Contaminiamo gli studi
Una volta, tanti anni fa, parlando con un amico, lui mi diceva che si stava iscrivendo ad un corso professionale perché voleva conoscere qualcuno. Qualcuno che poi gli permettesse, poi, di ottenere un lavoro. Non frequentava per imparare ma per conoscere persone. Il contenuto, così diceva lui, poteva essere imparato anche dietro la propria scrivania, da solo.
Da laureato autodidatta (ho frequentato un solo corso in tutta la mia storia universitaria) non potevo che dargli ragione. Mi sono interrogato per anni se quelle migliaia di Euro che spendiamo ogni anno in differenti Master sono realmente utili o servono solo per conoscere qualcuno…
Sono tornato sullo stesso argomento recentemente quando ho iniziato un corso a distanza qui a Londra (recenti numeri dicono che sono circa 65.000 gli studenti iscritti a corsi di questo genere). Non mi addentro su materie e procedure, mi soffermo, invece, sulla metodologia d’insegnamento. Il corso a distanza, quasi per definizione, non ti fa conoscere nessuno. Studi da solo, dietro la tua scrivania e hai pochissimi, se non nulli, contatti con gli insegnanti. Qual’era quindi il grande valore aggiunto? Non lo sapevo quando ho iniziato ma l’ho scoperto presto. Praticità, realtà, quotidianità: l’insegnamento inglese non è un continuo giro di parole, un continuo rimando a qualcos’altro, un impelagarsi di teorie e definizioni. L’insegnamento inglese insegna il Know-How. Ogni esercizio, ogni esame ti stimola a lavorare, non a pensare. Ti insegna a fare, non a studiare. E così, il certificato, dice alle aziende cos’è che tu sai fare, non cosa hai studiato. E questo è un enorme passo in avanti.
Lontana da me l’idea dell’apologia del sistema inglese. E’ superficiale, basilare, elementare. Ma come in ogni cosa, forse il giusto è nel mezzo. Un sistema come quello italiano, ti fa studiare per anni per poi metterti sul mercato del lavoro senza reali conoscenze pratiche. Il sistema inglese, dall’altra parte, ti dà praticità ma tronca enormi fette di conoscenza (a meno che tu non arrivi al dottorato). Una strada nel mezzo potrebbe essere tracciata, cercando di rinunciare al meno possibile. Contaminare generalmente è una perdita d’identità. Ma, in fin dei conti, la storia dell’umanità è una continua contaminazione…
Stefano Magliole: e' nato a Roma nel 1980. Laureato in regia teatrale, vive da due anni a Londra dove lavora e studia nel settore delle Risorse Umane, cercando di coniugare creativita' ed organizzazione nella quotidianita' aziendale. Per sapere cosa fa potete visitare il suo profilo su Linkedin http://uk.linkedin.com/in/stefanomagliole