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I LABOUR STANDARDS E IL DIRITTO DEL LAVORO INTERNAZIONALE

Il diritto del lavoro internazionale si è sviluppato nell'arco degli ultimi due secoli per evitare forme di competizione sleale, innanzitutto di dumping sociale1 , tra le forze lavoro di diversi Paesi. Esso può essere sostanzialmente individuato nell'insieme delle Convenzioni e Raccomandazioni emesse dall'OIL, dalle dichiarazioni a difesa dei diritti umani come quelle pronunciate dalle Nazioni Unite o come la Carta Sociale Europea. A queste norme si aggiungono poi i trattati bilaterali concernenti principalmente l'accesso di lavoratori stranieri e il loro trattamento sul posto di lavoro2. Di particolare rilevanza tra le fonti del diritto internazionale del lavoro gode la Costituzione dell'OIL nella quale sono espressi i core labour standards, ovvero i principi fondanti tutto il sistema di protezione dei lavoratori:

  • libertà sindacale e diritto alla contrattazione collettiva;
  • eliminazione del lavoro forzato;
  • abolizione del lavoro minorile;
  • abolizione delle discriminazioni all'impiego .

Per i Paesi membri dell'Unione Europea ulteriore strumento per la diffusione e protezione dei diritti sociali sono i principi espressi nella Carta dei Diritti Fondamentali stesa a Nizza il 7/12/2000, in particolare agli articoli 12, 15, 16, 23, 26, 28, 30, 31, 32, 33, 34, ovvero, nell'ordine:

  • il diritto di assemblea pacifica e di aggregazione a tutti i livelli, in particolare il diritto di formare e unirsi a sindacati;
  • il diritto al lavoro;
  • il diritto di condurre affari nel rispetto delle leggi comunitarie e nazionali;
  • l'uguaglianza tra uomini e donne in particolare per quanto riguarda l'impiego e il salario;
  • il dovere di ogni Stato a prendere le misure necessarie al fine di assicurare l'indipendenza sociale e occupazionale delle persone disabili;
  • il diritto alla contrattazione collettiva;
  • il diritto di protezione per i lavoratori contro i licenziamenti ingiustificati;
  • il diritto a condizioni di lavoro che rispettino la salute e la sicurezza dei lavoratori, il diritto alla limitazione delle ore lavorative massime, al riposo quotidiano e settimanale, alle vacanze pagate;
  • il divieto del lavoro minorile;
  • il diritto alla vita familiare, attraverso la protezione contro il licenziamento per maternità, e il diritto ad un periodo di maternità o paternità pagata;
  • il diritto alla protezione sociale in caso di maternità, di malattia, di incidenti industriali, di dipendenza o anzianità e di disoccupazione.

Sinteticamente, il diritto internazionale del lavoro regola le relazioni industriali, la libertà sindacale3 e la contrattazione collettiva.
In seno all'OIL sono state formulate quattro convenzioni prioritarie, che obbligano i governi firmatari ad impegnarsi nel rispetto e nell'attuazione di alcuni standard fondamentali, oltre a quelli espressi nella Costituzione che sono obbligatori per tutti i Paesi membri.

La più importante di queste convenzioni è quella sulla Consultazione Tripartita (n. 144, del 1976) che pone le basi per il funzionamento stesso dell'OIL: i rappresentanti dei governi, dei lavoratori e degli imprenditori devono consultarsi reciprocamente al fine di comunicare le decisioni riguardo a eventuali convenzioni o raccomandazioni proposte dall'OIL. Questo significa che nella definizione di standard internazionali del lavoro tutti gli attori principali vengono coinvolti, essi hanno lo stesso peso e la stessa funzione di controllo reciproco.

Seguono poi le convenzioni sull'Ispezione del Lavoro (n.81, del 1947) e sull'Ispezione del Lavoro Agricolo (n.129, del 1969), le quali impegnano i Paesi firmatari a istituire e mantenere un sistema di ispezione in tutti i luoghi di lavoro industriale, commerciale e agricolo, nell'ottica di proteggere i lavoratori e di migliorare le loro condizioni di lavoro.
Infine, l'ultima delle condizioni prioritarie è quella sulla Politica all'Impiego (n.122, del 1964) che impegna i Paesi membri, in accordo con i lavoratori e gli imprenditori, a formulare e praticare efficaci politiche per il pieno impiego, indipendentemente dalla crescita economica del Paese stesso.

Inoltre otto convenzioni sono state riconosciute dall'Organo Governativo dell'OIL come essenziali per il rispetto dei diritti umani sui luoghi di lavoro indipendentemente dallo sviluppo economico dei paesi interessati. Queste convenzioni riguardano:
la libertà d'associazione:

  • Convenzione sulla Libertà d'Associazione e il Diritto ad Organizzarsi (n. 87, del 1948)
  • Convenzione sul Diritto d'Organizzazione e sulla Contrattazione Collettiva (n. 98, del 1949)

    l'abolizione del lavoro forzato:
  • Convenzione sul lavoro Forzato (n. 29, del 1930)
  • Convenzione sull'Abolizione del Lavoro Forzato (n.105, del 1957)

    le pari opportunità:
  • Convenzione sulla Discriminazione per l'Impiego e l'Occupazione (n. 111, del 1958)
  • Convenzione sull'Eguale Remunerazione (n. 100, del 1951)

    l'eliminazione del lavoro infantile:
  • Convenzione sull'Età Minima (n.138, del 1973)
  • Convenzione sulle Peggiori Forme di Lavoro Infantile (n. 182, del 1999)


1. Gara a ribasso delle condizioni dei lavoratori per abbassare i costi di produzione e aumentare la propria competitività sul mercato internazionale.
2. Cfr. Casale G., "Elementi di diritto internazionale del lavoro", Università degli Studi di Siena, Siena 1999
3. La Convenzione n.87 sulla libertà sindacale e la protezione del diritto d'associazione vieta alle autorità di interferire con lo svolgimento delle attività sindacali, mentre la Convenzione n.151 e la Raccomandazione n. 159 regolano le relazioni sindacali nel settore pubblico. La Convenzione 135 e la Raccomandazione 143 sanciscono il diritto dei rappresentanti dei lavoratori a "godere di un'effettiva protezione contro qualsiasi atto pregiudizievole nei loro confronti". www.ilo.int