Midici
Di Tanino Testa
che cosa mi dici
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mi dici che cosa mi dici
mi dici sempre qualche cosa ma cos'è che mi dici
mi dici perché mi fai segno di tacere
e io stento a darti una risposta e la cosa mi rumina per 24 e rotte ore poi so cosa avrei dovuto dirti immediatamente avrei dovuto dirti non parlare se ci sono più di due persone che ascoltano anzi soltanto più di una
e così mi dici cercherò di riposare se ci riesco ma non è detto
e io si preannunciano belle giornate goditele non distrarti
mi dici è il mio progetto di sempre ma sai
e io so che puoi farcela
di punto in bianco mi dici ma di che cosa stiamo parlando esattamente
e io non ci penso più ma fa lo stesso no
mi ripeti fa sempre lo stesso
e io allora beh ti bacio
e tu ti bacio anch’io e immagina dove
2
poi chiude
chiude tutto e va sul marciapiedi con le chiavi in mano cerca con gli occhi dove ha lasciato la nissan a tre porte color argento la trova va vi si lascia cadere dentro pesantemente mette in moto via
mi dice stamattina ho chiamato subito dall'ufficio e ho fatto quanto dovevo
e io occhei perciò per il momento è tutto a posto
fa una smorfia spero proprio di si
e io si vede che hai riposato d’altronde ci sono state giornate magnifiche
e tu si per me come puoi capire anche meglio che magnifiche ma non so se ho riposato veramente
che vuoi dire
mi dici ho scritto e scrivendo mi sono ricordato di molte cose
non buone sospetto
con uno scatto allarga papale le braccia e dice ma no buonissime è che forse non ci sono abituato
si rilassa insomma ho ricominciato a volare
e io e dunque
3
fa non mi piace questa storia che quando mi incontri se sei incavolato per i fatti tuoi non mi saluti io invece ti saluto sempre
e io se non ti saluto significa semplicemente che neppure ti vedo
ribatte ma se perfino mi guardi mentre mi vieni incontro e anzi mi guardi proprio negli occhi
spiego mi capita spesso di guardare fissamente e di non vedere e sono sicuro che capita anche a te
ma non così così proprio mai
e io per tua conoscenza in tutti questi casi sto fissando una vela latina c'è una vela latina bianca tra ciò che guardo e ciò che vedo
sorride leggermente e riprende a camminare dandomi le spalle
lo guardo con affetto mentre si allontana e con un certo piacere mi sento in torto
4
si gira piega il mento verso di me e se non mi ami non farlo
ed è una cosa che già sapevo perché mi aveva raccontato che per lei è sempre così quando fa una cosa fuori da ogni obbligo
che la fa perché è innamorata di quella cosa
ma io zitta per favore sennò ti fai torto
sarebbe a dire
mi dice niente mi pareva scusami vabbè scusami
alla fine dice stare ore in un caffè a guardare quelli che stanno passando sul viale per dimenticare tutto quello che non abbiamo fatto quando avremmo potuto farlo mi disturba
e io illuminandomi era questo allora che
mi interrompe è altro
5
mi dici che ti faccio schifo quando sorseggiando il brodo col cucchiaio senti il mio risucchio e la successiva e pesante emissione d'aria
e io e tu fai schioccare la lingua contro il palato per avvertimi nell'istante in cui sto portando il cucchiaio alla bocca
già ma c'è dell'altro il tuo modo fischiante di attirare l'attenzione dei cani randagi e dei bambini sotto i cinque anni
e io prontissimo in che senso
nel senso che ogni volta che lo fai si voltano tutti quelli che stanno nei paraggi
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mi dici non mi piace questa cosa che dichiari qua e la a chi capita che ti piace invecchiare quando è evidente che invecchi
questa volta hai ragione è una tautologia eccessiva posso dire tautologia eccessiva
perchè no
dici io me lo ricordo che già 50 anni fa nelle donne tu preferivi il culo a tutto il resto ora è una moda universale
e io e allora
e tu ora tutte le donne hanno magnifici culi e nientaltro
e io non è vero ora hanno anche magnifiche bocche
mi dici anche e poi dovresti usare mutande con elastico più morbido e più largo
e io perchè mi stai dicendo questo
perché così riduci lo stimolo ad alzarti continuamente per andare a pisciare anche se poi non hai più piscio e tra l'altro io non sarei costretto a interrompere ogni minuto quello che ti vengo dettando
7
mi fa piacere vedere che soltanto a pronunciare il nome di uno che è morto da quel tuo cugino di solarino a hitler per il quale non hai mai avuto passione a zaccaria il cane del condominio che non ti ha mai cacato e che tu mai hai cacato ti commuovi sempre e certe volte fino a riempirti gli occhi di umore e questo è sicuramente il segno più inconfutabile del fatto che sei già vecchio e che il tuo corpo se ne sta andando
