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Nella sua pubblicazione più recente, dal titolo "Avere successo attraverso il caos", Peters procede a una parziale revisione delle sue teorie, alla luce dei progressi tecnologici, nonché dell'aumento e relativa diversificazione della richiesta dei clienti sul mercato. Sulla scorta dell'esempio giapponese ( citato da Peters come vincente poiché proponente un modello di azienda orientata alla differenziazione, alla produzione di beni e servizi di alto valore aggiunto, cui contribuisce senza dubbio l'impiego di risorse umane altamente qualificate e flessibili, e ancora coerente, disponibile all'innovazione, consapevole del valore della qualità), lo scrittore rielabora il concetto di eccellenza, rinforzandone, per così dire, alcuni capisaldi, da tradurre in azioni propositive, del tipo:

  • stimolare la forza lavoro, ovvero essere in grado di infondere negli individui "sensibilità" nei confronti di alcuni elementi che decretano il successo aziendale, quali la fidelizzazione del cliente, il perseguimento dell'innovazione, l'ottenimento della flessibilità attraverso la responsabilizzazione di tutti gli individui legati in qualche modo all'organizzazione;
  • adottare strategie volte al cliente: poiché i mercati subiscono una frammentazione progressiva, le strategie da attuare puntano sull'offerta di prodotti e servizi di qualità, sull'originalità e l'internazionalizzazione, ma soprattutto sulla fidelizzazione del cliente, dove per essa si intenda il suo coinvolgimento in ogni aspetto decisionale dell'organizzazione dei processi, e l'estensione di questo tipo di interesse anche ai fornitori e ai distributori;
  • coinvolgere il personale: Peters evidenzia questa operazione come cruciale e per essa intende fondamentalmente il provvedere a fornire alle persone cinque supporti di base: l'opportunità costante di essere ascoltati quando si esprimono le proprie opinioni; il reclutamento del personale da parte dell'azienda, sulla base dei valori e delle qualità desiderate; l'aggiornamento continuo della formazione e quindi delle competenze di ciascuno; l'offerta di incentivi economici, fondata su criteri di merito (il contributo positivo e il livello di performance di ciascuno).; la garanzia di un lavoro sicuro.

Ciascun enunciato solleva, come è ovvio, una serie di questioni correlate, che Peters sintetizza, indicando, per passi successivi e conseguenti l'uno all'altro, le domande più frequenti da porsi per risolvere i singoli problemi e i fattori fondamentali da tenere sotto controllo. Di seguito i principali:

  • gli indicatori finanziari: la verifica del successo finanziario va condotta di pari passo con l'analisi della performance non finanziaria (come stiamo investendo il nostro capitale? Stiamo usando in modo proficuo il denaro degli azionisti? Stiamo gestendo bene costi e profitti?)
  • le cause del fallimento: i problemi sono inevitabili: occorre affrontarli, purchè gradatamente (quali sono i motivi che ritardano il processo decisionale e quello operativo? Perché le persone producono meno di quanto dovrebbero? Che cosa prolunga controlli eccessivi e superflui? Chi o che cosa sono responsabili della mancanza di concentrazione sui valori e le attività fondamentali?)
  • il sopraggiungere di difficoltà impreviste: occorre infrangere le regole, se si pensa che queste ostacolino il progresso aziendale; bisogna ancora aprirsi alla sperimentazione e accogliere il cambiamento, anzi agire come "portatori di cambiamento"
  • la leadership: essere un buon leader significa non limitarsi al semplice ruolo di amministratore, bensì confrontarsi soprattutto con le persone e in questo senso: mostrarsi orgogliosi ed entusiasti del lavoro degli altri, incoraggiarli delegando ad essi parte della propria autorità, verificandone l'operato anche con visite a sorpresa, che sortiscano l'effetto non tanto di esercitare su di loro un controllo oppressivo, quanto piuttosto di dividerne il lavoro e l'entusiasmo;
  • l'obiettivo della perfezione: può essere raggiunto assestando continuamente il livello della qualità del servizio attraverso l'impiego di metodologie qualitative e quantitative, mostrando particolare attenzione ai dettagli, assecondando i gusti e le esigenze del cliente con l'ascolto, la cortesia, la disponibilità.

La riflessione di Peters prosegue, negli anni a venire, con la caratteristica comune a tutti i suoi scritti , dell'estremizzazione di certe posizioni teoriche: dal concetto di trasformazione e cambiamento, per esempio, si passa a quello di "rivoluzione e follia" e l'autore è in grado di enumerare, anche in questo caso, alcune fasi da seguire in sequenza per creare una "crazy organisation": eliminare il più possibile la burocrazia, sviluppare in ognuno un assetto mentale tale da farlo divenire un imprenditore indipendente, creare alleanze, potenziare la conoscenza attraverso il confronto aziendale stile "talk show", creare esaltazione e divertimento etc. Per rendere efficace tale politica, le organizzazioni stesse devono suddividersi all'interno in tante piccole sottounità, specializzate anche nell'outsourcing e devono imporsi in modo indipendente e unico, con la loro personalità; lo stesso discorso vale per le persone, che verranno assunte per le loro capacità, da far evolvere eventualmente in modo da crearsi una rete di contatti che mettano anche in discussione le lealtà nei confronti dell'organizzazione.

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