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Importante è anche la presenza, nella
definizione sopra riportata, del concetto di vincolo.
Sono proprio tali vincoli, sempre più crescenti
e assillanti per le aziende, a rendere necessaria
una più oculata e razionale gestione dei
progetti. Quando, ed è inevitabile, i vincoli
imposti dal mercato, dai committenti o dalle normative
in materia di gestione progetti (es: la nuova
legge sulle opere pubbliche) aumenteranno l'obbligo
di rispettare gli impegni presi e contrattualmente
definiti riguardo ai tempi, ai costi e alla qualità
dei progetti, non sarà più possibile
per le aziende fare a meno di un adeguato sistema
di pm..
Gestire
un progetto durante tutto il suo ciclo di vita
vuol dire mettere in atto una serie di processi
gestionali fra loro fortemente relazionati.
Tali processi sono: Concezione/Inizio, Pianificazione,
Esecuzione, Controllo e Chiusura. La figura qui
a fianco mostra il flussigramma operativo di tali
5 macro processi e le rispettive iterazioni.
Come il grafico evidenzia, tranne i due processi
di Inizio e Chiusura, il project management si
attua attraverso una continua ciclicità
delle tre fasi di pianificazione, esecuzione e
controllo.
Tutto ciò si poggia su uno dei pilastri
concettuali del project management tradizionale:
Non esiste controllo se non esiste un piano
di riferimento!
Il processo del "controllo" non deve
però limitarsi ad una semplice rilevazione
dei dati effettivi (consuntivo) del progetto.
Controllare vuol dire mettere a confronto il dato
effettivo, l'avanzamento del progetto, con quanto
precedentemente previsto a livello di piano per
cercare di individuare eventuali scostamenti.
Sarà proprio l'analisi di tali scostamenti
e delle performance del progetto (tempi, costi
e qualità) a permetterci di elaborare le
nuove stime a finire.
Ma cosa occorre effettivamente pianificare e controllare
in un progetto?
Il project management tradizionale individua
nove aree di conoscenza che dovrebbero essere
gestite dai project manager e dal loro team. Esse
sono rappresentate nella figura sottostante.
Sviluppare il piano di un progetto non vuole
dire quindi sviluppare la sola programmazione
temporale (Gantt) ma, nel contempo, pianificare
i costi, i rischi, la comunicazione, la qualità,
ecc. Ed è proprio l'area di conoscenza
chiamata Project Integration, ad essere
in tal senso la più importante di tutte
per un buon project manager, in quanto da essa
dovrebbe scaturire, come prodotto finale, il project
plan, il piano.
Focalizzandoci ora sul processo di pianificazione,
quali sono le domande tipo alle quali un project
manager dovrebbe dare risposte puntuali ed esaustive?
La prima domanda è, senza ombra di dubbio,
"Cosa fare?". Può sembrare incredibile
ma il non rispondere con cura a tale quesito rappresenta
da sempre la principale causa di fallimento dei
progetti!
Il project management tradizionale propone una
tecnica molto valida, ma nel contempo semplicissima,
per la gestione del "cosa fare" e degli
obiettivi: la WBS.
La WBS - Work Breakdown Structure - non è
altro che la scomposizione del progetto, o del
lavoro, secondo un albero rovesciato, in cui partendo
dalla radice (il progetto) e componendo il progetto
in livelli di dettaglio successivi, dall'alto
verso il basso, si arriva ad individuare le "foglie"
dell'albero, generalmente note come work package
o WP. I WP corrispondo al livello ultimo
di scomposizione prescelto in termini gestionali
(specie per il top-management) e, proprio per
tale ragione, i WP devono poter essere controllabili
e misurabili. Per ogni WP occorre quindi specificare
il nominativo di un unico responsabile e gli elementi
che il WP realizzerà in output (deliverable)
e che saranno oggetto di misura per di calcolo
dell'avanzamento alla data.
A titolo puramente esemplificativo si riporta
il grafico di una WBS per una casa per civile
abitazione.
Una volta individuato il Cosa fare occorre definire
con precisione coloro che effettivamente dovranno
occuparsi del progetto o di parti
di esso: la squadra. Occorre quindi dare una chiara
risposta alla domanda: Chi fa?
Attraverso il disegno di un'altra struttura ad
albero, la OBS - Organization Breakdown Structure
- si vengono ad individuare coloro che saranno,
a tutti gli effetti, gli "attori" del
progetto.
A questo punto occorre incrociare le due strutture
WBS e OBS per definire una delle principali informazioni
a supporto di una corretta gestione del progetto
e per rispondere alla terza domanda: Il Chi
fa cosa?. Il grafico che ne risulta, chiamato
generalmente Matrice delle responsabilità,
indica per ogni WP l'ente, o meglio la persona,
che dovranno ritenersi responsabili della realizzazione
e rendicontazione del WP in oggetto.
***
Termina qui questa prima e molto sintetica disamina
dei principi base del project management. Nella
prossima puntata, dal titolo "Concetti base
di Project Management (II parte)", continueremo
ad elencare le altre domande alle quali un project
manager è chiamato a dare risposte; Come
fare? Con che cosa fare? Quando farlo? e, soprattutto,
Quanto costa?
Sempre in questa seconda parte si affronterà,
come momento successivo alla definizione del piano,
lo spinoso tema del controllo del progetto e delle
metodiche utilizzate per l'aggiornamento delle
stime "a finire".
Alla prossima dunque.
Eugenio Rambaldi
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