e io ma guarda che io mi commuovo anche se comincio dicendo due mesi fa
se è per questo ti fa piangere pure la frase chi sa se i nostri nipoti e tu tra l'altro non hai neppure figli
mi dici smettila di guardare l'orologio tanto lo sai che guido ritarda sempre almeno mezzora
e io non ci riesco
8
mi dici quella barba ti procura più forfora dei capelli
e io capelli non ne ho più
lo vedo
e allora
allora è così
mi dici non mi piace proprio quando usi queste parole
quali parole
lo sai
non lo so
come non detto
questi sono i paesi in cui sono stata negli ultimi sette anni honolulu tolosa kavaca canton isoladipasqua bandung stoccarda nassau nagoya
vedo che ti piace l'oriente
ma sai
non so proprio
che vuoi dire
beh
ho capito lasciamo perdere
9
ho fatto un sogno che mi ha impressionato
sentiamo
non so se riuscirò a dartene un'idea
ti sto ascoltando
eravamo io e syl in visita pomeridiana alla nuova casa del tutoncino al ritorno di sera scendiamo per una specie di viottolo molto ripido dove c'è una gran folla che sale e una gran folla che scende un viottolo che a volte da l'impressione di essere un corridoio interminabile di ministero una stradina da suk marocchino e continuamente gradini e gradini syl e io tentiamo vanamente di affrettarci impediti dalla folla che si ferma scorre blocca il passaggio impegnata in una infinità di faccenduole che in parte richiamano cronache delle ultime ore nella prima pagina dei grandi quotidiani poi il percorso s'ingrotta in una spaziosa caverna illuminata che si dirama e si complica mostrando interni di appartamenti dove famiglie si dispongono a cenare o uscire per andare a sollazzarsi la luce è sempre più spiccatamente da notte di periferia metropolitana e noi procediamo in un affanno crescente e tu è un viottolo che è una storia del gerundio di tutti
e io ho finito
finito
si non ricordo altro e forse non c'è altro
proprio una metafora
infatti
si
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mi dici sei mai stato uccello in volo su cala'mpiso dentro la furia del vento mentre tenti di agganciarti a qualche sperone della roccia senza riuscirci bagnatissimo da schizzi di spuma di mare agitato in una luce bianca e celeste abbacinante e nell'ora di pranzo e nessuno in giro e per miglia e miglia
neppure una barca una vela un motore
no
vabbè ma poi un po' sbracciandomi un po' nuotando nel vento riesco ad afferrarmi a uno spuntone e mettermi in salvo ma l’avventura appunto me la godo da solo sono l’angelo del vento e naturalmente tu puoi anche non credermi
ti credo ti credo io se vuoi saperlo non vista io volo sempre
ah
si
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mi dici ieri nel tardo pomeriggio vado in macchina con syl a prendere a scuola le bambine ma non trovo dove e come posteggiare poi un po' lontano dalla scuola mi accomodo in un posticino tra due suv quindi lascio syl in macchina e corro perché temo che intanto si è fatto tardi svoltando vedo all'angolo un bar illuminatissimo e pieno di gente vedo nino appoggiato al banco che gesticola con vittò siccome non lo incontro da tempo entro per salutarlo ma lui continua a questionare con vittò limitandosi a farmi un sorriso ammiccante chissacome capisco che vuole che gli dia una mano sollecitamente m'intrometto e insomma sprofondo anch'io nella questione che è se il proletario ha sempre torto o ha sempre ragione quello che però dico e argomento dispiace a tutt'e due a vittò e a nino ma proprio in quell'istante ricordo che ho lasciato syl in macchina ad aspettarmi saluto e scappo ritorno alla macchina ma la macchina non c'è più è scomparsa un signore fermo sul marciapiede mi dice che è stata rubata da tre ragazzotti che se la sono portata nel loro piazzale e mi indica il luogo intanto il pomeriggio si è trasformato in mezzasera mi precipito e dopo una breve corsa mi trovo in una bella luce forte pomeridiana in un sito che non conosco una specie di angiporto semideserto dove tutt'attorno a un piazzale in cemento chiaro si affacciano officine di riparazione per auto e per barche e su un lato c'è pure la facciata di una chiesuola di cemento colorato mentre io vado esplorando il luogo la luce si va facendo più limpida scorgo in fondo a un garage i tre ragazzi indaffarati con la mia macchina mi avvicino e subito stiamo li a discutere la cosa
mi fanno tutt'e tre simpatia che è ricambiata mi illustrano dettagliatamente alcuni difetti del motore e cosa fare per eliminarli ringrazio mi rimetto al volante saluto mi allontano disturbato alquanto dal pensiero di syl e delle bambine
