Numero 25

INNOVAZIONE INTELLIGENZA INSIPIENZA

Prof.Ing.Roberto Vacca

 

PREFAZIONE

II edizione  -  2006

 

Macchine, oggetti, situazioni nuove si presentano a noi ogni giorno. Alcune sono utili, intelligenti - necessarie per vivere nella società moderna. Alcune sostituiscono oggetti e situazioni a cui eravamo abituati e che rimpiangiamo: ci andavano bene come erano. Capire le innovazioni è importante,
Alcune scoperte, oltre che utili, ci fanno capire cose importanti di noi stessi e del mondo. Fanno crescere la nostra intelligenza. Prendono la forma di strumenti oppure sono costituite da procedure, teorie, strumenti intellettuali. Possiamo considerarle come amplificatori dell'intelligenza nostra individuale e di quella diffusa nella società.

Però l'errore, i malintesi, le idee storte sono sempre in agguato. Sorgono nel nostro cervello. Vengono stampate e ripetute a voce nei contatti diretti, nelle conferenze, nei comizi, nelle prediche, per radio, in televisione. L'insipienza è come un liquido che si diffonde attorno a noi. Si insinua a vari livelli in tutto quello che ci attornia. Lo sentiamo come un elemento viscoso che ostacola i nostri passi. Taluno, dopo averne generato numerosi campioni, ci si affeziona e parla bene dei suoi effetti. Invece dobbiamo riconoscerla e guardarcene. Dobbiamo smascherarla e additarla al disprezzo.

Da molti decenni continuo a studiare e a lavorare su problemi tecnologici, organizzativi, teorici, informatici. Credo di aver capito parecchie cose rilevanti che possono essere utili per chiarire idee confuse e per pensare meglio. Le ho raccolte qui: INNOVAZIONE, INTELLIGENZA, INSIPIENZA.

Dicembre 2004

Ho aggiunto alcuni articoli pubblicati nel 2005 e inserito qualche nota di aggiornamento in quelli precedenti. Nell'anno trascorso le innovazioni sono state molte e notevoli nel mondo (molto meno in Italia) e tenersi al corrente o anche solo afferrarne il senso diventa sempre più arduo. L'insipienza continua a imperversare.

Dicembre 2005
R.V.

INNOVAZIONE



1 - La famiglia nel 3001, 25 Settembre 2005 -- (1970)
Ho ritrovato un articolo che scrissi nel 1970 e che pubblicai su FUTURIBILI. Ne estraggo un passo che è tornato di attualità :

"Agli inizi del trentunesimo secolo, come sempre, la famiglia è la base della società. Soltanto la definizione di questa importante struttura sociale ha subito, col tempo, profonde variazioni. Nel 3001 la famiglia è un gruppo di individui che vive in simbiosi con uno stesso computer. Non sono considerati significativi gli eventuali vincoli di sangue fra queste persone. Fra loro non esistono rapporti gerarchici. Il loro numero è arbitrario e la loro distribuzione fra i sessi è casuale. L'esistenza di rapporti sessuali è altrettantofrequente fra membri della stessa famiglia che fra membri di famiglie diverse. Le antiche denominazioni di ruoli: padre, madre, figlio, figlia, nipote, zio, nonno sono state abbandonate. Tutti i membri di una famiglia si considerano figli del computer. I bambini generati dai membri di una famiglia o accettati a farne parte per cooptazione, sono allevati ed educati da tutti i componenti, ma una parte essenziale dell'educazione è affidata al computer.

Il computer registra in memoria: informazioni scientifiche e testi letterari, storia, tradizioni e aneddoti familiari, contabilità del patrimonio familiare e ogni algtro dato che un familiare decida di affidargli. Il computer funziona come biblioteca e libro di testo, come libro dei conti e registratore di cassa, come amministratore, consigliere e guida. Il computer non comunica con i figli solo attraverso testi scritti su carta o mostrati in video, ma anche per mezzo delle voci di tutti i membri della famiglia presenti e passati. La macchina registra voci e immagini dei suoi figli e ne riflette le personalità. Si può dire che abbia una personalità composta da tutte quelle dei figli vivi e morti. I vincoli familiari sono rinsaldati da questa continuità indistruttibile. Il carattere di ogni famiglia è stabile e marcato.

