Numero 67 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

I sistemi web cognitivi

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di Lucio Scognamiglio

 

Nei sistemi efficienti è possibile identificare una “capacità” di interazione all’interno e di relazione all’esterno.  Questa rete fitta di rapporti, competenze, prassi, obiettivi, tradizioni e sentimenti condivisi rendono coeso il sistema tanto da farlo riconoscere, considerare, operare e manifestare come un insieme unitario.

 

 

Anzi la “capacità” propria del sistema può renderlo interessante, facendolo diventare catalizzatore/attrattore di altri soggetti che vi si integrano potenziandolo ulteriormente. Tipicamente potremmo pensare alle città come sistemi di questo tipo. Quindi come insiemi complessi fatti di infrastrutture, cultura, storia, patrimonio, tradizioni, conoscenze in grado di attrarre cittadini e imprese che, nei periodi di crescita, ne favoriscono lo sviluppo e la ricchezza, mentre nei periodi di declino riflettono la propria decadenza sugli elementi che li compongono fino a marginalizzare i singoli ed espellere le aziende. 

Il profilo fenomenico che evidenzia la “capacità” propria dei sistemi complessi a rappresentarsi e agire unitariamente, diventa assai meno identificabile allorché ci si trasferisce dal piano materiale e quello immateriale inteso come l'insieme delle conoscenze, degli skills che una realtà definita è in grado di esprimere. Tale profilo sta assumendo negli ultimi tempi una valenza strategica sempre maggiore. Potremmo prendere le mosse da quella che viene comunemente definita come società / economia della conoscenza.  Senza entrare nel merito di quanto largamente trattato a livello comunitario, è agevole considerare come il maggior valore aggiunto è sempre più intimamente legato al grado di conoscenza intrinseca espressa dal prodotto (bene, servizio, ricerca) delle attività umane. Questo non è certamente un aspetto nuovo. La differenza rispetto al passato riguarda gli ambiti di produzione della conoscenza che si vanno progressivamente allargando. In questo senso la  diffusione capillare della rete mostra piani virtuali di interazione che potenziano fortemente la circolazione e la diffusione delle informazioni, nonché le attività di scambio e di collaborazione che sono il presupposto per la creazione di nuova conoscenza che spesso si sviluppa all’interno di comunità di interesse condiviso (ludiche, tematiche, progettuali, sociali...). Tuttavia, nonostante l'esperienza, le infrastrutture e le tecnologie maturare in questi ultimi due decenni ancora non sono emersi dei modelli chiari o delle metodologie utili a favorire la creazione di sistemi cognitivi propriamente intesi; “luoghi” cioè dove si manifesta la conoscenza e la capacità cognitiva e di interazione di una specifica realtà sottostante.

Di intelligenza collettiva/connettiva si è parlato prevalentemente come epifenomeno, quindi come conseguenza  dell'agire interconnesso che si evidenzia maggiormente quando i gruppi sono legati da interessi o tematiche condivise. La questione da porre a questo punto riguarda la possibilità di creare un luogo dedicato dove sistemi cognitivi di un ambito specifico (di tipo territoriale, progettuale, imprenditoriale, tematico ...) possano manifestarsi come entità autonoma e riconoscibile dall'esterno.

 

In altri termini se finora il profilo tecnologico si è intrecciato soprattutto con le relazioni umane potenziando scambi e condivisioni, si potrebbe attualmente concepire la nascita di entità web rappresentative della “capacità” cognitiva della realtà sottostante (ad esempio cluster di ricerca costituiti tra Università, Imprese, Autorità pubbliche). Tale entità rappresenterebbe l’intelligenza del sistema nel suo complesso e nelle sue articolazioni, organizzandola non come semplice raccolta di informazioni, ma come luogo attraverso il quale la “capacità” della realtà sottostante si manifesta ed entra in relazione con l'esterno. Un “luogo” dove la conoscenza viene elaborata dai soggetti che la producono anche attraverso relazionali diverse e più ampie rispetto alla realtà fisica. Uno strumento attraverso il quale rapportarsi con soggetti diversi che altrimenti sarebbero esclusi, o attraverso il quale favorire una partecipazione più ampia e diversificata. Ma non solo. Attraverso un sistema del genere  si potrebbe migliorare la gestione, la coerenza e l'integrazione della realtà sottostante, potenziando la sua capacità  con azioni progettuali e di stimolo.

 

 

In altri termini ci troviamo di fronte all'opportunità/sfida di concepire e realizzare sistemi cognitivi autonomi che trascendano quelli personali di chi vi partecipa. Oggi è  possibile considerare il profilo web del cluster non solo semplicemente  come repository informativo/documentale delle attività svolte, ma come entità autonoma in grado di potenziare le attività del cluster sottostante evidenziando e sviluppando  le sue funzionalità produttive di nuova conoscenza.