e io e allora
e tu e allora niente
come niente pianti la tua famiglia in asso e non è niente
eh si ma quando capita non ci posso fare niente
quando capita cosa
quando capita questo tipo di cose queste cose capitano a tutti no certo a te non capitano mai non me lo dire perché non ti credo
non mi capitano e basta ma va a ffa'nculo che cazzo mi stai a raccontare
e tu assente mi dispiace per te
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via da casa no da casa no oppure castello castello è più coerente col seguito perciò via dal castello il mio castello forse un castelluccio ci fu un tempo in cui io ebbi un castello e perché no essì via dal castello o castelluccio e per giunta di notte le vie della città sono deserte
non vorrei dimenticare di descriverti l'internocasa prima che uscissi e quando tu stavi ancora con me in bagno con la tua radio portatile regolata sul terzo e io ti davo le spalle rovistando in un mucchio di maglioni di lana forse miei che mi stavano tenendo calde le mani poi michelina lavandone uno lo rovinerà definitivamente
continuando mi dici uscendo di casa si attraversa una minuscola gallerianegozio che ha sulla parete di destra entrando un quadro enorme di pittura tridimensionale del tuo amico ninni ma fuori intanto c'è ancora buio raggiungo fulvio e saverio che mi stavano aspettando e corriamo verso il politeama saverio fa in tempo a saltare su un autobus fermo alla fermata davanti coin che sta facendo scendere una nera imponente fulvio come sempre sta parlando di fulvio e mi spiega come fulvio fa le carte a un paio di ragazzine di paese forse di prizzi forse sperlinga insomma non ricordo e non è neppure importante
dopo una lunga pausa che mi pare di ripensamento ricominci con la tua casacastello e mi descrivi le complicate procedure per accedervi visto che restauri e detriti ingombrano ogni varco
mi dici insomma che stai salendo per una scaletta di metallo a pioli e che poi in cima girando a sinistra devi affrontare un grande scalone di marmo biancopanna
mi dici che ti toccherà catalogare cocci di vasetti e che la cosa è meglio lasciarla perdere
ma insomma perché esci di casa di notte e a fare che e che ci fanno saverio e fulvio fammi capire propriamente di che cosa vorresti parlarmi
di niente voglio parlare parlare e se non sono libera di farlo con te con chi dovrei
vabbè ti ascolto procedi
se non l'hai capito ho problemi di posteggio i labirinti mi confondono e quando sono confusa sbaglio con più facilità
è la folla che fa ovunque labirinto non ti pare
credo di si
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mi stai dicendo nossignore è un grigio quasi nero umidità 100% e dovrei scendere per i giornali
mi dici oggi la mia vecchiaia mi pesa me la sento piena di indolenza
si tratta del confronto sottocutaneo in atto tra la tua corporaggine d’ora e quella del ragazzo che tu stesso fosti
ma sai non c’è ridicolo che mi ti scoraggi
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girandoti sull'altro lato mi dici ho trovato il cyllo dimagrito ma anche più laconico del solito
(alla parola laconico hai un'esitazione perchè ti viene negli occhi l'i
ninterrotto ciuciuliare del medesimo cyllo all'orecchio di chiunque gli si trova accanto in qualsiasi occasione)
mi dici il cyllo è laconico solo con me ti ricordo che gironzolando nel suo studio vediamo libretti e pubblicazioni di cui non parla mai e se domandi 'e quest'autore com'è?' fa 'ha scritto il racconto americano più bello degli ultimi cento anni' e non ne ha mai parlato con nessuno ma allora di che cazzo ci occupiamo quando stiamo assieme e parliamo e stiamo assieme per che cazzo di cosa
mi dici la distrazione è un esercizio quotidiano alla tolleranza
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mi dici da noi la varietà e il varietà la spuntano in ogni caso
ma non sorridi
non sorrido perché i muscoli della faccia sono stanchi come tutti gli altri ma in effetti ogni mia parola è il risultato di un sorridere avvolto nel tepore della lentezza senza confini
mi dici non mi va più di parlare di serenità la serenità non c'entra col mio stato di ora io per progressione sono passato dalla serenità a questo sorridere
concludi gironzolo davanti la porta della felicità
ma poi lasciamici pensare un po'
ed io ti ci lascio che altro posso fare si posso fare altro ma non c'entra e quand'anche
sicché mi fai lo vedi lo vedi
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ti prendi un'altra lunga pausa e concludi ma ovviamente non è un concludere