Alcune famiglie hanno orientamento scientifico. Altre lo hanno letterario. Altre ancora sono dedite ad attività commerciali, tecniche o manifatturiere. In questicontesti si sviluppano campioni di umanità notevoli per la cultura, l'equilibrio mentale, il carattere solido. Sono uomini e donne difficilmente influenzabili. Sarebbe inutile tentarne lavaggi del cervello: la loro educazione informa il loro essere e, come ogni sana educazione, costituisce un prelavaggio del cervello costruttivo e coerente.

La continuità garantita dal computer fra i figli vissuti in secoli diversi, stabilizza il linguaggio. Gli idiomi umani hanno smesso di evolversi, tranne che per l'aggiunta di neologismi e, in ogni famiglia, per la conservazione di un lessico familiare.

La famiglia è sempre una colonna della società: non più solo  a parole, ma nei fatti. Le società industriali e commerciali (per azioni, a responsabilità limitata) non esistono più. Ogni struttura economica è, letteralmente, una famiglia. Alcune famiglie, che producono automobili, aeroplani o computer hanno migliaia di figli. Fra loro non ci sono lotte di classe, nè lotte per il potere. Le divergenze fra familiari vengono composte con l'aiuto del computer, che esprime la alternative possibili e le conseguenze relative in termini rigorosi. Agli interessati vengono fornite le informazioni rilevanti per le decisioni da prendere e la comprensione viene facilitata. La uniformità di formazione fra i figli di uno stesso computer facilita la concordia di intenti.

La società nel suo complesso è stabile come non mai. Non solo è sparito l'odio di classe, ma anche quello razziale: non esistono più razze umane diverse. La facilità delle comunicazioni e delle migrazioni da secoli ha favorito la miscegenazione: le caratteristiche somatiche degli esseri umani in tutto il mondo sono sostanzialmente uniformi.

Anche l'economia non presenta più cicli di variazione imprevedibili. Le aziende familiari sono stabili e il tenore di vita è alto e uniforme."

Già 35 anni fa intravedevo, dunque, un mondo prospero in cui il meticciato non sia una maledizione e in cui la famiglia si evolve in modi nuovi.

 

INTELLIGENZA



1 - 14 Teoremi di Karl Popper o Einstein e l'ameba - 27/2/2005
.Nel maggio 1984 Karl Popper, il filosofo della scienza, tenne una conferenza ai Lincei, ma senza preavviso gli dissero che avrebbe potuto parlare 20 minuti, invece degli usuali 50. Il suo tema era: "Pensiero ed esperienza: epistemologia evoluzionistica."

Decise allora, di leggere un breve  testo suddiviso in 14 teoremi, che sono :


1. Tutta la conoscenza umana, compresa quella descrittiva, è teorica.
2. Tutta  la  conoscenza teorica  .e,  quindi,  tutta la  conoscenza.  è incerta.
3. Noi percepiamo configurazioni: interpretazioni di ciò che il cervello ci fornisce.
4. Tutte  le percezioni hanno natura  ipotetica, cioè sono  affette dalle nostre aspettative.
5. Viviamo in un mondo reale, rappresentato a noi stessi come un mondo di congetture sul mondo reale.
6. Possiamo aspettarci di più o di meno che certe aspettative vadano deluse. Se la nostra delusione è inaspettata,  crea  il bisogno di ricostruire la teoria.
7. Dal punto di vista biologico conoscenza e teoria sono preparazioni per un'azione: talora si tratta di  una preparazione sbagliata..
8. Tutti gli organismi sono risolutori di problemi e procedono per prove ed errori. Questo  è vero sia per Einstein, sia per  un'ameba. La differenza è che le teorie dell'ameba fanno parte della sua struttura fisica, invece Einstein formula  teorie che esprime con suoni o con la scrittura.
9. La  principale differenza biologica  fra l'uomo e gli animali è il linguaggio in  cui si esprimono le teorie.  Gli animali non producono teorie in linguaggio descrittivo. Gli uomini possono produrre teorie che trasmettono al  di fuori del corpo, in modo  che possano essere criticate.
10. La funzione peculiare del linguaggio descrittivo umano  è  di permettere le domande :"È vero ? È falso ?".
11. Il linguaggio umano crea nuovi bisogni di pesare pro e contro in merito alla verità o falsità di certe proposizioni (funzione argomentativa del linguaggio).
12. Senza discussioni, non ci sono spiegazioni.
13. Senza discussioni non c'è pensiero umano.
14. Il pensiero umano è funzione del linguaggio umano e della sua funzione argomentativa.


