Numero 69 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

LA LIBIA PROSEGUE NELLO SVILUPPO DI OPERE PUBBLICHE
La Compagnia African Company for Cement & Construction Material, il cui direttore di produzione è l'italiano Nando Garozzo, per 25 anni trasformerà una montagna nel deserto in calce e cemento

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di Giulio Rosi

 

 

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Anche dopo la scomparsa del colonnello Gheddafi il progresso libico va avanti e il segno più evidente di questo sono i grandi lavori pubblici, nei quali sono impegnate molte imprese nazionali arabe e internazionali.
La Libia continua il suo cammino per assumere il ruolo di riferimento del mondo arabo con quello occidentale. Per dare al Paese le infrastrutture adeguate al suo sviluppo ed al nuovo assetto politico ed economico che sta assumendo, la Libia del “dopo Gheddafi” é più che mai impegnata nella costruzione di acquedotti, ferrovie e autostrade. Solo parlando di Tripoli, che sotto il Rais aveva già raggiunto un avanzato e moderno sviluppo urbanistico, il Piano Regolatore prevede nuovi ampliamenti e nuove costruzioni, fra cui la metropolitana, il porto e i quartieri con gli edifici verticali.

Fra le opere più imponenti al di fuori della capitale figura certamente l'autostrada a quattro corsie, che attraverserà trasversalmente la Libia dal confine con l'Egitto a quello con la Tunisia, un'opera di alta ingegneria che richiederà oltre vent'anni di lavoro e un costo di svariati miliardi di dollari. Per la sua realizzazione si adotteranno le più avanzate soluzioni tecnologiche disponibili. Basti pensare che per la sua illuminazione “a giorno”, si useranno dei sistemi fotovoltaici di ultima generazione. Altrettanto importante é la costruzione di ferrovie e del più grande acquedotto mai intrapreso, in grado di trasportare più di cinque milioni di metri cubi d’acqua al giorno attraverso quattromila chilometri di deserto verso le regioni costiere aumentando le zone coltivabili.

La realizzazione di queste opere, che non é esagerato definire, “ciclopiche”, richiede complessi impianti e milioni di tonnellate di materiali da costruzione, come cemento, calce e mattoni. Per fornirli verrà smaltita un'intera montagna in pieno deserto, con una base di oltre due chilometri per uno, dalla quale si estraggono e si triturano al frantoio le pietre calcaree per fare la calce e quelle ferrose per fare il cemento.

L'appalto per questo lavoro è stato concesso dallo Stato libico per 25 anni alla Compagnia “African Company for Cement & Construction Material”, un'impresa araba operante da oltre 50 anni con sede legale a Brac Alshat Tripoli, di cui é Chairman & Managing Production Director l'ingegnere italiano Nando Garozzo.

L'impresa dispone di tre cementifici, situati rispettivamente a un chilometro da Tobruk e 72 chilometri dal confine con l'Egitto; il secondo a 32 chilometri a Sud di Sirte e il terzo a Bin Ghashir, vicno all'aeroporto di Tripoli. La cava del materiale si trova a Maradah, 21 chilometri più a Nord. Oltre al cemento e alla calce, la compagnia, in collaborazione con i libici, sta per realizzare anche una fabbrica di mattoni in grado di soddisfare tutte le esigenze. La produzione di questi materiali in loco e il loro trasporto, con tutti i vantaggi logistici e organizzativi che conseguono, rappresentano una soluzione ottimale del processo costruttivo che si riflette sulla qualità e sulla economia generale dell'opera.

 

 

Giulio Rosi, Direttore MondoItaliano www.mondoitaliano.net Corrispondente della stampa internazionale da Spagna, Portogallo e Gibilterra criminologo. Esperto ONU, terrorismo, immigrazione illegale, delegato della Associazione Giornalisti Europei (AGEF), accreditato alla Presidenza del Consiglio di Madrid.
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