dici perché a un certo punto smettere di pensarci è inevitabile per esempio io infatti non ci penso più e neppure ti chiedo di che cosa stavamo parlando
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mi dici vedi da quando mi sono alzato fino a ora non ha smesso un solo istante di piovere eppure noi parlando non ci abbiamo fatto caso che è comedire che non ci abbiamo pensato eppure ha piovuto tutto il tempo
mi dici che poi parlare non è necessariamente anche se in maniera rudimentale un pensare anzi forse parlare è una maniera di non pensarci alla cosa di cui si parla e d'altrocanto come potresti parlarne se ci stai pensando e infatti parliamo di un frammento del ricordo della cosa di cui parliamo il ricordo di quel frammento di cui stiamo parlando dove ogni parola aggiunge un successivo frammento di ricordo sicché parlare è propriamente girare per la prima volta una specie di film perlopiù in bianco e nero ed è per questo che come sai da sempre io e la memoria abitiamo in luoghi molto lontani tra loro perché io infatti non parlo mai della cosa di cui parlo
io sono sempre diciamo a un metro di distanza dalla metafora dall'analogia dall'asimmetria e parlo perché si tratta di un'abitudine che produce buoni effetti nel corpo tiene appunto i muscoli in quella specie di esercizio non atletico che produce pensieri utili al niente parlando non giro un film lo so produco lampeggiamenti a bassa intensità parlo e l'interlocutore mi guarda in faccia e scruta diciamo la grana della mia voce alla fine ricorda piuttosto vagamente quello che ho detto alla fine sono sempre frainteso equivocato
mi dici non ho veri e propri interlocutori io e io stesso quando parlo sono in un rapporto sbilenco con me stesso nel senso che in parte mi ascolto in parte valuto chi mi sta davanti o ciò che c'è attorno e in gran parte faccio in modo che quel lampeggiamento a bassa intensità sia continuo segua una traccia tenga un contatto
pausa
con chi con che cosa
dopo una pausa interminabile mi dici con la vita
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dici parlare non mi affatica perché non ho proprio nulla da comunicare e quindi parlo per una specie di automatismo del comunicare che è un infinito residuo dell'interruzione della continuità biologica originaria tra te e me e il cane il geranio eccetera
non posso trattenere uno sbadiglio
mi dici vado a farti un caffé
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abbassi la voce (chissà perché) e dici non riesco mai a parlare propriamente bene degli amici non so ammiccare in confidenza se vuoi mi manca quella cordialità quell'affabilità complice che vedo spesso nei modi di cyllo il quale peraltro di molte sue cose quotidiane non parla con me di molte altre non parla con guidoval e di altre ancora con costantino o nik mentre io parlo di tutto con chiunque oppure di niente e preferisco ovviamente di niente anche perché mi è più facile coniugarlo in qualsiasi cosa o ricordino di cosa o addirittura la cosa stessa di come qui ora con te
per esempio e rialzi la voce in questo istante vedo associate due parole auster e bertinotti che sono poi due signori a quanto pare ammodo uno è scrittore newiorkese bravino che scrive con soddisfazione di newyorkesità l'altro un segretario politico di un partito di sinistra che ha la erre moscia una voce calda e dice sempre la stessa cosa in una varietà di modi che significano sempre una cosa diversa da quella che dice o che dice che fa
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poi c'è la seguente interruzione che mi da modo di ricominciare
(a cyllo il 3 dic)
cyllus
nel senso che quest'ultimo non è 'manovrabile'
è già stato manovrato
e non te ne sei accorto
sento che se vuoi farlo tuo
e sottrarlo a ogni manovra
una sarebbe quella di abolire il
PLURALE
non 'sono'
ma 'è'
perchè è così che secondo il mio me
l'astrazione si fa più veridica
e a continuare a servirLa
si abbia
tutto il mio
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midici ci provo
non è un animale. non scasserebbe la calotta cranica di un bambino. ha le nocche intonse. e una maglia di lana con cerniera blu. è blu di rabbia. si veste di blu perché il suo regno è la rabbia. ma governa il mondo sotterraneo dell'ufficio. si accalca dentro gli autobus o nei ristoranti. esiste. come la fragola dentro un vestito. come una cisti sotto i capelli. è segreto. si sente attraversato dal segreto. compra borse che riempie di carta di foglie di lattuga marcia di confezioni di fazzolettitempo vuote.
lo governa un furore assolutamente fantasioso….