Questi 14 teoremi sembrano chiari. Chi non sa di epistemologia (lo studio di come ci  formiamo opinioni  giuste) potrà gradire di sapere di più sulle teorie di Popper.

I tre libri più noti di Popper sono: "La logica della scoperta scientifica", "La povertà dello  storicismo" e "La  società aperta  e i suoi nemici". Nel primo descrive come gli scienziati usano la  falsificazione. Le teorie  scientifiche sul mondo non si possono verificare, cioè dimostrare vere. Però in certi  casi possiamo falsificarle, cioè dimostrare che sono false, perchè sono in disaccordo coi fatti o conducono a previsioni errate. Conserviamo, quindi, le teorie ancora non falsificate e sostituiamo quelle falsificate con teorie nuove. Le teorie buone e utili sono (eventualmente) falsificabili. Invece una teoria considerata vera anche dopo che abbiamo osservato fatti  nuovi che la contrastano, non serve a niente. Popper la chiama "teoria vaccinata". Il terzo libro, scritto durante la II guerra mondiale, accusa con ottimi  argomenti Platone,  Hegel e Marx di aver ispirato gran parte degli orrori  e delle  involuzioni dittatoriali nella storia umana.

I primi 6 teoremi sono spiegati bene da quanto detto sopra sulle teorie falsificabili. Nei teoremi da 7 a 9, invece, Popper propone un'analogia fra le mutazioni biologiche nel corso dell'evoluzione darwiniana e le congetture o teorie nuove pensate dall'uomo. È come se gli organismi si evolvessero cercando di fare congetture sul modo  migliore  di modificare  sè stessi per  avere successo e adattarsi all'ambiente. Infine gli ultimi 5 teoremi definiscono il pensiero in funzione di discussioni fatte usando parole. L'aggettivo "argomentativo" significa proprio "relativo a discussioni".

In breve non si può dire molto di più. Popper va studiato, non preso in pasticche. Non era solo  un filosofo  della scienza: testimoniava anche delle sue convinzioni politiche. Propose una sua "ingegneria sociale pragmatica". Era antifascista. Durante la conferenza a Roma, altri parlarono a lungo di  Heidegger. Popper lo bollò così:
"Era un nazista, cosa che si perdona a chiunque, ma non a un filosofo. Dopo la  guerra, interrogato sul suo nazismo, Heidegger disse che Hitler lo aveva deluso, ma rifiutò di spiegare la sua  affermazione. Dobbiamo credere  che Hitler  lo deluse solo perchè aveva perso la guerra."

 

INSIPIENZA



1 - DIFENDIAMO LIBERTA' E RAGIONE - 19 settembre 2000
E' triste: 2 secoli dopo la dichiarazione dei Droits de l'Homme e mezzo secolo dopo le 4 libertà di Roosevelt e la dichiarazione dell'ONU, ancora tocca combattere per la libertà di parola e di religione. Alcuni vogliono censura su Internet. Altri revisionano le battaglie per la libertà del Risorgimento e rivalutano le figure degli oscurantisti. Tutti cercano di imporre le verità assolute di chiese o scuole di pensiero in cui spesso il pensiero è assente. Ricordano l'intellettuale che diceva: "Io sono un libero pensatore!" - e un napoletano gli chiese: "E a cche pienz'?"

