Numero 68 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

Comunicare secondo natura
la comunicazione one to one

tt

di Franco Marmello

 

Se è vero che dobbiamo osservare con attenzione il comportamento dei nostri interlocutori per poter meglio comunicare idee-progetti-suggerimenti, un occhio particolare va riservato alle persone eccessivamente sensibili...

    •   La vita ci trasforma - Proseguiamo nell’analisi delle tipologie dei nostri possibili interlocutori. Avete avuto modo di osservarli meglio in questi mesi attraverso l’aiuto delle indicazioni fornite da caos management? Per esempio, li avete osservati al ritorno dal  weekend, dalle vacanze, da un convegno? Avete notato variazioni nel loro modo di essere e di agire? Spesso gli eventi della vita privata modificano il nostro comportamento   sul lavoro, come gli eventi lavorativi modificano il nostro agire nel privato. L’esistenza è un sistema di vasi comunicanti e tutto travasa. Per questo è molto importante occuparci  a fondo degli interlocutori da cui desideriamo un certo tipo di riscontro; comprendere bene i segnali “verbali e  non” che ci inviano durante la conversazione e cercare di redigere un vero e proprio libretto di istruzioni per comunicare in modo intelligente con ognuno di loro; la finalità è di trasmettere in modo efficace e produttivo. Lo scopo  primario, poi,  è quello di imparare ad adeguarci alla natura delle persone che eleggiamo a target, una natura fortemente mutevole se le persone che desideriamo con-vincere hanno come molla emotiva dominante quella della sensibilità.


     

    1. Può accadere a tutti - Può accadere di cambiare  (nel bene e nel male) per via di un evento particolare della vita, sia lavorativa che privata: a quelli troppo timidi può accadere di essere improvvisamente e positivamente risvegliati da un episodio felice di vita non previsto; ai diffidenti di aprirsi un po’ di più per via di nuove motivazioni di lavoro nate a un convegno, durante una riunione, nel corso di un colloquio operativo; agli spavaldi che rischiano spesso di prendersi -nel confronto con gli altri- qualche istruttiva  legnata capace di ridimensionare la loro irriducibile faccia tosta; agli amichevoli che rischiano di tornare dai loro tour vacanzieri con borse piene di indirizzi e foto di nuovi compagni d’avventura (anche se non li frequenteranno mai); ai fantasiosi che a volte tornano dalle vacanze con nuove pettinature e look molto originali (forse troppo, ma non importa); agli scostanti che possono tornare dai gruppi di lavoro delusi (istruttivo vissuto se lo vogliono capire) per lo scarso rapporto costruito con gli altri; ai prudenti che non hanno osato neanche questa volta (che riflettano e comprendano); ai megalomani che hanno  incontrato, in quell’occasione, un interlocutore più megalomane di loro (gli sta bene - senza cattiveria-); ai pessimisti a cui è accaduto di tutto, tutto ciò che di negativo temevano fortemente accadesse; ai volubili che durante quell’esperienza (magari fuori porta) hanno cambiato molte volte stanza e gruppo di lavoro, arricchendosi umanamente e professionalmente; ai seguaci che non si sono divertiti per niente in Scozia durante il  viaggio-premio aziendale: sempre a rimorchio dei più intraprendenti. Bisogna osservare i  nostri interlocutori nel tempo, per capire cosa succede in loro; lo scopo è di aiutarli a metabolizzare gli avvenimenti. Conoscendoli meglio possiamo cogliere positivamente un loro momento di sensibilità particolare e riuscire a introdurre, finalmente, quell’argomento negoziale comune sul quale abbiamo accumulato ritardo.


    • I più sensibili - Bisogna osservarli tutti i nostri interlocutori, specialmente se vogliamo convincerli di qualche buona cosa o valore da noi scoperto; tutti, ma in particolar modo i sensibili. Gli interlocutori così rischiano di soffrire nella vita più del necessario. Qualsiasi momento può rappresentare per loro una minaccia. Per esempio, interpretano facilmente come “presa in giro” nei loro confronti, i commenti bonari di chiunque. Con loro dobbiamo mettere da parte il nostro facile umorismo e/o sarcasmo (sia pur esercitato senza malizia o cattive intenzioni); dobbiamo comunicare attraverso la gentilezza e un misurato senso critico: hanno un’immagine dell’io molto fragile. Questi interlocutori guardano a loro stessi con un po’ di paura e, in alcuni casi, sono veramente troppo sensibili per la cosiddetta selezione naturale sempre in corso. Non lo ammettono molto facilmente, ma spesso sono estremamente critici nei confronti dei loro capi e colleghi, dei loro Clienti. Se abbiamo un collaboratore molto sensibile (un figlio, una moglie, un marito) che pensa a noi come a qualcuno che ha perso sogni, fantasia, credo e speranza; se lo pensa solo perché cerchiamo di essere razionali nei confronti dei loro atteggiamenti idealisti, spieghiamogli che non è vero:


      • Non facciamogli troppe critiche su quel che sogna, anche se strano e irrealistico
      • Cerchiamo di trovarci d’accordo con la sua speranza, per quanto possibile
      • Non facciamo pressioni per avere il suo assenso; ce lo darà -prima o poi- se lo meritiamo
      • Facciamogli dei complimenti sinceri, perché è sensibile e si accorge di tutto
      • Cerchiamo di essere comprensivi nel giudizio su di lui/lei, anche se determinati; specialmente se richiesto.

       

      Rassicuriamolo sul mondo che cambia
       dove i più sensibili spesso soffrono
      ma quasi sempre
       sul lungo percorso
       vincono
      ...

       

       

      Franco Marmello:Membro AIF Associazione Italiana Formatori, Responsabile Italia “Bottega del Cambiamento”, Giornalista, scrittore. Il progetto bottega si rivolge all'Uomo Nuovo in Azienda: una risorsa consapevole della complessità organizzativa provocata dal fenomeno del cambiamento, consapevole di dover crescere in modo meno empirico rispetto al passato, sia sul piano professionale che sul piano umano.
      www.bottegadelcambiamento.it