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Durante i 24 anni del regime dei Saddam Hussein, l'UE non ha intrattenuto relazioni politiche o contrattuali con l'Iraq, limitandosi ad attuare le sanzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU, ma ha svolto un ruolo importante per quanto riguarda gli aiuti umanitari. A partire dal 1992, la Comunità europea è stata il principale fornitore individuale di aiuti umanitari all'Iraq dopo l'ONU. Anche le relazioni commerciali UE-Iraq sono state significative, soprattutto per quanto riguarda il settore dell'energia.
Oltre alla partecipazione di un certo numero di Stati membri dell'UE ad operazioni di sicurezza in Iraq, dopo l'inizio della guerra nel 2003 l'impegno dell'UE si è soprattutto concretizzato nella fornitura di assistenza umanitaria e di aiuti finanziari per avviare il processo di ricostruzione. Nei primi mesi del 2003, la CE ha assegnato all'Ufficio della Comunità europea per gli aiuti umanitari (ECHO) 100 milioni di euro destinati agli aiuti umanitari all'Iraq, mentre gli Stati membri hanno impegnato oltre 731 milioni di euro. Dopo l'adozione della risoluzione 1483 del Consiglio di sicurezza dell'ONU del 22 maggio 2003, l'UE ha abrogato le sanzioni contro l'Iraq.
Nel quadro della conferenza dei donatori di Madrid del 23 e 24 ottobre 2003, è stato elaborato l'impegno multilaterale a favore della ricostruzione dell'Iraq. Alla conferenza, l'UE nel suo insieme a impegnato più di 1,25 miliardi di euro, calcolando anche il contributo della CE. La conferenza ha anche accolto con favore l'intenzione dell'ONU e della Banca mondiale di creare un fondo fiduciario multidonatori a favore dell'Iraq, il Fondo internazionale per la ricostruzione dell'Iraq.
Dopo l'ottobre 2003, il campo di applicazione degli aiuti in Iraq si è ampliato. Con la diminuzione dei bisogni umanitari della popolazione, i fondi destinati alla ricostruzione sono stati utilizzati per ripristinare i servizi pubblici fondamentali e per affrontare i problemi della disoccupazione, della riduzione della povertà e del rafforzamento delle istituzioni e dell'amministrazione irachene. L'assistenza della CE è stata utilizzata anche per sostenere il ruolo dell'ONU nel processo politico e nello sviluppo della società civile in Iraq e di istituzioni democratiche. A partire dal 2003, l'UE ha fornito assistenza per 305 milioni di euro, provenienti dal bilancio CE per l'Iraq.
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2003, 100 milioni di euro sono stati destinati alle attività umanitarie, nel 2003-04 sono stati impegnati 200 milioni di euro a favore della ricostruzione e nel 2003 sono stati stanziati altri 2 milioni di euro a favore di interventi di sminamento.
ECHO ha ridotto a 3 milioni di euro gli stanziamenti a favore dell'Iraq per il 2004, ma fondi ulteriori possono essere stanziati in caso di nuovi bisogni umanitari.
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accordi sull'indebitamento e sui requisiti di politica economica: anche se la decisione finale sui termini di un accordo spetta ai paesi creditori, numerosi Stati membri sono coinvolti nell'attuale negoziato del club di Parigi sulle nuove scadenze dei debiti dell'Iraq o sul loro abbuono. Poiché il Club di Parigi adotterà probabilmente il nuovo approccio "Evian", messo a punto per i paesi a reddito medio, che avrà un'incidenza sulle future relazioni dell'UE, è opportuno coordinare gli approcci sui requisiti economici da allegare all'accordo. Per coordinare gli approcci e le iniziative in tal senso, è consigliabile instaurare un dialogo regolare tra la Commissione europea, il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e la Banca europea per gli investimenti;
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il sistema di preferenze generalizzate: l'Iraq beneficia del sistema di preferenze generalizzate della Comunità europea, che non è stato però attuato dopo la prima guerra del Golfo, a causa delle sanzioni e del conflitto. Non appena le condizioni lo permetteranno, la Commissione europea dovrà collaborare con l'amministrazione irachena all'elaborazione di un sistema di cooperazione amministrativa, necessario al funzionamento del sistema di preferenze generalizzate; attuazione degli aiuti umanitari e alla ricostruzione: la strategia 2003/04 dell'assistenza CE è concentrata sul controllo della situazione in Iraq, sulla risposta immediata ai nuovi bisogni umanitari d'emergenza, sulla fornitura rapida di risorse supplementari per la ricostruzione dell'Iraq, con particolare enfasi sulla creazione di posti di lavoro, e sul sostegno allo sviluppo di un contesto operativo multilaterale sotto gli auspici dell'ONU e delle istituzioni finanziarie internazionali. I 200 milioni di euro del bilancio CE impegnati alla conferenza di Madrid per la ricostruzione dell'Iraq nel 2003/04 sono stati trasferiti alle agenzie dell'ONU e al fondo internazionale per la ricostruzione dell'Iraq; in tale fase, l'esborso dovrebbe subire un'accelerazione;
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aiuti dell'UE alla riabilitazione e alla ricostruzione: la Commissione europea ha proposto per il 2005 un ulteriore contributo di 200 milioni di euro alla ricostruzione dell'Iraq e ritiene che un importo analogo potrebbe essere necessario nel 2006, nei limiti delle disponibilità finanziarie e a condizione che sia dimostrata la capacità di utilizzare i fondi impegnati nel 2005. La maggior parte dei fondi continuerà ad essere versata sul fondo internazionale per la
ricostruzione dell'Iraq, ma una parte potrebbe essere riservata alla fornitura di assistenza tecnica e a programmi di consolidamento delle competenze.
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aiuti alla diversificazione dell'economia e alla riduzione della povertà: con l'aumento dei proventi delle risorse proprie, in particolare grazie all'aumento della produzione di petrolio, la necessità di assistenza da parte dei donatori esteri dovrebbe diminuire. La CE potrebbe allora riorientare l'assistenza verso programmi di assistenza tecnica e di consolidamento delle competenze, di promozione della diversificazione economica, di riduzione della povertà e di miglioramento dello standard di vita;
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prestiti della Banca europea per gli investimenti: mano a mano che la priorità degli aiuti esterni cessa di essere l'assegnazione di aiuti non rimborsabili, i prestiti della Banca europea per gli investimenti (BEI) potrebbero aiutare a favorire il passaggio tra le sovvenzioni e gli investimenti del settore privato in seguito alla soluzione del debito estero dell'Iraq, cominciando da progetti ad alta densità di capitale, quali le infrastrutture. Nelle nuove prospettive finanziare potrebbe rientrare un mandato alla BEI per concedere prestiti all'Iraq (…).

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