privati ai quali fanno capo gli interessi dello
sviluppo socioeconomico del contesto in cui
essi operano. Le principali decisioni e scelte
territoriali fra le quali rientra anche la strategia
di internazionalizzazione sono riconducibili
di norma che svolgono attività di governo
politico ed economico del territorio. Per quanto
riguarda la situazione attuale del rapporto
dell'economia del mediterraneo nei confronti
del resto del mondo, occorre rilevare:
1. la domanda di merci e servizi dell'estero
non risulta fungibile nonostante la pratica
ancora presente di strumenti di protezione daziale
e doganale;
2. l'alta variabilità dei flussi esportativi
sembra dovuta al fatto che tale aggregato economico
è fortemente condizionato dall'andamento
congiunturale dell'economia internazionale;
3. la bassa incidenza dell'esportazione sul
PIL è dovuta al fatto che poche imprese
isolatamente considerate si sono poste in diretta
concorrenza con le aziende operative sul piano
internazionale, pianificando una vera strategia
volta all'internazionalizzazione intesa come
presidio diretto dei mercati;
4. occorre mobilitare le associazioni di categoria
e le parti sociali sia in Italia che nei paesi
dell'area mediterranea meridionale, per fare
uscire le imprese dal loro isolamento e svilupparne
le attività in una logica globale coordinate
con le istituzioni dei vari baesi dell'area
balcan-meda;
5. lo stato considerato che gli operatori e
le relative associazioni i categoria non hanno
risorse finanziarie sufficienti per sviluppare
un'adeguata azione di marketing deve finanziare
a fondo perduto la necessaria azione di marketing
internazionale a supporto della presentazione
del prodotto mediterraneo integrato;
occorre cioè attivare una strategia
regionale volta all'internazionalizzazione dell'intero
sistema produttivo dell'area.
Tale azione si sviluppa sia attraverso la attrazione
di capitali esteri che l'impiego di capitali
all'estero e porterebbe all'emersione della
volontà delle varie aziende esistenti
di entrare nel segno dell'internazionalizzazione
del sistema spingendo alla creazione di una
struttura organizzativa regionale capace di
internazionalizzarsi. Tale procedura dovrebbe
portare poi alla nascita di una speciale attività
di mediazione politica e giuridico-processuale
che consenta lo sviluppo di un foro permanente
di ADR (risoluzione alternativa delle controversie)
a costi sopportabili nell'area, con funzione
risolutiva delle stesse, convenzionalmente munito
il lodo di immediate riconosciuta esecutività
nei singoli paesi facenti parte del sistema.
Lo stesso criterio occorrerebbe poi adottare
nel settore delle conferenze marittime ed aeree
e nel processo di risoluzione del contenzioso
sulle avarie accompagnandolo allo sviluppo di
un sistema di pagamenti e finanziamenti subcontinentali
per stanze di compensazione e dare privatisticamente
vita ad un sistema di banca mista subcontinentale
che tenga conto delle specificità non
solo tipiche del mercato finanziario capitalistico
ma anche del mercato solidale .
Le ragioni di una missione speciale
Se il modello capitalistico puro non può
trovare applicazione perché porta a far
diventare il nostro un semplice territorio di
consumo e non di produzione occorre puntare
su una sostanziale distribuzione nuova dei mezzi
di produzione e di lavoro su basi mediterranee.