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midici il tempo in questi ultimi giorni si è fatto così variabile ovunque neve vento disastri qui sole nuvole messicane belle e veloci e la cosa mi distrae dal piacere dell'inverno dalla legittimità dello starmene chiuso nel tepore della casa o delle dormite fintamente più abbondanti ma non ce la faccio ad essere imbronciato sfoglio una quantità di libri che si sono accumulati in giro in pile pericolanti mi disegno un calendario pieno di scadenze inderogabili e vuote che sono restauri di tanti niente da portare a termine telefonate di risposte da dare a nessuno mi muovo con fervore dal divano al bagno dalla scarpiera alla macchinetta del caffé espresso e badando a non farmi vedere faccio anche qualche esercizio fisico per snocciolarmi i ginocchi le scapole gli omeri il collo e la nuca scatto tre o cinque autoritratti provando altre modalità della mia nuova lumix
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a un tratto con voce assorta mi dici a gli altri si sono aggiunti due testi nuovi che si somigliano e che meritano di essere pubblicati scritti come parla uno che sa quello che vuole dire e che non vuole perdere tempo e il cui soggetto è la ripetizione del presentarsi dell'ombra restia della presentazione sollecitata per cui in uno un tale che sa comincia a divorziare dalla moglie che ama ma facendolo fare a un altro che se l'è fatta e che lei ora non vuole più perché non convinta sta appunto divorziando che è propriamente una specie di autoironica sospensiva di se l'altro testo è una lunga serie di racconti brevi brevissimi lunghetti che indicano la diversa pausazione dello scorrere compatto di una sola azione che in diverse forme impedisce continuamente a se stessa di scorrere
tematicamente mi spieghi è ancora il dominio dello specchio di plastica sulla vita di riferimento ma senza drammatizzazione senza divertimento è tutto in pura velocità fatta di colori lampeggianti
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midici si tratta di cose a volte abbastanza noiose ne più ne meno delle sequoie che sono pini esagerati o di un saggio di habermas che è lo sproposito delle gemelline in una foto della arbus e concludi con un ora mi mangio la lingua
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midici è una giornata di sole e sto tornando da roma in aereo
e io sono nello stesso volo sento il sibilo il fruscio sonante guardo giù il mare le nuvolette che scorrono indietro la costa luminosa color mattone che si avvicina e intanto virando largo verso sinistra tutti ci andiamo calando con tutto l'aereo e infine con sollievo continuando a scorrere ci sediamo pesantemente sul pianeta
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mi dici e ora che tutte le feste d'inverno sono passate dove pensi che metterò le calze bucate pensi che le butterò via è così è naturale no e invece
e ridacchi
repentinamente serio mi dici le ho ovviamente ai piedi guarda
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midici da ora in poi quando mi vedi sei pregata di cambiare strada
ch'è successo
midici proprio niente
e allora
allora niente
ma dai dove vai che t'ho fatto ragioniamo un po
ragionare ragionare con te levati per favore
la cosa continua così per un'ora lui va di qua e dila quasi di corsa e io a stargli dietro come una scema poi mi stanco e continuando a guardarlo mentre si allontana lo lascio andare e quando sta per perdersi nella folla della piazzetta degasperi vedo che si alza rapidamente in volo fa una virata larga e scompare dietro il palazzo delle imposte
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mi dici mercoledì prossimo ho un appuntamento a roma mancherò un paio di giorni mi raccomando
che vuol dire mi raccomando
tu lo sai dai non fare la finta tonta
mi stai trattando da zoccola
midici sorridendo ma dai infine è per questo che siamo insieme sennò che prio ci sarebbe
mi sento incazzata ma non ne ho motivo lui intanto è entrato in macchina e mi ha aperto lo sportello di sinistra
midici ecco tu devi fare sempre così devi incazzarti ogni volta che io ti dico come stanno effettivamente le cose
e io ma le cose non stanno sempre come tu le dici
e tu anche questo è vero ed è per questo che voglio che tu ti incazzi
sbatto con forza lo sportello e lui sghignazza e ingrana la marcia
dico stai cercando di farti perdonare il fatto che stanotte ti sei addormentato senza preavviso
mi sono addormentato hà e quando avrei fatto questa bestialità
stanotte
come ogni notte
all'improvviso
ormai è solo così
e piangi per questo