È possibile allora creare un entità cognitiva autonoma dal contesto “reale” di riferimento? E se ciò è possibile, quali peculiarità sarebbe opportuno assumesse?
L'esperienza maturata in finora ci ha mostrato una vasta eterogeneità di modelli web virtuali con peculiarità autonome che sono caratterizzati dall'apertura nei confronti dei potenziali fruitori stimolando la loro partecipazione attiva con modalità che li abilitano a pubblicare e condividere contenuti propri.  Alcuni esempi in tal senso sono legati a iniziative progettuali o imprenditoriali. Si pensi a Wikipedia dove la partecipazione spontanea degli autori viene realizzata attorno a una classificazione del sapere, oppure a E-bay dove la commercializzazione viene realizzata attraverso la categorializzazione merceologica, oppure a Facebook dove l'interazione è prevalentemente di tipo ludico. Altri esempi di un uso diffuso e aggregativo del web possono essere Linkedin o Twitter o le altre grandi comunità che si vanno diffondendo progressivamente.
Tuttavia rimane ancora poco evidente la metodologia per  tradurre in organismi virtuali autonomi la dimensione cognitiva propria di realtà esistenti o da costituire come le ad esempio le comunità tematiche/scientifiche.
Il modello proposto prevede un insieme di azioni convergenti dirette a implementare un sistema di rappresentazione/partecipazione/condivisione/governance che potrebbe idealmente assumere la forma del tetraedo che appare la più rispondente alla molteplicità funzionale dell'entità web che si intende costituire e che ha peculiarità del tutto diverse sia dai web monodirezionali (siti vetrina/verticali); sia da quelli partecipati (social network/orizzontali) assumendo non solo una propria “profondità” (più vicina al modello wiki applicato a un ambito cognitivo definito), ma anche una propria autonoma “dinamicità” derivante da una governance progettuale e orientata allo sviluppo. 

 

 

L'obiettivo è quello di favorire la nascita di una nuova entità che contestualmente svolga funzioni diverse. Anzitutto rappresenti tutti i profili che formano la complessità della realtà sottostante. In  questo senso è opportuno pensare a questa nuova entità in temini organicistici, identificando quindi ciò che è opportuno far apparire all'esterno. Occorre perciò partire dalle sue funzioni, dalle utilità e dall'offerta che il sistema sottostante rivolge al target dei potenziali fruitori/interlocutori in modo che costoro lo ri-conoscano come “luogo” di riferimento.  Questi dati devono essere organizzati per insiemi. L'insieme di generi funzionali rende “leggibile” dall'esterno le capacità proprie del sistema e, al tempo stesso, rende più agevole la partecipazione e l'implementazione da parte dei potenziali interessati/produttori di conoscenza. Utilizzando la metafora della piazza come nucleo caratterizzante di ogni aggregato abitativo, nell'organizzazione della parte pubblica del web dovrebbero essere evidenziate le funzionalità  principali del sistema rappresentato con le relative regole di partecipazione, nonché le sue caratteristiche proprie.
Alla parte esterna deve corrisponderne una “interna”. Se la prima è dedicata alle funzioni, la seconda è dedicata ai processi di elaborazione e condivisione che hanno come finalità un prodotto/obiettivo (evento, progetto, ricerca, azione, servizio...). Similmente  a ciò che accade in tutti gli esseri viventi, dove gli organi interni hanno una funzione fisiologica,  nel caso delle entità cognitive i processi da aggregare per insiemi omogenei, hanno come scopo quello di favorire la condivisione nella fase della elaborazione/predisposizione e come risultato una specifica funzione/obiettivo riconoscibile dall'esterno. L'integrazione dei profili interno/esterno può rappresentare il nucleo centrale di questa nuova entità cognitiva al quale vanno aggiunte ulteriori due funzionalità: una governance interattoriale (aperta, partecipata e soprattutto progettuale in grado di stimolare l'intero sistema con azioni aggreganti e produttive di risultati utili, in grado di cogliere le opportunità e favorire la crescita complessiva del sistema sottostante), nonché  la capacità di lettura delle dinamiche del contesto che si traduce nel monitoraggio e nella supervisione degli andamenti complessivi e dell'impatto del  sistema cognitivo.

 

 

 

Lucio Scognamiglio: (Napoli 1959) si è laureato presso l’Università di Napoli in Giurisprudenza con tesi in diritto pubblico dell’economia. Si è perfezionato in Economia del Turismo, presso l'Università di Firenze e ha partecipato al corso di specializzazione in diritto delle Comunità europee, presso l'Istituto Universitario Europeo di Fiesole. Nel 1986 è stato assunto dalla Confesercenti di Firenze dove è stato responsabile del Servizio commerciale e responsabile dell’Ufficio studi. Dal 1990, su incarico direzione nazionale, è direttore del consorzio Eurosportello Confesercenti. È stato docente presso la Scuola di Pubblica Amministrazione di Lucca, membro del Comitato Scientifico ANCOTUR (Associazione dei Comuni Turistici dell'ANCI) e autore di diverse pubblicazioni giuridiche. Ha approfondito le tematiche legate alla gestione dei flussi informativi e alla condivisione delle conoscenze.
scognamiglio@eurosportello.eu