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Nella pratica delle relazioni sindacali il problema della divulgazione delle informazioni assume una rilevanza sempre maggiore. I dirigenti sono sempre riluttanti nel collaborare alla divulgazione delle informazioni, in quanto esse spesso attengono (come nel caso della delocalizzazione) a questioni d'importanza strategica per l'azienda. Tuttavia, anche l'OIL si è pronunciato a favore del diritto dei lavoratori a conoscere le strategie dell'azienda quando esse sono collegate alla situazione presente e futura dei lavoratori. La Raccomandazione n.129 concernente le comunicazioni all'interno dell'azienda invita i dirigenti a divulgare tra il personale tutte le informazioni relative alle condizioni generali di lavoro, inclusi ovviamente delocalizzazione e downsizing, sul tipo di impiego e sulle qualificazioni richieste dall'azienda, sulla sicurezza e sulla salute sul luogo di lavoro, sulla prevenzione degli incidenti, sulle procedure per esaminare le controversie di lavoro, sulla politica del lavoro in generale, sulla politica della casa, delle ferie, dei risparmi e delle facilitazioni bancarie, sulla previdenza sociale, e in generale su tutte le decisioni dell'impresa che riguardano in qualche modo i lavoratori ed i loro rappresentanti12.

E' dunque evidente come il mercato del lavoro europeo si stia allontanando sempre più dall'Europa sociale13 voluta dalle associazioni dei consumatori e dalla società civile nel suo insieme. Il mercato del lavoro europeo, fortemente condizionato dal sistema produttivo delle multinazionali14 , sta modellando un'Europa certamente prospera dal punto di vista economico, ma sempre più povera dal punto di vista dei diritti e delle libertà individuali. In sostanza, un'Europa ben misera, poiché non è l'opulenza che garantisce la crescita individuale, la solidarietà e la libertà dei cittadini, ma bensì i diritti.
Essendo questo discorso valido ovunque, è fondamentale assicurarsi che i diritti conquistati da alcuni Paesi divengano un modello per gli altri, anziché viceversa. Inoltre va sottolineata la sovranità e la responsabilità dei legislatori e dei governi nell'evitare che il comportamento di privati (in questo caso delle multinazionali) possa mettere in pericolo le garanzie sociali affermatesi nel propri territori. La definizione di standard internazionali per la difesa dei lavoratori può assolvere a questo duplice compito: portare i diritti fondamentali dove mancano ancora e al tempo stesso individuare nei governi i responsabili della difesa di tali standard.


Sabina Nicolella

12 Casale G., "Elementi di diritto internazionale del lavoro", Università degli Studi di Siena, Siena 1999, p. 76
13 Vari autori sono concordi nel riconoscere un modello europeo di cittadinanza, basato sui valori della democrazia e delle libertà individuali, e come Raynauld e Vidal (ibidem, p. 13) aggiungono, anche sui sindacati liberi, sull'economia di mercato, sulle pari opportunità, sulla protezione sociale e sulla solidarietà.
14 Il potere detenuto dalle multinazionali sembra anch'esso frutto di economie di scala: nonostante infatti esse non rappresentino che una minima parte dell'impiego (soprattutto nel caso italiano), le grandi dimensioni permettono loro di contare più delle PMI. Per maggiori approfondimenti si rimanda all'ultimo capitolo.

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