Ma perché si diventa imprenditrici?
Per le rappresentanti delle imprese femminili,
la molla che fa scattare l'idea imprenditoriale
è generata dal convincimento personale.
Fortunatamente le donne credono nelle loro capacità
e competenze e ritengono di avere tutte le "carte
in regola" per poter essere competitive
ed affrontare al meglio il mondo "corazzato"
dell'azienda. Fortissimo anche il desiderio
di realizzazione. Le imprenditrici fanno registrare,
infatti, percentuali molto più alte sui
temi che riguardano le competenze specifiche
(54,8% contro 32,3%) e la realizzazione dei
propri obiettivi o sogni (41,3% contro il 31,9%).
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Per l'avvio di un'impresa, sono risultate decisive,
come 'fonti primarie', gli sportelli informativi
di istituzioni pubbliche, sia ad hoc per le
imprese femminili sia quelli generici. Il dato
più rilevante è però che,
per il 56% delle donne assume grande rilievo
l'assistenza fornita dalla rete familiare. Si
evince dunque come la famiglia resti comunque
uno scoglio fondamentale nell'oceano femminile,
specie in termini di risorse culturali e di
legami.
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Il profilo che emerge dal 'Primo rapporto nazionale
sulle imprese femminili' è, quindi, quello
di una donna motivata, preparata e consapevole
dell'importanza dei saperi nel fare impresa.
Ma una forte motivazione e un'adeguata preparazione
non sono sempre sufficienti a superare alcuni
ostacoli che le imprenditrici incontrano nella
loro attività. Il reperimento del capitale,
l'acquisizione dei clienti e la mancanza di
servizi, infatti, rappresentano le difficoltà
più rilevanti, ma senza particolari differenze
di genere. In merito, le imprenditrici raccontano
che un sostegno fondamentale è quello
fornito sia dalla rete familiare (56,6%), sia
da consulenti professionisti in grado di indirizzare
al meglio le risorse dei loro clienti accompagnandoli/e
fin dai primi passi.
Un elemento discriminante rilevabile tra lo
stile delle imprese femminili, rispetto alle
altre, è dato dalla loro maggiore 'focalizzazione'
verso il cliente. La qualità
del servizio (61,2%) e l'assistenza al cliente
(33,0%), infatti, rappresentano punti di forza
che l'imprenditoria femminile attribuisce al
proprio modello di impresa.
Non solo abili strateghe dunque, ma anche portatrici
di un nuovo modello di cultura, che esula dagli
schemi consolidati della vecchia imprenditoria
per avvalersi di nuove conoscenze, specie nel
campo della formazione. La tecnica delle nuove
imprenditrici è il "gioco di
squadra", ed il reinvestimento
continuo, sia finanziario che organizzativo,
al fine di una sempre maggiore e costruttiva
competitività. Dai dati rilevati emerge
altresì una particolare attenzione delle
donne a strategie di sviluppo compatibili con
la salvaguardia e la valorizzazione dell'ambiente
specie in merito alle scelte concernenti la
scelta delle materie prime e il risparmio energetico.
Sara Di Rollo
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