Il cielo di Londra
Il cielo di Londra è azzurro.
La capitale del grigiore e della pioggia è tersa da più di dieci giorni.
Senza ombrelli ed impermeabili, la sua solita varierà umana cammina freneticamente per le grandi strade che attraversano la città. Londra è forse l’unica città europea capace di accogliere in sé un piccolo mondo, con ogni nazione, ogni cultura, ogni religione, ogni qualità e disonestà umana.
Il cielo di Londra racconta molto; e lo fa ogni giorno. Quel cielo così pulito, racconta, ad esempio, di un’attenzione all’ecologia che sta diventando indispensabile nell’economia contemporanea: e allora theatre goes green, il teatro si fa ecologico! All’inizio di settembre, infatti, l’associazione dei teatri del West End ha sottoscritto un accordo con il comune di Londra impegnandosi a ridurre di 50.000 tonnellate le emissioni di carbone prodotte dalla normale attività di spettacoli. Questo significa che ogni teatro della Society of London Theatre si munirà di un apparecchio capace di calcolare le emissioni di carbone e, conseguentemente, individuare un percorso di riduzione delle stesse. Il National Theatre, che è stato il primo a muoversi e dare il buon esempio, ha calcolato di poter ridurre notevolmente il proprio impatto ambientale sostituendo tutte le proprie lampadine con lampade a basso consumo e ha sottoscritto un accordo con la Royal Philips Electronics che fornirà la materia prima.
Ma il cielo di Londra racconta anche di un futuro lontano quattro anni. Perché se è vero che a Londra si incontra già oggi, ogni giorno, una piccola parte di mondo, questo sarà ancora più vero fra quattro anni quando la capitale inglese ospiterà i Giochi Olimpici. L’East End, la zona di Jack the Ripper e degli esiliati religiosi (nel corso della storia qui sono stati ghettizzati ebrei, musulmani, e ogni altra minoranza religiosa), si sta rimettendo a nuovo. Il trucco, però, costerà quattro anni di lavori e un’attenzione minuziosa per ogni dettaglio.
E mentre sui giornali locali abbondano le fotografie di celebrità ubriache pescate all’uscita di chissà quale locale a chissà quale ora della notte, nelle ultime due settimane due notizie si sono fatte violentemente largo sulle prime pagine dei giornali e nelle conversazioni quotidiane di molti londinesi, nonché nelle riunioni di lavoro di molte società. Due settimane fa, infatti, la XL, una delle maggiori compagnie aeree britanniche ha dichiarato bancarotta dalla sera alla mattina lasciando 80.000 passeggeri a terra. L’aeroporto di Gatwick è stato preso alla sprovvista e ha impiegato quasi un’intera giornata per trovare un nuovo equilibrio. “In conseguenza dell’aumento del costo del petrolio – recitava il comunicato ufficiale della compagnia aerea – siamo costretti a sospendere ogni volo. Il provvedimento ha decorrenza immediata.”
Il caos già regnava sovrano quando ecco che da lì a pochi giorni un’altra notizia spaventosa attraversa Londra: la Lehman European HQ, una banca con sede nella City, licenzia 4000 persone. Una situazione che creerà notevole disagio all’intera economia londinese: basta pensare che le previsioni finanziarie dei principali economisti danno un abbassamento del 10-15% del valore degli immobili: previsione che se si realizzasse avrebbe un impatto spaventoso nella vita di tutti i giorni. L’unica piccola consolazione per i bancari licenziati (che nonostante la nobile intenzione sembra quasi una presa in giro) arriva ancora dal teatro: Andrew Lloyd Webber regalerà due biglietti ad ognuno dei neo disoccupati per il suo prossimo musical in scena al London Palladium.
Il cielo di Londra è azzurro.
Sì, ma forse le nuvole sono in agguato.
We go on; you… stay tuned!