HOME
Sommario
Le Vostre Domande
News
Keywords
Archivio Rivista
Il Vostro Contributo
La Redazione
Teleconferenza
Archivio Notiziario
Chat
Link
       
       
 


LA BALANCED SCORECARD (BSC) NEI COMUNI: UN'OCCASIONE PER ATTUARE CON SUCCESSO UN PROGRAMMA IN PRESENZA DI RISORSE SCARSE.

La cronica scarsità di risorse finanziarie, dovuta al taglio dei trasferimenti ai comuni, non potrà non avere effetti negativi sull’organizzazione complessiva della macchina amministrativa e sulla qualità dei servizi al cittadino. Il metodo del patto di stabilità esteso alla gestione di bilancio dei comuni, significa che le misure di risparmio avranno, d’ora in poi, un carattere strutturale, perciò definitivo. Se dunque le cose stanno così è necessario ricercare nuovi percorsi e stili di gestione.
Molte novità, in tema di gestione amministrativa, orientate al risparmio e all’efficienza, sono gia state predisposte, come si ricava dal Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (D.Lgs. 18 Agosto 2000, n. 267). Il nuovo ordinamento ha avviato il passaggio ad un sistema di controlli interni mirati all’efficienza e al conseguimento dei risultati. Ciò dovrebbe accelerare la transizione da un modello organizzativo burocratico ad un modello organizzativo più snello ed efficace analogo a quello adottato dalle imprese private. I controlli esercitati sull’azione amministrativa, dovrebbero abbandonare un’impostazione di tipo formale per assumere un’impostazione di tipo manageriale.
L’architettura del nuovo ordinamento amministrativo, determinerà un cambiamento strutturale del sistema di gestione degli enti locali. Il nuovo modello organizzativo accanto ai classici principi di gestione amministrativa come l’equità, la parità di trattamento e la correttezza, affiancherà l’adozione di elementi innovativi come l’efficienza, l’efficacia e l’ economicità.
In questa direzione si era già mosso il D.Lgs. 77/95 che introduceva il controllo di gestione: una procedura atta a verificare lo stato di attuazione degli obiettivi programmati e attraverso l’analisi delle risorse acquisite e della comparazione tra costi e la quantità e qualità dei servizi offerti, la funzione di organizzazione dell’ente e, correlativamente, l’efficacia, l’efficienza e l’economicità della gestione (art. 39 comma 2).

Il percorso fin qui seguito, presenta, tuttavia, strozzature e ritardi, per alcuni commentatori, il ritardo nell’implementazione dei sistemi di controllo è da imputare al sistema informativo-contabile adottato. Tale sistema è centrato sulla contabilità finanziaria, cioè sul concetto di competenza finanziaria; esso rileva le entrate che si prevede di accertare (provenienza delle risorse) e le spese che si prevede di effettuare (destinazione delle risorse), trascurando di rilevare gli aspetti economici e patrimoniali della gestione, che consentono di accertare il risultato economico della gestione e le sue cause.
L’aspetto economico-patrimoniale, in molti casi, viene rilevato a fine esercizio tramite il prospetto di riconciliazione, un documento che permette, con aggiustamenti e integrazioni, di trasformare i dati finanziari in dati economico-patrimoniali.
E’ opinione diffusa che per avere un’efficace implementazione del controllo di gestione negli enti locali è necessaria l’attivazione di una contabilità integrata che affianchi a quella finanziaria, quella economica; cosa che consentirebbe agli enti di disporre dati sull’effettivo uso delle risorse e di avere un controllo delle dinamiche interne.
Un’ ulteriore spinta all’ innovazione dovrebbe basarsi su una maggiore responsabilizzazione dei dipendenti. Anche in questo caso, non mancano gli spunti e gli strumenti, infatti, il processo di riforma ha assegnato un ruolo centrale all’incentivazione del personale dirigenziale, in particolare a quella legata alle performance. Lo scopo è convincere i dirigenti ad orientarsi al conseguimento dei risultati e stimolare l’attuazione dei principi alla base della riforma. (Cfr. il legame fra l’art. 14 del CCNL dei dirigenti e l’art. 5 del D.Lgs. 286/99 che afferma Le pubbliche amministrazioni anche sulla base dei risultati del controllo di gestione […] valutano le prestazioni dei propri dirigenti.

Ma le funzioni di controllo strategico, di controllo di gestione e di valutazione dei dirigenti (attraverso i nuclei di valutazione) anche se, come prevede la riforma, dovrebbero essere esercitate in maniera integrata, all’atto pratico possono rivelarsi inadeguate per la ragione fondamentale che tale integrazione non si estende a tutti i soggetti (gli stakeholder) interessati alla governance.Gli enti locali dovrebbero cominciare a mettere a punto e ad utilizzare obiettivi misurabili e introdurre criteri di misurazione dei risultati, coinvolgendo tutto il personale. Di solito, i dipendenti pubblici non misurano il risultato del proprio lavoro, facendo riferimento ad obiettivi o target fissati; essi tendono a valutare, in maniera approssimativa, il volume di lavoro svolto, e se lavorano intensamente, si convincono che fanno tutto il possibile per far marciare l’organizzazione; come è evidente, il risultato di una tale impostazione è una significativa mancanza di risultati.

La strada da sperimentare è l’assegnazione di obiettivi misurabili alle diverse unità organizzative in linea con la programmazione strategica e operativa. Assegnare obiettivi è importante, in quanto, contribuisce a diffondere all’interno dell’organizzazione la conoscenza delle priorità strategiche e costituisce uno stimolo alla loro realizzazione; un ulteriore stimolo è costituito dagli incentivi al personale che creano motivazione e predispongono i dipendenti ad una maggiore comprensione e condivisione degli obiettivi stessi.

 

Avanti>>