Un giorno, suonarono al citofono e la ragazza
che lavorava presso la benzinaia di fronte,
mi chiese di scendere. In strada l’ ho
trovata con in braccio una cosa piccola e nera,
tutta macchiata d’olio. Un cliente era
arrivato da lei chiedendole di aprire il cofano
per vedere perché c’era un rumore
strano. Questo rumore strano, è rimasto
in quarantena separato degli altri nostri gatti
fino al ritorno di Vittorio a Roma. Nel frattempo,
Manuel si era innamorato di questa piccola pantera
tutta nera con dei grandissimi occhi gialli
e prometteva di curarla sempre lui, darle da
mangiare, pulire il “cagadero”,
etc. etc. ; io aspettavo il ritorno di Vittorio
pensando che forse 5 gatti erano un po’
troppo, e forse, e forse…. Vittorio quando
ha visto l’ultima arrivata ha detto “bisogna
vaccinarla, no?” e così Nerina
è venuta ad integrare la nostra famiglia
Esposito. All’inizio non è stata
accettata tanto volentieri, ma visto che era
su per giù della stessa età di
Conchita, man mano la famiglia si abituò
a questa piccola cosa nera.
Credo che i nostri gatti sono stati tutti molto
felici e ognuno a suo modo ha espresso questa
felicità. Ciccio era il gatto più
dolce al mondo, e anche nelle peggiori circostanze
si fidava di me in modo pieno e totale, tanto
da farsi operare la coda dal nostro veterinario
senza l’anestesia; si metteva in una gran
quantità di guai sempre seguendo altre
gatte e mentre la discussione in casa si faceva
sempre più aspra sul tema “meglio
un giorno da leone che cento da pecora”
il mio povero Ciccio è stato investito
da una macchina e me lo sono trovato tra i piedi
mentre attraversavo la Laurentina una mattina
mentre andavo ad un ricevimento molto importante.
Ciccillo, purtroppo, fece la stessa fine pochissimo
tempo dopo il padre, e siamo rimasti con solamente
la parte femminile della famiglia Esposito.
Margherita è stata la gatta più
intelligente che abbiamo avuto, Rita-Rita forse
la più misteriosa. Un giorno che entrarono
a rubare a casa, lei sparì, ed anche
se l’ abbiamo cercata dappertutto non
la trovammo. Dopo circa tre mesi tornò
a casa, sporca, magra, ma intera e mai abbiamo
capito cosa è successo in quei tre mesi.
Ciccillo, era troppo piccolo quando se ne è
andato, e se ne è andato troppo poco
tempo dopo Ciccio, così non è
rimasto un granché nella memoria.
Conchita, era la gatta più cicciona di
tutte quelle che ho avuto fino ad ora. Mangiava
sempre e comunque, ed era una specie di piramide
triangolare dove la pancia era realmente grande;
era anche la gatta più “parlantina”
- insieme a suo fratello torinese – in
genere comunicava con saluti, domande e risposte
tutte sue. Tutte le mie gatte sono state sterilizzate
dopo che hanno avuto dei gattini, salvo Nerina,
che non sapendo fosse incinta, feci operare
insieme a Conchita. Quando tornai a prendere
entyrambe sono stata informata che Nerina era
incinta di 5 gattini, purtroppo persi.
Margherita è stata la prima di loro ad
andarsene e la abbiamo sotterrata clandestinamente
all’una di notte di fronte a casa ai piedi
di un albero. Sappiamo che non si fa ma sappiamo
che lei è lì e questo ci fa piacere.
Nel 1997 abbiamo cambiato casa, lasciato il
terrazzo della Laurentina, e siamo andati a
una casa in pieno centro di Roma, bella, ampia,
di grandi spazi, ma senza terrazzo. Il cambio
per Rita-Rita, Conchita e Nerina è stato
forte e all’inizio si nascondevano sotto
il nostro letto paurose di tutto. Mano a mano
si sono abituate e ci hanno accompagnato in
questa casa dove Manuel non ha mai vissuto perché
già andato via a vivere per conto suo.
In questi anni, ci hanno accompagnati sempre,
ognuna di loro nel suo modo, dormendo con noi
(dalla mia parte del letto) standomi vicini
quando ne ho avuto bisogno; le ho amate, nutrite,
curato le malattie fin che ho potuto, e sono
state parte delle nostre vite.
Rita-Rita se ne è andata nel 2002. Ed
ora se ne è andata anche Conchita, che
fino all’ultimo mi guardava con i suoi
occhi gialli dolcemente. Mi è rimasta
Nerina, la quale passeggia in casa cercando
la sua compagna di vita senza trovarla ed insieme
ci facciamo compagnia.
Ed è per tutto questo che quella frase:
ti è morto il gatto che sei così
triste? … non può essere più
certa. Sì, mi è morto il gatto
e sono tristissima. Ho perduto una compagna
di 14 anni, ho perduto chi incondizionatamente
mi ha dato affetto, amore, chiedendo molto poco
in cambio. Ho perso una parte della mia vita.
Barbara Herreros
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