Gli oppositori della libertà gabellano le loro fedi come superiori e spirituali e ci diffamano sostenendo che siamo materialisti. E' il contrario: sono le ortodossìe di ogni tipo a non riconoscere nessun valore dello spirito. Non vedono che l'espressione più elevata dello spirito umano si manifesta quando uno di noi capisce cose nuove, interpreta il mondo (quello fisico, quello ideale della matematica, l'arte, la narrazione, la psiche stessa), riesce a spiegarle agli altri - non quando ripete giaculatorie. Chi ripete formule somiglia ai buddisti che scrivono preghiere su una striscia di carta e la ruotano su un girello: ogni giro vale per una ripetizione.

Nella società che dovremmo creare, le idee circolano liberamente, le scuole sono tante e stimolanti, la qualità dell'insegnamento è preparata e controllata, le invenzioni sono accolte con favore. I casi dubbi si dirimono con esperimenti che ci avvicinano alla realtà. Innovazioni e riforme si tentano con l'ingegneria sociale pragmatica - non si ricorre all'autorità di chi sostiene di detenere ogni verità.

Parlando di attentati alla libertà si pensa agli stalinisti, che falsificavano la storia a ogni passo, o ai nazisti che bruciavano i libri in piazza. Non sono stati i soli. I preti spagnoli nel XVI secolo hanno bruciato tutti i codici Maya, meno tre. Nel 1832 papa Gregorio XVI, nell'enciclica "Mirari vos" (15/8/1832) cita "quella pessima, né mai abbastanza esecrata ed aborrita "libertà della stampa" nel divulgare scritti di qualunque genere; libertà che taluni osano invocare" e ancora "Clemente XIII ... nella sua enciclica sulla proscrizione dei libri nocivi afferma che "si deve lottare accanitamente ... con tutte le forze, al fine di estirpare la mortifera peste dei libri".

L'articolo LXXIX del Sillabo di Pio IX (liberato da una doppia negazione che palesa come il cittadino Mastai fosse anche un prosatore mediocre) dice "la libertà civile di qualsivoglia culto, e similmente l'ampia facoltà a tutti concessa di manifestare qualunque opinione e qualsiasi pensiero palesemente ed in pubblico, conduce a corrompere più facilmente i costumi e gli animi dei popoli".

Galileo è stato riabilitato - come se ne avesse bisogno, ma il magistero cattolico non condanna le proposizioni obbrobriose di quei papi. E purtroppo taluno continua ad ascoltare le opinioni dei cattolici anche se si parla di cose serie come i problemi riguardanti gli embrioni. La questione è complessa: non va discussa qui. Ma uno dei curiosi argomenti addotti concerne il momento in cui l'anima animale e quella vegetativa vengono conglobate da quella intellettiva che è incorruttibile e immortale. Ora il concetto di incorruttibilità è privo di senso a chi cerchi di comprendere la realtà con metodo logico-sperimentale. Somiglia a quelli di inamovibilità e di irresistibilità: non ha senso chiedere "che accade se una forza irresistibile cozza contro un corpo inamovibile?"

Meno di un secolo fa la Civiltà Cattolica (2/9/1905) sosteneva che durante il miracolo di S.Gennaro il suo sangue cambia peso da 987 a 1015 grammi (ma l'esperimento non si controllò mai). La citata enciclica di Gergorio XVI dice anche: "Da questa corrottissima sorgente dell'indifferentismo scaturisce quell'assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che si debba ammettere e garantire a ciascuno la libertà di coscienza: errore velenosissimo, a cui apre il sentiero quella piena e smodata libertà di opinione che va sempre aumentando a danno della Chiesa e dello Stato."

Per sdoganare fascisti e comunisti si è chiesto che ripudiassero i loro gravi errori passati. Per essere sdoganati, i cattolici dovrebbero ripudiare queste enormità e accettare che "la ragione umana è l'unico arbitro del vero e del falso, del bene e del male". Se continuano a negarlo, consideriamoli con rispettoso distacco, ma non prendiamoli sul serio.

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